SKUNK EMAIL #5 [to forget]

Lo so che erano due anni che non usciva una nuova Shock Mail (Skunk Mail, anzi) però dovete scusarmi perché io sono una persona veramente pigra e indolente. Non ho giustificazioni per questo e sono pronto a versarmi cenere sul capo in segno di contrizione. Detto ciò, da stavolta cerchiamo di mantenere una cadenza più regolare; invito quindi tutti i ventiquattro fedelissimi lettori a continuare a scrivermi a bargonaz@gmail.com, e ovviamente peggio state messi meglio è, così entriamo in sintonia prima.

el abbachi

si riaprano le danze

GENTE CHE ODIA LA VITA
Ciao Barg, la nostalgia-melanconia mi ha spinto a scriverti, quindi onorerò il vecchio formato punto per punto.
1 – Dove sono finiti i Novembre?
2 – Ho amato molto il grunge. Probabilmente potrei ascrivere Louder than Love, Jar of flies, Ten e Facelift tra i migliori album degli ultimi 25 anni. Ora sono preoccupato. Sono preoccupato perchè quando nel 2011 (2010?) è uscito Black gives ways to blue (un quasi capolavoro del genere), ero prima dubbioso di trovarmi la solita solfa da reunion e poi mi sono dovuto ricredere al 100%, mentre con King Animal (una porcata incredibile) è stato l’esatto contrario. Ora mi pare sia uscito da poco il nuovo Alice In Chains. Ho paura di rovinarmi il fegato a dargli una possibilità. Te l’hai sentito?
3 – Rimanendo in ambito grunge/rock, ho il dovere morale di fare due nomi: Karma e Ritmo Tribale. Considero queste due band incredibili, i primi hanno prodotto un disco-monumento impareggiabile di nome Astronotus (’96), i secondi sono stati band di riferimento della scena milanese per quasi una decina d’anni, da fine eighties a metà anni ’90 abbondanti, complici di aver spianato la strada a gente come Afterhours (non che questo sia un merito eh, dipende dai punti di vista). Pareri? li hai mai ascoltati? in caso di risposta negativa fidati di un povero scemo e cercati Astronotus dei Karma e Psychorsonica dei Ritmo.
4 – La tua posizione sul post metal? Ricordo i vecchi tempi in cui Metal Shock combatteva una crociata contro l’esplosione metalcore (tra le band del genere salvo solo i Gallows di Frank), ed ho il sospetto che la posizione sul post metal sia simile: personalmente adoro gruppi come i Pelican.
Chiudo qui, la tentazione di passare alle advances softcore è troppo forte. Un tuo vecchio lettore,
Ps: dimenticavo… news sui Tool?
Alessandro “Ulakanakulot” Magro

Ciao caro.
1-In giro da qualche parte. Proprio ieri sera ne parlavo: dopo una settimana di primavera piena, con sole battente e caldo afoso, le temperature si sono abbassate e si sono sentiti anche un paio di tuoni. Allora ho detto a Ciccio: “Senti, Ciccio? L’aria sta cambiando, e fra un po’ piove pure. Se continua così ci tocca rimettere su qualcosa dei Novembre. Magari My Starving Bambina, che spacca sempre”. Ora, a parte il verbo spaccare che magari è un po’ fuori luogo nel contesto, rimane il fatto che il passaggio nello stereo di My Starving Bambina è una delle immediate conseguenze del volgersi della stagione fredda, tipo la caduta delle foglie e il muco al naso; e durante la stagione calda è una di quelle canzoni che ti affretti ad ascoltare appena la temperatura si abbassa un po’, perché poi una delle cose brutte dell’estate è che non ti puoi godere appieno né i Novembre né i Drudkh né tante altre cose che ti fanno compagnia durante le triste e piovose serate invernali passate in casa tra black metal e tornei alla playstation. A tal proposito vorrei segnalare l’analogo ragionamento di Michele Romani la mattina del concerto degli Agalloch, in cui c’era un cielo simile a quello del Missouri poco prima dell’arrivo di un tornado: 

