Tornati all’antico con il rientro di tre vecchi membri, gli svedesi esplorano il lato più epico e notturno del loro suono. Il risultato è buono ma, con qualche lungaggine in meno, avrebbe potuto essere ottimo.
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L’ultimo disco con i fratelli Hoffman fu anche quello della resurrezione dopo le due schifezze che segnarono l’addio alla Roadrunner. Un album diseguale ma ispirato, canto del cigno dei veri Deicide.
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Dagli esordi da redneck satanisti, sono cambiate parecchie cose, in primis il volume delle chitarre elettriche. Ma, anche se per ragioni diverse, restano sempre un bel sentire.
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Gli Electric Wizard fanno proseliti anche in Malesia, nazione che siamo abituati a collegare ai romanzi di Salgari ma, oltre al covo delle tigri di Mompracem, nasconde oscure pulsioni narcosataniste.
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Da Singapore con furore: se cercate un sottofondo adatto per demolire le pareti di casa, l’avete appena trovato.
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