Avere vent’anni: NOCTURNAL RITES – The Sacred Talisman
L’esplosione del power metal nella seconda metà degli anni Novanta è solitamente descritta come una tremenda pestilenza abbattutasi sulle nostre teste, una catastrofe così atroce da non poter essere altro che una punizione divina per costringerci ad espiare collettivamente un qualche innominabile delitto compiuto chissà dove e chissà quando. Qual era la nostra colpa, esattamente? Le chiese bruciate in Norvegia? Blaze Bayley negli Iron Maiden? Il nu metal? Roots? Le ipotesi si sprecano, ma in realtà si può capovolgere completamente il discorso: gli sciami di gruppi con cantante castrato e doppia cassa a frullatore servirono a creare l’humus da cui poterono venire fuori perle di assoluto valore che, in altri momenti storici, a stento sarebbero riuscite ad avere un contratto discografico.
The Sacred Talisman è uno degli esempi più eclatanti. L’attenzione che il pubblico rivolgeva al panorama power metal (e affini) fece in modo che in parecchi si accorsero di quest’album; di sicuro anche grazie ai due precedenti lavori della band svedese, i pregevolissimi In a Time of Blood and Fire e Tales of Mystery and Imagination, che avevano lasciato un ottimo ricordo. Però, benché parecchi continuino a considerare il suddetto Tales… come il capolavoro dei Nocturnal Rites, per me è proprio The Sacred Talisman il loro apice. Un disco davvero pazzesco, undici tracce praticamente perfette che si susseguono senza lasciare fiato, dalla durata tendenzialmente breve con l’eccezione della ballata, la bellissima The Legend Lives On, l’unica a superare abbondantemente i 5 minuti quando le altre non raggiungono mai neanche i 4 minuti e mezzo.
Niente lungaggini quindi: i Nocturnal Rites qui vanno sempre dritti al punto, con una buona varietà di soluzioni stilistiche ma senza mai dimenticarsi dei due elementi fondamentali di ogni buon disco power metal che si rispetti: la melodia e il fomento. Ed è davvero impossibile non fomentarsi con inni di battaglia come Eternity Holds, Ride On, Glorius o l’apertura Destiny Calls, e mi fermo qui solo per non elencare tutta la scaletta.
Un altro fattore che ha reso The Sacred Talisman un disco così particolare è intimamente legato alla provenienza svedese del gruppo. La Svezia, a differenza di Germania e Italia, non ha mai avuto una vera e propria scuola power metal, ma, di contro, ha una solida tradizione hard rock. Se ci pensate, noi abbiamo avuto Rhapsody e Labyrinth che hanno dato la stura al modo italiano di comporre power, mentre in Germania c’erano gli Helloween, i Blind Guardian e gruppi di confine come i Running Wild (anzi, RUNNING WILD!) come punti di riferimento principali; persino la Finlandia, con gli Stratovarius, ha dato il via a una sequela infinita di epigoni. In Svezia no: e la band più grossa uscita fuori in quegli anni, gli Hammerfall, suonava metal classico che non aveva nulla a che vedere con il power novantiano. È per questo che i Nocturnal Rites suonano diversi: nel suono, nelle soluzioni, nel modo di incastrare le melodie, persino nel timbro del cantante. Ed è anche per questo che, successivamente, abbandoneranno il power metal e diventeranno un gruppo tendente all’hard rock – ma questa è un’altra storia.
Detto ciò, il modo migliore per apprezzare e comprendere The Sacred Talisman è ascoltarlo rigorosamente quando si è in uno stato di, come si suole dire, presa bene. Tutto l’armamentario di cavalieri, spadoni, battaglie, morti gloriose e vittorie epiche è declinato in maniera tale da non risultare stucchevole neanche, suppongo, per chi non sopporta il power metal novantiano. Questo sia per gli stretti legami tra i Nocturnal Rites e il metal classico svedese, sia semplicemente per il fatto che qui il gruppo era in stato di grazia. E la vociaccia sgraziata di Anders Zackrisson, cacciato via poco dopo per fare spazio a un cantante formalmente migliore di lui, è per quanto mi riguarda un punto di forza, non un difetto. (barg)
Ps: una volta finita la recensione, mi sono ricordato di averne già scritta una nove anni fa. I concetti espressi sono molto simili, e ciò quindi dimostra che The Sacred Talisman continua a provocarmi le stesse sensazioni anche a distanza di anni. E dimostra anche che sono uno scoppiato, ma facciamo finta di niente.
Confermo: si tratta di un disco onesto, diretto, ben fatto, si ascolta volentierissimo. Personalmente non lo ritengo un capolavoro, ma è un album molto solido e uscì al momento giusto. Ricordo che lo trovai per caso presso il mio negozietto di fiducia dell’epoca, lo ascoltai e decisi di comprarlo subito.
La cosa che mi aveva attirato per prima era il nome, perché mi ricordava un ascolto di alcuni anni addietro. Nessuno lo sta dicendo, ma se ci fate caso il nome Nocturnal Rites non è proprio da heavy o power… Questo gruppo ha un passato più estremo, che però durò pochissimo.
Nel giro del tape trading e dei demo per corrispondenza, nell’estate del ’92 girava una compilation su cassetta di gruppi emergenti Black e Death. C’erano varie cose, provenienti da varie zone, tra cui una canzone dei Nocturnal Rites, quando facevano Death.
Purtroppo ho perso la cassetta (come il 99% delle cassette che avevo) e non ricordo più il titolo della compilation.
Se qualche altro vecchio dinosauro se la ricordasse, ci farebbe un grande piacere.
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gruppo che letteralmente mollato non appena zackrisson se n’è andato via.
fino ad allora, compreso questo disco, non hanno sbagliato un colpo.
mai sentiti in versione death, sarei curioso anch’io.
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Qui si può ascoltare una canzone del primo demo (1991): https://youtu.be/040Yw4FcraI
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Da Metal Archives:
Nocturnal Rites started off as death metal, recording one demo and a promo in this style. After a few years their sound gradually became more melodic and by the time they released their first album they were playing power metal.
https://www.metal-archives.com/bands/Nocturnal_Rites/260
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