the sun has failed

Proporrei dunque all’udienza di salvare questa pagina nei preferiti, riaprirla alla prima occasione in cui piove, e riascoltarsi tutti quanti My Starving Bambina. Poi il giorno dopo possiamo ritornare a giocare a freesbee sul bagnasciuga; ma il giorno dopo.
2-Ascolto musica da troppo tempo per farmi eccessive illusioni, quindi di solito parto molto sfiduciato per poi eventualmente (eventualmente) rimanere sorpreso. È stato così per Black Gives Way To Blue, che è un bel disco; non è stato così per King Animal, che sospettavo si sarebbe rivelato un’inutile cacata, e che inutile cacata è stata. Il nuovo Alice in Chains è carino, la recensione arriverà a breve.
3-Non conosco, ascolterò. Dei Karma conoscevo quelli brasiliani che tipo erano del fratello di uno che suonava negli Angra, oppure di uno che suonava negli Angra dopo che se ne era andato Matos. Suppongo non siano gli stessi ma spero che quelli che dici tu siano meglio.
4-Non è che noi facessimo crociate contro il metalcore, semplicemente ci faceva schifo: appartenevamo ad un’altra generazione e quindi non riuscivamo a capire il fenomeno. A dieci anni di distanza posso però confermare che non era colpa della nostra obsolescenza mentale, ma era proprio che il metalcore faceva schifo. Fortunatamente è tutto finito e noi ci si può dedicare a cose più degne tipo appunto il post-metal, che in realtà ci piaceva già all’epoca (ricordo in particolare Cortesi e Socci che si facevano i pompini a vicenda sui Neurosis); e la nostra opinione non è cambiata, come potrai vedere tu stesso leggendo il blog e soprattutto i live report. A tal proposito ricordo ancora una volta che è imperativo andare a vedere i The Ocean non appena passano dalle vostre parti, diciamo in un raggio di duecento chilometri.
Ps: non ne ho la minima idea e onestamente non so davvero cosa aspettarmi, conoscendo i soggetti.

GENTE CHE AMMAZZA I DRAGHI

Ciao maggico Trainspotting,
sono un innamorato del metallo (ma non solo!) di 26 anni e ti scrivo per chiedere il tuo illuminante aiuto!
Che gioia averti ritrovato dopo tutte le risate che mi hai fatto fare ai tempi della shock mail! Tra l’altro per puro caso perchè cercavo dei testi e mi siete spuntati fuori voi idolazzi di Metal Shock, ovvero come fare ottima informazione senza per questo sentirsi obbligati a prendersi troppo sul serio! Sono contentissimo che siete ancora vivi e sempre pronti a dispensare ironia tagliente e grandi spunti sul metallo!

dario hubner, il più heavy metal di tutti

dario hubner, il più heavy metal di tutti

Ma ora dopo le sviolinate (meritate eh, sia chiaro) veniamo al dunque! Oltre al piacere di ritrovarti in rete mi hai dato un notevole suggerimento sull’epic metal o metallo epico o epic doom o viking o comecazzosichiama (maledette etichette…) con il tuo articolo sugli Atlantean Kodex, che mi sono piaciuti da matti, e indirettamente sui Battleroar, validissimi anch’essi. Siccome mi sono avvicinato da un annetto a questo modo di intendere l’epicità (lontano anni luce dalle pacchianate moderne) e ho già messo la mani su gruppi davvero sublimi come i Manilla Road, i Bathory del periodo viking, i primi Manowar, i Virgin Steele, ecc.ecc., e più recentemente a Doomsword, Scald (grande Will Of The Gods…!) e ora grazie a te anche a Battleroar e Atlantean Kodex, vorrei davvero maggiori ragguagli su questo genere. Purtroppo saprai meglio di me che questo ramo del metallo non gode di ottima visibilità, sia in alcuni casi per l’osticità dei primi ascolti, sia per la facilità con cui si scade nel ridicolo a parlar di certe cose e di conseguenza allo scarso talento di molte bands che lo praticano, e diciamo che a parte wikipedia e youtube non ho trovato molto aiuto in merito. Mi piacerebbe quindi che tu mi dessi qualche consiglio su qualche gruppo similare a quelli da me citati considerando che detesto le velleità power (chi ha detto Hammerfall? Tu? … o sono stato io?!) e che vorrei avvicinarmi a qualche altro gruppo che ci crede davvero, genuino e che suoni vagamente ’80 (che SUONI, poi se l’album è uscito ieri non mi interessa), non sopporto le produzione iperpompate. Come non mi piacciono moltissimo i gruppi vikingmistoblackepower alla Moonsorrow e le orchestrazioni esagerate dei Rhapsody… insomma qualcosa che assomigli il più possibile a questi Atlantean, ai Bathory di Twilight of The Gods o ad esempio ai Manowar di Into Glory Ride tanto per restare in ambito più propriamente epic metal!
Bene, penso di averti macinato abbastanza i coglioni con tutte queste chiacchere sull’epicità, me sai com’è, quando si parla di ciò che si ama si andrebbe avanti tutto il giorno, quando invece martedì avrò davanti la prof di microbiologia molecolare all’esame temo che sarò molto meno prolisso!!
Dai, ora ti saluto, se hai voglia di darmi una mano sarò ben contento ma già lo sarò se riuscirai ad arrivare alla fine di questa noiosissima e lunghissima missiva senza vedere i tuoi testicoli rotolare sul pavimento inseguiti da un gatto!
Grazie 1000, un saluto a te e a tutto Metal Shock!!
Un ignoto lettore che non si è firmato

