Il tempo è inclemente, il decadimento è un qualcosa di inevitabile. Ne ho puntualmente conferma le rare volte che vado a cena dai miei genitori, i miei vecchi sono persone abbastanza intelligenti, di molteplici letture, hanno studiato e tutto il resto ma con il tempo stanno perdendo letteralmente i pezzi. Mia madre, alle otto meno cinque, molla di punto in bianco qualsiasi attività in corso per recarsi in salotto tipo zombi per assistere al gioco della ghigliottina presentato dal fluorescente Carlo Conti, allo svago segue poi la ben peggiore deriva pseudo-intelligente delle interviste di Fabio Fazio (guai a chi osa fiatare). Non perdono occasione per magnificarmi le incredibili qualità di Che Tempo Che Fa o delle trasmissioni di Benigni (basta, per favore) e si stupiscono del disinteresse misto a scherno che io provo per queste loro passioni televisive. Purtroppo, per quanto possa far male, non sono del tutto sicuro che riuscirò ad evitare la stessa sorte. Negli ultimi anni sono molteplici le concessioni al peggio alle quali mi sono lasciato andare, procedo ad elencarne alcune in ordine sparso: evito di bere alcolici durante la settimana, tutti i giovedì gioco a calcetto con i colleghi, ci tengo terribilmente a vincere per salire nelle statistiche dell’ufficio, sono stato in vacanza in un villaggio a Sharm El-Sheikh, ho intenzione di vendere la Ducati, metto la cravatta tutti i giorni e, last but not least, alle ultime elezioni ho votato per il PD.
Sono un mezzo relitto insomma, una cosa però mi resta: il metallo. Una devozione cieca per il r’n’r e in particolare per alcune delle sue derive meno appariscenti (anche perché comunque oggi il metal mainstream non esiste, ma questo è un altro discorso). The Underground Resistance, appunto. La difesa dell’underground come ultimo bastione prima del totale disfacimento personale. Il mio Fosso di Helm privato, la battaglia che non può essere persa perché significherebbe la sconfitta definitiva.
Veniamo alla cronaca: per quella che è la mia sommaria conoscenza della materia The Underground Resistance non è un album black metal, forse lo è nell’approccio, nello spirito ma non nel suono che invece è una sorta di pastone di Venom misto N.W.O.B.H.M. sparato a tremila, per le questioni di genere vi rimando ai miei compagni di merende di Metal Skunk che nell’ambito ne sanno ben più di me. Quello che so è però che Dead Early è metallone furibondo che fa tremare i muri, mi basta. Stesso discorso per l’inno a ribaltare crocefissi di cui si era parlato tempo fa o per la clamorosa Come Warfare, The Entire Doom. Detto questo non stiamo parlando di un album senza difetti, alcuni anzi sono addirittura grossolani, a tratti ci sono delle vocals veramente sguaiate e sembra quasi di stare ascoltando la parodia dell’heavy metal; giocare a fare King Diamond non è una cosa facile, il confine con la cazzata è sottilissimo e in un paio di occasioni siamo davvero al limite (The Ones You Left Behind). In generale poi la vena più epica sembra essere meno convincente dei sublimi momenti di puro devasto. Sia chiaro, è un disco i cui pregi superano di gran lunga i difetti, questi purtroppo però ci sono e ne minano la coesione finale. Comunque onore ai Darkthrone, al momento The Underground Resistance me lo tengo stretto, quando non mi piacerà più questa roba sarà davvero finita. (Stefano Greco)
Stanno stroncando questo album un po’ ovunque e forse nei panni del blackster intransigente farei lo stesso . ma visto che non lo sono dico che questo è un gran bell‘album e, come dice Stefano, se non mi piacesse più questa roba addio
la descrizione del declino dei genitori è praticamente identica alla mia, manca solo la terrificante lista della spesa di fazio&saviano e poi potresti essere mio fratello!
per il resto sono lieto di vedere che sto resistendo agli altri segni di declino: alcol tutti i giorni, lo sport non lo pratico da quando i darkthrone si pittavano ancora, delle moto non me ne è mai fregato un cazzo, ma soprattutto non mi turo più il naso in cabina elettorale :-)
È sempre traumatico tornare a casa e sentire i tuoi che parlano bene di Benigni o di Fabio Fazio. Meno male che ci sono i cori di Valkyrie a salvarci la vita.
la vita va avanti ma il metal resta per sempre…non penso che nessuno di noi, anche fra 30 anni di nascosto dai nipotini non si sparerà una dose di sacro metallo, così per vivere meglio…ps mio figlio di 4 anni ha apprezzato molto il video dei jungle riot ed ha detto ” papà anche io voglio suonare la batteria come quel signore”!!!
Stanno stroncando questo album un po’ ovunque e forse nei panni del blackster intransigente farei lo stesso . ma visto che non lo sono dico che questo è un gran bell‘album e, come dice Stefano, se non mi piacesse più questa roba addio
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A me è piaciuto assai…nonostante le vocals a volte troppo “cariche”.
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Roberto lo avrebbe messo Top Album a prescindere
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io sto scrivendo uno sproloquio lunghissimo a parte, lo faccio uscire fra qualche giorno
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can’t wait!
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No vabbè, ma la Ducati non venderla. Che brutto mondo.
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il problema e’ che in inverno la uso molto poco, di solito dopo l’estate cambio idea :-)
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la descrizione del declino dei genitori è praticamente identica alla mia, manca solo la terrificante lista della spesa di fazio&saviano e poi potresti essere mio fratello!
per il resto sono lieto di vedere che sto resistendo agli altri segni di declino: alcol tutti i giorni, lo sport non lo pratico da quando i darkthrone si pittavano ancora, delle moto non me ne è mai fregato un cazzo, ma soprattutto non mi turo più il naso in cabina elettorale :-)
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È sempre traumatico tornare a casa e sentire i tuoi che parlano bene di Benigni o di Fabio Fazio. Meno male che ci sono i cori di Valkyrie a salvarci la vita.
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Il primo paragrafo descrive ESATTAMENTE me, eccezion fatta per il PD. Welcome to my nightmare.
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Anzi, anche il secondo.
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chi riesce a guardare la tv è da ammirare (si salvano giusto i film…)
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a me i primi darkthrone mettono sonno ma amo gli ultimi.boh
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recensione-manifesto dell’underground resistance…chi non apprezza quest’album davvero non sa cosa si perde…..
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Il piu bello fra gli ultimi Darkthrone. In heavy rotation da giorni.
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la vita va avanti ma il metal resta per sempre…non penso che nessuno di noi, anche fra 30 anni di nascosto dai nipotini non si sparerà una dose di sacro metallo, così per vivere meglio…ps mio figlio di 4 anni ha apprezzato molto il video dei jungle riot ed ha detto ” papà anche io voglio suonare la batteria come quel signore”!!!
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darkthrone gli unici sempre veri e coerenti e suonano solo il cazzo che gli pare…gran disco
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