I fuoriclasse della Bundesliga: NEMESIS SOPOR – Firmament

È molto probabile che il disco che troverete in cima alla mia classifica di fine anno sia già uscito: s’intitola Firmament e lo hanno scritto i tedeschi Nemesis Sopor. Sono un gruppo attivo già da 15 anni, questo per loro è il quarto album oltre a due split (uno è il 4-way split Quintessenz del quale vi parlai un po’ di tempo fa, l’altro è con i Drengskapur)  e un EP (Eis zu Stein, uscito solo in versione vinile 10 pollici nel 2019).

Io li adoro da sempre. Non hanno mai sbagliato un disco, o meglio: non hanno mai scritto niente di diverso che Cose Preziose (cit. Stephen King), e mi scoccia da morire non essere mai riuscito a trovare il loro esordio Wurzelloser Geist (2011) in CD. Prima o poi ci riuscirò, la vita è lunga. Se qualcuno ne scova una copia in giro mi dia una voce, ok? Attendo fiducioso. Ora basta divagare, che se no i grandi capi s’incazzano.

I Nemesis Sopor sono un gruppo grandioso che ha saputo unire il black metal furioso e invernale, ma anche lento e catastrofico, tipico dei loro conterranei (gente come Klage, Kargvint, Kältetod, Erhabenheit, Wigrid e similari), con il post-black progressivo e atmosferico di fenomeni del calibro di Nocte Obducta o Nagelfar. Pendendo spunto da entrambe le correnti e selezionando il meglio del meglio possibile, i Nemesis Sopor trovano l’alchimia perfetta e scrivono brani lunghi, complessi ed articolati, riuscendo a non annoiare mai l’ascoltatore per un solo secondo, affascinandolo ed ammaliandolo e catturandone la completa attenzione, sicché si possano comprendere tutte le innumerevoli sfumature dei pezzi.

Si spazia da riff sciolti, liquidi, quasi psycho/prog, al blast beat furioso in monocorda, armonizzandoli con una naturalezza che solo i fuoriclasse possiedono. Se volessimo sintetizzare la loro musica in modo semplicistico li potremmo definire come una versione violenta dei Nocte Obducta, ma spero di avervi fatto comprendere che nei meandri delle partiture di questi nuovi sei gioielli c’è molto di più, si va oltre, si entra in campi post-black che per ora sono stati visitati da pochi adepti della Nera Fiamma con successo. Un brano per tutti: Apsis, 9 minuti e 57”, in cui c’è la sintesi di tutto quanto suonano i Nemesis Sopor al giorno d’oggi: non mancano tempi dispari, blast beat, voci pulite, screaming e growl, riff sospesi psichedelici, intrecci con chitarre pulite, gelo e arsura desertica, cattiveria e dolcezza, romanticismo e perversione, tutto e il contrario di tutto. Un pezzo da dieci minuti di brividi continui, lo porto ad esempio perché a scrivere brani lunghi sono capaci tutti, ma scriverne di lunghi dieci minuti che non abbiano mai cali, sezioni superflue o che finiscano per rompere le palle dopo che li hai ascoltati tre volte no, è tutto un altro discorso, ci riescono solo i migliori.

Questo sono i Nemesis Sopor: i migliori. Dei fuoriclasse. E quando sarà ora lo metterò nero su bianco (probabilmente già lo sto facendo). Voi non aspettate dicembre e godetevi appieno questo splendore di disco fin da subito. (Griffar)

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