Ciao, ignoto lettore che non si è firmato, e scusa se ti ho pubblicato così tardi ma ho spiegato tutto sopra. Innanzitutto sapere di aver fatto innamorare qualcuno dell’epic metal è una cosa bellissima che di sicuro mi varrà un casino di punti bonus quando san Pietro dovrà decidere dove mandarmi a sbattere. Prima di cominciare un discorso sull’epic metal c’è però bisogno di fare più di una precisazione, o quantomeno di contestualizzare. Con epic metal si intende, per comodità, un qualcosa di assolutamente indefinito e complicatissimo se non impossibile da spiegare a parole che, tendenzialmente, si concentra intorno al suono di una manciata di dischi, più che gruppi: gli stessi Manowar sono stati davvero epic metal solo in due-tre album, e i Bathory degli anni novanta hanno suoni completamente diversi dai, boh, Warlord, pur essendo entrambi capisaldi del genere. Non è che la linea di demarcazione tra l’epic metal e il metal classico normale sia molto sottile: quella linea probabilmente non c’è neanche, e dunque si potrà stare a discutere all’infinito se far rientrare un determinato gruppo nella categoria epic; senza che nessuno abbia necessariamente torto.

joey_carreras

Insomma, tra ciò che è universalmente considerato epic metal e che vedo mancare dalla tua lista, ti consiglierei innanzitutto gli Warlord, gruppo che io personalmente adoro e la cui discografia classica si compone di due album all’inizio degli anni ottanta (Deliver Us e And The Cannons of Destruction Have Begun); dopodiché la band si riformò brevemente a inizi anni duemila rilasciando il buon Rising Out Of The Ashes (con Joacim Cans alla voce) per poi risciogliersi e ri-riformarsi di recente, dando alle stampe il bellissimo The Holy Empire, che ti consiglio vivamente. Gli unici due membri stabili sono William Tsamis e Mark Zonder, storico batterista dei Fates Warning (nei cui primissimi dischi, a ben cercare, qualcosa di epico c’è); per il resto, quattro dischi e quattro cantanti. Loro non hanno nulla di grezzo o ruvido, anzi il suono è cristallino, le atmosfere raffinatissime e la struttura compositiva sensibilmente diversa dalla cavalcata epica in crescendo tipica di un Hail To England, però sono considerati tra i fondatori del canone epic metal. Oltre agli Warlord, tra gli imprescindibili che non hai nominato citerei quantomeno i primi degli Omen, Into Battle dei Brocas Helm e Born of the Cauldron dei Cauldron Born; e ci sarebbero anche i Cirith Ungol, che a me non sono mai piaciuti più di tanto. Sull’epic doom poi sicuramente i Candlemass, di cui sono fondamentali il primo Epicus Doomicus Metallicus e il secondo Nightfall, pur se diversissimi tra loro; o gli spettacolari Solitude Aeturnus, o i Solstice. A questo punto l’opinione comune su cosa sia epic metal o no è molto ondivaga, tanto che vengono spesso considerati tali i Lord Weird Slough Feg (fantastici ma parecchio folkeggianti: consiglio assolutamente Down Among The Deadmen, ma vanno ascoltati in blocco) mentre non vengono di solito inclusi nel genere gli Iron Maiden di Piece of Mind, svarione epico di una carriera che poi non si addentrerà quasi più in questi ambiti. Dopodiché potrei farti mille nomi o nessuno, perché la maggior parte dei gruppi di metal classico ha avuto qualche sfumatura epica sparsa qua e là nella propria discografia (persino i Savatage), ma includerli nel genere tout court sarebbe forzato; dovendoti sparare tre nomi direttamente degli anni ottanta, così su due piedi mi vengono in mente gli Stormwitch (i primi), gli Heavy Load (imprescindibile Stronger Than Evil) e i Pretty Maids (soprattutto Red Hot And Heavy). Per quanto riguarda l’Italia direi di recuperare quantomeno Champion Eternal dei Domine e The Etruscan Prophecy dei Dark Quarterer; come nota di colore ti consiglio anche Avengers of Steel dei Valkija, un gruppo di Catania che stavo riascoltando l’altro giorno e che suona esattamente come piace a noi. E, alla fine di questo  lunghissimo pistolotto, permettimi di precisare che in Glory To The Brave degli Hammerfall l’epic metal è elemento fondante, e quantomeno Metal Age, in questo senso, merita di essere ascoltata senza pregiudizi.

