Il festival dei vecchi

Non c’è nulla di male ad invecchiare; c’è chi ci si trova a proprio agio e chi meno, a chi viene meglio e a chi peggio, però di per se stesso è un fenomeno del tutto naturale e comune a tutti, belli o brutti, ricchi o poveri, rockstar e non. E perché nasciamo, cresciamo, invecchiamo e poi moriamo? Che domanda sciocca, direte voi arguti lettori: è chiaro che la natura è quella perché altrimenti saremmo troppi già da qualche miliardo di anni. Beh sì, è indubbiamente vero, ma è soltanto una parte della risposta, la più ovvia. Noi moriamo perché ad un certo punto serve il rinnovamento, che è necessario per non stagnare e decadere come specie, per progredire.

Supponete di avere eternamente venti anni, o anche cinquanta, di essere fisicamente nel fiore degli anni ma di aver vissuto duecento, cinquecento, ottocento, o anche mille anni. I primi decenni tutto bene, tutto fantastico. Ma poi? Dopo aver provato tutto, fatto tutto, sperimentato tutto, pensato tutto, ecco, cosa vi rimarrebbe? Perché dovreste alzarvi la mattina se avete vissuto lo stesso giorno un fantastilione di volte? Quale sarebbe la molla a farvi scattare? Il bisogno, la novità, in una vita eterna? O non sperereste forse di essere colpiti da un asteroide, tanto per cambiare? Ma più che altro di che stracazzo vai cianciando, vecchio citrullo pelato? Ci arrivo.

Immaginate di essere uno dei gruppi di questo fantastico festival geriatrico messo su in America per il prossimo mese di ottobre:

Il gruppo più “giovane” del cartellone sono i Tool, formatisi nel 1990: età media dei componenti circa sessant’anni.  I restanti hanno dentro gente di età tale che, sommata, fa tipo tremila anni. Mettetevi nei panni di Steve Harris che incontra Slash o Axl Rose: di che parleranno secondo voi? Dei prossimi album, di puttanate, di fregna, di che? Di quello di cui avrebbero eventualmente chiacchierato quarant’anni fa, casomai ciucchi e spompati da qualche groupie? Di nuovi album, del futuro, di Rock n’Roll? Cosa pensate mai che vedranno quei tot sveglioni ammassati ai cancelli quei giorni di ottobre, al costo, pare, di svariate centinaia di dollari a biglietto? La sedia a rotelle di Ozzy? O ancora, cosa fiuteranno nell’aria, oltre all’incredibile quantità di Voltaren in giro (anche il loro)?

Francamente pensavo fosse uno scherzo, invece è tutto vero: gli organizzatori hanno ben pensato di tirare su una kermesse di vecchi per vecchi, nel senso che, tranne eccezioni, chi può permettersela è gente con un tenore di vita economico diverso da quello del ventenne medio, anche in America. E perché hanno tirato su una sfilata di cariatidi? Ma per essere sicuri di guadagnarci, d’altronde negli Stati Uniti si fa business, mica si smacchiano i giaguari. Solo che un festival così, per gente da una certa fascia di reddito in poi, è la negazione, non tanto del metal, ma del rock più propriamente detto.

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E di chi è la colpa? MA OVVIAMENTE DEGLI SVEGLISSIMI FANS, sia chiaro, quelli che non capiscono un cazzo di nulla e che non si rendono conto che per ogni album di merda acquistato ai Maiden/Metallica/sailcazzo post 2000 tolgono linfa a quelli che poi non vendono dischi abbastanza nemmeno per fare il pieno alla macchina e sono costretti a sperare di vendere qualche maglietta in più ai concerti, sempre ammesso che ci rientrino con le spese. Gente, i fan dico, che anche quando non può permettersi il biglietto per il loro gruppo di cariatidi preferito ESULTA perché se lo potrà permettere qualcun altro, cioè qualcuno che, nella loro testa, siccome può spendere seicento dollari non è fan e diversamente non li avrebbe mai visti (!?), quando è di tutta evidenza il contrario, ovvero che spendi certe cifre se te le puoi permettere, ma soprattutto SE PENSI NE VALGA LA PENA, ovvero se sei FAN TERMINALE, del tipo di quello che ha scritto questa fantastica contorsione mentale che vi riporto qui sotto e che ho trovato pubblicata sulla chat Telegram di Metal Skunk (nella quale dovreste entrare, nel caso non l’abbiate ancora fatto):

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Insomma non c’è nulla, ma proprio NULLA di cui essere felici per un festival così. E anche per chi se lo potrà permettere, che evidentemente non capisce a che genere di spettacolo andrà ad assistere, come eventi del genere cannibalizzino quel poco che c’è per gli altri e anche, se non soprattutto, che dopotutto sarebbe meglio li colpisse in fronte un asteroide dallo spazio profondo. (Cesare Carrozzi)

21 commenti

  • Al di là della questione patetica del festival in sé è vero che ormai certi eventi sono appannaggio esclusivo di gente con un sacco di pila. Pure il prossimo tour degli scoppiatissimi Metallica ha prezzi imbarazzanti, e pensare che nel 96 credo che pagai 65.000 per vederli a venti metri dal palco circa. Vabbè che erano già in calando all’epoca di Load, ma comunque rende bene l’idea di quanto i prezzi siano lievitati per assistere a certi concerti. Che queste cariatidi stiano rubando spazio vitale a gruppi più giovani, costretti a rimanere dietro le quinte ne dubito. Dietro a questo esercito di morti viventi c’è semplicemente il nulla, perché non venite a dirmi che un domani ci sarà gente disposta a riempire palazzetti dello sport per vedere chessò, i Sabaton o altri di quel livello. Non ci sarà più un cazzo, se non a livello underground.

