Pesca con le reti a strascico #3: NERVOCHAOS, CYADINE, BLIND OATH

Torna la rubrica sulle più sconosciute formazioni thrash metal e dintorni del globo, e, anche stavolta, il menù prevede tre portate. Dovessi puntare su una soltanto non avrei alcun dubbio e indicherei la band di mezzo, autrice di un thrash anni Novanta che, sulle prime, potrà puzzare di scopiazzatura ma che in realtà ci offre doti compositive ed esecutive assolute e una dose di personalità tale da non poterla trascurare. Ma andiamo con ordine.

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NERVOCHAOS – Chthonic Wrath

Il terzetto composto da Taphephobia, Tomb Mold e Lullaby of Obliteration è con probabilità la porzione più interessante dell’album, appena dopo un avvio dritto con un mulo ma anche un po’ privo di argomenti. Tomb Mold neanche è una canzone. È un intermezzo strumentale che mi ha ricordato Desolate Ways dei Morbid Angel, ovvero tanta decadenza fra una tempesta e l’altra. Lullaby of Obliteration apre col doom, ormai parente acquisito del death metal, e poi cede il passo alla vecchia scuola. Vedo i Nervochaos come un punto d’incontro fra la vecchia scuola brasiliana, quella dei primissimi Sepultura, qualche cenno al thrash europeo anni Ottanta e una forte vena death metal. I Morbid Angel c’entrano anche in quel senso, ma pochissimo, e semmai quelli di Richard Brunelle. Alcuni pezzi attaccano con le migliori intenzioni ma si appiattiscono presto, come Kill for Pleasure, quasi un anagramma dei Kreator, mossa dalle parti di Into the Macabre e degli Slayer di Hell Awaits. Bella la produzione, quasi un manifesto della presa diretta. Guadagnano punti quando aggiungono riff, dinamica e tecnica (Torn Apart). Manca purtroppo qualcosa. In giro da metà anni Novanta e con all’attivo una decina di album, oggi con Chthonic Wrath ce ne consegnano un altro, l’ennesimo, di discreto livello. E io attendo giugno per andare a vedermeli dal vivo a Firenze, di spalla ai Violentor.

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CYADINE – Formidable

Recuperone del 2022 d’un disco che non recensii perché in quei giorni avevo la stessa verve del Rivaldo appena giunto al Milan, Formidable risale in realtà al 30 dicembre e istiga in me una tale voglia di barare che, provvisoriamente, lo inserirei in quella poll che non vedremo prima di Una poltrona per due su Italia Uno. Si tratta innanzitutto di un EP, opera di una band che in cinque anni ha guardato al solo formato medio. Che si tratti di una temporanea coincidenza o della precisa strategia di non immettere sul mercato un LP per aver costantemente carne fresca da spinger fuori, ce lo dirà il tempo.

I Cyadine (che ogni volta sto per scrivere Cyanide come il pezzo dei Metallica, poi mi correggo) sono originari del Michigan e attaccano con un armonico e un gusto sudista che profuma di Mouth for War. In realtà i punti di contatto coi Pantera esistono ma non hanno la forma o il peso di una dominante. Formidable è thrash metal anni Novanta giocato su tempi medi e lenti, almeno finché The Cynic in chiusura non decide di accelerare e sfasciare tutto quanto. Sorprende il carisma dei quattro, freschi di un nuovo cantante, Tony Thompson, crocevia fra la causticità del vecchio Hetfield e la profondità di Bush. Sebbene i Cyadine guardino apertamente a uno stile con cui in molti tentarono di sfondare, non c’è quella sensazione di ascoltare il gregario che vorrebbe approdare in serie A senza disporre neanche dell’organizzazione necessaria a tener botta. A differenza degli Xentrix del terzo disco, Formidable ha freschezza e tiro e non si ricollega con precisione a nessuna di queste band. Non è il clone di Force of Habit né quello di Sound of White Noise, eppure prende qualcosina da qualsiasi delle principali band thrash di quegli anni, Slayer esclusi. Ha pure il finto lentone, Guilty by Association, con buona probabilità la miglior canzone del lotto sulla scia degli ultimi Armored Saint. Unico punto a sfavore: giochicchiare con le compressioni sulle chitarre senza un Terry Date alle spalle che ti avvisa se stai esagerando è l’aspetto da limare nel minor tempo possibile.

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BlLIND OATH – st

Attivi da molto meno tempo dei Nervochaos, e piuttosto coetanei dei Cyadine, i Blind Oath debuttano con l’omonimo album e ci presentano il loro metallo classico intriso di elementi estremi (Hellripper?). NWOBHM, speed metal, melodia che lascia spazio alla velocità e poi c’è lui. Avete presente l’apparizione della fica protagonista nelle commedie romantiche? Il regista le dedica sempre una musica giusta, un’inquadratura e una luce necessarie a renderle omaggio. Perché da quel momento in poi i riflettori saranno tutti per lei e dovranno suscitare nei mariti in preda alla deglutizione lo stesso effetto che la sceneggiatura ha reso sul protagonista maschile. È la stessa cosa con Eric Miller dei Blind Oath: la telecamera indugia su questa figura bianca e maculata china su qualcosa mentre in sottofondo scorrono le ottime trame chitarristiche la cui intelaiatura è firmata Robert Gutierrez. Di colpo la figura china alza il capo, e ha la grazia di un orso bianco col muso imbrattato di sangue che sta finendo di dilaniare una foca cancrivora.

L’ingresso di Eric Miller non riesco a paragonarlo ad altro, tant’è rozza la sua impostazione. E ha anche dei difetti. L’album parte carino, poi acquista la forza di una mareggiata nella sua parte centrale, da Ride of Eleanor, speed metal melodico in scia ai Vulture almeno finché Miller non comincia a gridare di tutto. Poi abbiamo The Visitor e le sue chitarre ritmiche come una motosega, e Blind Oath, scanzonata, cantabile. Tutti brani brevi, noto, con un minutaggio da singolo sempre fra i due minuti e quaranta e i tre e mezzo, al che suggerisco alla Maugeri e gli altri DJ di Virgin Radio di prendere in considerazione questa meravigliosa band da Tulsa, Oklahoma, affinché Eddie Vedder possa scomparire per sempre dal loro palinsesto pomeridiano: donne in viaggio verso l’ufficio, da ora in poi canticchierete Eric Miller sulle note di Spectral Attack. L’accelerazione a due terzi alla Phantom Lord è pura pornografia, non ho altro da annotare. (Marco Belardi)

LUCIFER, LEVIATHAN, BELIAL AND SATAN

DRAG MY SOUL INTO THEIR HELL:

SPECTRAL ATTACK.

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