GENTE CHE MANGIA LE INSALATINE

Hi bargs comm’è? Ho deciso di scriverti di nuovo sì, non posso farne a meno. Ho pensato proprio a te. Tu sei stato l’idolo delle mie mattinate scolastiche passate sui ‘’libri di matematica’’ come tanti altri giuovini metallari brufolosi, indi per cui mi sono ritrovato in questo sabato pomeriggio di pausa dal lavoro ad ascoltarmi per caso i Coheed and Cambria. Ecco, io ricordo ancora una tua recensione del loro primo album credo. In quelle righe avevi creato un mondo fatto di Teletubbies gay e dolci animaletti fatti di caramelle gommose che mi fece spanciare per una settimana buona. Ricordo che la staccai e la misi nel portafoglio da tenere come ricordo indelebile (forse è ancora lì) o come scacciapensieri forse. Insomma ogni volta che ero incazzato con qualcuno la leggevo e magicamente mi ritrovavo di nuovo in pace col mondo! some men just want to watch the world burnNon ho mai voluto ascoltare i Coheed and Cambria perchè l’immagine che mi avevi dato di loro e della loro musica era così bella e pura che avevo paura di rovinarla. Dopo anni, oggi mi sono sentito pronto! E porca puttanghera!!! Ci hai beccato in pieno! Sono davvero gay! E la sensazione che ti danno ascoltandoli è esattamente quella che avevi descritto tu nella tua fottuta recensione!! Sono sbalordito!! Questo mi ha sicuramente migliorato la giornata e mi farà tornare a lavoro sicuramente piu in pace con me stesso nonchè con il mio capo sfruttatore! Perchè in fondo la vita è bella e io sono felice di stare nel mio mondo colorato coi miei amichetti orsetti!!!! Ci sono gli orsetti gialli e quelli rossi ma i piu dolci sono sicuramente loro:  quelli verdi! Gli uccellini cinguettano mi salutano e io saluto loro con la mia manina gommosa! Che bello il sole quando mi sorride hihihihihihhihihihihihihhi!!!!!! Tu mi hai creato , e ora mi tieni così. Tornerò, barg. Tornerò!
Jay Jay Okocha

Di solito non ho ricordi chiari delle cose che ho scritto, ma quella recensione la ricordo benissimo. I Coheed and Cambria erano il classico gruppo che ti piaceva pur facendoti vergognare un po’, con quelle velleità fru-fru che non riuscivi a contestualizzare più di tanto. Mica potevo immaginare che poi sarebbero arrivati pure i Mars Volta, che oltre a vivere nello stesso mondo dei Teletubbies facevano pure schifo. Era un periodo un po’ strano in cui gli indiboi si erano fissati col prog metal e quindi sono usciti sti gruppi un po’ a metà, con l’evidente retroterra qualcosa-core e le velleità di costruire qualcosa di strutturato, che poi sembrava più una parodia involontaria che altro, solo che non faceva ridere. I Coheed and Cambria però erano carini; non li sento dall’epoca, ma ricordo che erano carini.

GENTE CHE VA IN BASILICATA

Caro Roberto, non immagini che gioia (sì proprio quella!!!) avervi ritrovato dopo un po’ di anni; penso che non ritrovarvi di botto in edicola fu per tutti gli amanti di MS un duro colpo, per cui poter rileggere di te e di tutta la redazione che fu è una cosa fantastica.
Visto che chi frequenta questo blog è sicuramente un grande intenditore di metal & dintorni, e visto che il numero dei frequentatori (non sanno cosa si perdono ) è ancora esiguo, vi propongo un incontro all’Agglutination 2013 (penso che la vallata su cui domina Chiaromonte sia un ottimo scenario naturale). Potremo bere una birra insieme; sono sicuro che molti di noi apprezzerebbero molto. A presto
Carmelo
È un’idea fantastica; ci avevamo pure pensato un paio di volte ma poi siccome siamo dei debosciati abbiamo sempre rinviato. Quest’anno all’Agglutination, oltre a me, presenzierà anche il dottor Ciccio Russo per la sua prima volta, e ci dovrebbe essere anche il piccolo Nunzio Lamonaca: quindi una specie di mini-meeting si potrebbe fare, anche considerando eventuali partecipazioni dell’ultimo minuto. L’unico problema è che, se dovesse sorgere un imprevisto dell’ultimo momento, poi magari qualcuno non viene e sembra che abbiamo fatto il bidone. Quindi io direi che in linea di massima ci possiamo dare tutti un appuntamento in loco, e che ci teniamo aggiornati tramite la pagina facebook per sicurezza.
Comunque, per la precisione, quest’anno l’Agglutination si terrà a Senise, che è molto più facilmente raggiungibile rispetto alle altre due location storiche; specialmente Chiaromonte, incastrata sul cucuzzolo di un’altura, che già l’arrivarci era parte integrante dell’esperienza heavy metal.  Quindi stavolta sarà meno grim & frostbitten ma molto più comodo. Cercheremo di venirci, se siete interessati tenete d’occhio la pagina facebook. Viva tutti, la mail è sempre bargonaz@gmail.com, e giuro che la prossima non sarà fra altri due anni. (Roberto ‘Trainspotting’ Bargone)

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