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  • Vi prego, ditemi che la suddetta contorsione mentale altro non è che un arguto pesce d’aprile… come quello che SPERO essere il fatto che qualsiasi band in odore di destra è sparita da Metal Archives oggi…

    Intanto, a proposito di live, sono in attesa che suonino i Whiskey Ritual, e vaffanculo ai vegliardi

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    • Questo é un festival a uso e consumo dei giovani ricchi made in Silicon Valley.
      Sul futuro non sono così pessimista, le band che riempiono stadi e palazzetti ci sono, ma sono talmente distanti dai nostri radar che non ce ne accorgiamo. Perché alla fine anche noi siamo in po’ più vecchi giorno dopo giorno.

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  • Da un po’ l’assistere ai concerti è diventata roba da ricchi. Tutto ciò che c’era di antiborghese e antisistema è morto.
    Rimane un genere morente e che sta implodendo nella sua ipocrisia.
    Non è più roba per giovani; è roba per quarantenni (in su) che tra i 20 e 30 anni fa ha scoperto questa musica e non l’ha più abbandonata.
    Dietro solo macerie.
    Bell’articolo.

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  • La musica antiborghese e antisistema poteva esserlo giusto quaranta anni fa, almeno che qualcuno ha trovato il modo di farsi ibernare e oggi,ritornato alla vita,mostra la sua desolazione.I Metallica e gli Iron Maiden vivono di rendita per quello che hanno creato nel passato.I gruppi ,che fanno fatica a fare il pieno nella macchina , spesso
    scimmiottano chi li ha proceduti.Dare dei vecchi, a gente che ha superato,o neanche raggiunto, i sessanta anni, e’ stupido. E poi voglio vedere voi giovani come sarete a cinquant’anni con tutte le stronzate che fate,tipo assumere Red bull e Viagra per accentuare le vostre performance sessuali.

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  • Il problema è che le band dei’70-80 sono ancora quelle migliori in circolazione. Quelle buone più giovani non hanno saputo dare linfa nuova, i Maneskin sono un frullato di già visto e fanno i trasgressivi rigorosamente griffati. Poi per il problema prezzi il fatto non sussiste…se per vedere il principe Bruce eroe della classe operaia e di quelli che non ce la fanno devo spendere 300 euro me ne sto a casa e metto sul piatto Born to Run.

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  • Antisistema? Borghesia? Ma qui ogni volta si tira fuori l’intento politico? E’ musica, genere di consumo. Che rottura di cazzo gli invasati che devono per forza vederci delle spinte sociali.
    Carrozzi ha banalmente ragione, tranne sul fatto che non vi sono già gruppi che riempiono palazzetti (che poi, chissenefotte, mica l’ha chiesto il dottore di ascoltare musica nei palazzetti). E fa bene a riprende il suo articolo sui FAN che buttano vagonate di soldi su prodotti inaccettabili (son soldi soldi loro e ci fanno quello che vogliono; e Carrozzi pure critica quello che vuole, per fortuna).

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  • A me sale solo addosso la tristezza. Ma per pochi secondi. Poi penso che a 10€ posso vedermi gli STORMO a Torino, per 15€ gli Obsessed, per cifre analoghe ho già visto i Messa e per cifre di poco superiori vedrò anche i Melvins. Quindi che vadano affanculo, di concerti fantastici a prezzi abordabili ce ne sono ancora parecchi, perciò finché ce ne saranno mi guarderò quelli. Per la maggior parte li ho visti già a tempo debito. Metallica, Guns e Iron non tirano fuori un disco buono in tre da decenni…

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  • .. e a leggere di questo festival, ripenso all’estate scorsa che mi sono fatto Padova-Bologna e Padova-Livorno nel giro di tre giorni per seguire i Pentagram in tour in Italia. La prima sera addirittura l’entrata era ad ingresso libero, con offerta. Ci saranno state forse ad esagerare una ottantina di persone. Ho visto un pubblico vero, di gente diversa per anagrafe e stile ma tutti lì per la stessa cosa. Cori, partecipazione, pogo e pochissimi cellulari alzati. Come disse qualcuno l’underground ci salverà. Per quanto mi riguarda uno dei migliori live della scorsa estate.
    Fuori da discorsi politici o filosofeggianti, tornando al Power Trip, questo vuole essere il Coachella del RnR, roba per gente che gioca per una sera a vestire i panni del duro o del metallaro. Secondo me non è questo il RnR.
    Il RnR è vedere Bobby Liebling a 70 e passa anni tenere performance stratosferiche sul palco, girare per l’europa su un cazzo di van targato polacco ed incontrare i fan a fine concerto. Di band così se ne trova, non riempiranno gli stadi, ma il vero RnR arde qui.

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  • Tra le altre cose vendo dischi nella mia libreria, un’attività extra che faccio per pura passione perchè se cerchi il soldo nel 202X non ti metti a vendere dischi, tantomeno hard n heavy. Mi mette una tristezza infinita vedere che molti dei pochi che ancora i dischi li comprano sono nostalgici fossilizzati che spendono i soldi per l’ultima porcata inascoltabile dei Maiden o AC/DC, comprata sapendo pure che è una porcata “eh ma sono loro, i loro dischi non posso non comprarli” ma poi quando gli consigli roba tipo Vultures Vengeance, Traveler o Cauldron Born storcono il naso senza nemmeno provarli. Allora non si tratta più di passione per la musica ma solo di nostalgia, di rimanere attaccati alle cose che facevano a 15-20 anni e solo a quelle. Il risultato è che i Maiden continuano a fare i miliardi con porcate inascoltabili come Senjutsu mentre chi ti tira fuori dischi coi controcoglioni è già fortunato se firma con la Cruz del Sur e stampa 1000 copie. Applausoni al metal fan medio che è il primo responsabile della morte della musica che dice di amare.

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    • Dov’è che hai questa libreria, se posso permettermi di chiedere?

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      • Provincia di Torino. Al punto in cui siamo arrivati credo di essere l’unico che in negozio ha dischi di gruppi come Fates Warning, Riot, Nazareth o Doomsword nel raggio di centinaia di km…

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  • Ma devono pure campare o no, questi cosiddetti “vecchi”, oppure devono già cominciare a informarsi su quanti posti disponibili ci sono negli ospizi? Io credo che finché c’è la salute e l’energia, è giusto che perseguano le loro passioni, sticazzi dei giudizi altrui e di chi andrà o non andrà ad assisterli. Piuttosto questi “tuttologi grandi pensatori” pensassero a quando avranno quella stessa età e a come staranno letteralmente a brandelli! Tra l’altro per loro è pur sempre un lavoro e senza lavoro “non se magna”, anche se negli introiti di una vita ci potrebbero campare intere generazioni tra i loro discendenti. È perfettamente inutile poi rivangare un passato d’oro che non c’è più, anche se comprendo perfettamente quanto abbia solcato il cuore di molti, facendoci vivere a mio avviso, la migliore giovinezza che possa mai esistere. Sappiamo che sono stati splendidi anni d’oro, ma che purtroppo non torneranno mai più se non nei ricordi stretti di chi come me, ha varcato i migliori palchi che potevano esserci in Italia di quegli anni e che ancora si reca alle mostre del collezionismo musicale, a cercare rarità che possano rievocare quei momenti. Ma che ne sanno i giovani di ora, di dormire in un sacco a pelo alla vigilia di un Monsters of Rock per ritrovarsi tra i privilegiati della prima fila, che ne sanno di farsi in solitudine 500 km. in una mini auto, per andare a vedere gli Skids (Row) oppure i Maiden di No prayer e di Fear of… Oppure di stare in prima fila sotto al palco di un piccolo teatro tenda, a godere del rombo della Harley di quel pazzo di Halford urlante di Painkiller, o ad assistere a special guest come gli unici ed inimitabili Pantera o di godere del sound di quel chitarrista che mi lanciò un plettro in faccia e che riporta il nome di Malmsteen, perlopiù a pochi metri da casa e con un biglietto acquistato a poche lire! Insomma, che ne sa chi giudica solo ciò che vede e non sa cosa esattamente è stato vissuto sulla pelle di molti fans prima di loro. E a come si sentono certi musicisti che da sempre hanno perseguito nel cuore e nei fatti le loro passioni musicali. Quindi dico che va bene così, che si godano ancora un altro po’ la vita questi “vecchi” che hanno fatto la storia, i biglietti costano cari ma è anche giusto sotto certi aspetti. Chi ha già avuto il privilegio di vederli può anche non andare, chi non li ha mai potuti vedere avete la fortuna di spulciarvi video e dvd, oppure pagate e approfittate di queste occasionali reunion. Anche perché poi quando non ci saranno più, state tranquilli che pure tutti gli ipocriti che li hanno criticati per una vita, li rimpiangeranno all’infinito.

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  • Ma andate a cagare, tutti voi che andate a vedervi ‘ste megaconcerti di merda. Fottetevi, non capite un cazzo di musica e fosse per voi al mondo di musica decente non ce ne sarebbe proprio. Dai, continuate a farvi prendere per i fondelli da ‘sta manica di vecchi stronzi e vantatevene pure. Manica di imbecilli che non siete altro.

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