MEGADETH – The Sick, the Dying… And The Dead!

Ci stavano girando intorno. Dystopia non era propriamente una cagata fumante come i dischi che lo hanno preceduto. È bastata giusto un po’ di nuova linfa vitale, data dall’innesto di Kiko Louriero e dal suo stile solista che invero ben si confà ai Megadeth e dal “riciclaggio” delle cose buone, che poi sarebbe semplicemente il non snaturare il suono dei Megadeth che tutti abbiamo nel cuore ed evitare di tirare fuori abomini come Thirtheen e Super Collider, et voilà. Basterebbe anche solo limitarsi a questo, e per quelli come me la sufficienza piena sarebbe pure garantita. Non si può volere male a Dave Mustaine.

Davidone, dal canto suo, fa ben di più a questo giro, e non si limita a non snaturare, ma rilancia addirittura con il giusto grado di cattiveria e veleno nei riff e con atmosfere cupe e psicotiche degne del miglior Countdown to Extinction, a tratti. Insomma, tutte cose inattaccabili e degne dei MEGADETH, quelli veri.

Se il livello dei testi è sempre quello che è (Mission to Mars: “And I wanna, I wanna be an astronaut
I wanna, I wanna, wanna”), però qua ritroviamo le strutture delle canzoni, quelle che ci fanno sentire bene, tipo Dogs of Chernobyl, che parte in maniera sinistra e ragionata proprio come un pezzo di Countdown per poi sfregiarci la faccia a rasoiate con l’accelerazione assassina in stile Bad Omen. Come si fa a non emozionarsi?

Un’altra cosa che fa impressione, visto che parliamo di una band che ha visto i suoi anni più verdi parecchio tempo fa, è che non c’è un pezzo che possiamo definire “anello debole”, in questo The Sick, the Dying… And The Dead! Ricordate l’oscena The Emperor su Dystopia? Qua non troverete nulla di tutto ciò. Da quel punto di vista questo album si può accostare a Firepower dei Judas Priest, ed è, signori miei, incontestabilmente il disco migliore dei Megadeth se non dal 1994 almeno da Endgame. Qua anche il pezzo meno convincente è più che convincente.

D’altronde i tre singoli di anticipazione avevano messo le cose abbastanza in chiaro. Quel proiettile di Night Stalkers, che poi è forse l’apice del disco, trascina a ogni ascolto, e la soglia della cattiveria non cala praticamente mai in quasi un’ora. Célebutante, per esempio, al netto del titolo del cazzo, è una botta di speed metal quasi in stile Annihilator quando sono in forma smagliante e We’ll Be Back, altro singolo, chiude i giochi come meglio non si potrebbe. Ditemi chi, dei coetanei del buon Dave, è ancora in grado di tirare fuori roba del genere nel 2022. Non certo quegli altri che lo cacciarono a pedate dalla loro banda una quarantina di anni fa. A differenza loro, Dave è sempre stato un uomo solo al comando e ancora ci fa vedere di che pasta è fatto artisticamente parlando, visto che è rimasto illeso dopo l’auto-da-fè “petaloso”, perfettamente in linea coi tempi che corriamo e che ha avuto come vittima Dave Junior, il quale non era colpevole di nulla se non di avere ancora una normale libido alla sua età, che non è poi nemmeno così avanzata.

Per i Megadeth del 2022 vale il teorema dei Saxon e degli Scorpions: nessuno è in grado di fare i Megadeth meglio dei Megadeth, e per inculcare una mentalità, un modus operandi e fare in modo che millantamila diversi musicisti suonino in quella maniera là ogni volta che si raccolgono sotto quella determinata bandiera devi sì essere un po’ stronzo e per nulla democratico, ma anche avere carattere e cervello da vendere, nonché due palle di granito, proprio come un domatore di belve feroci. Insomma: “Dave Mustaine si nasce, e lui lo nacque, modestamente”. (Piero Tola)

8 commenti

  • Bell’album, ma nulla di esaltante, francamente.

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  • Il disco spacca il culo e umilia quel che resta dei cosiddetti big four storici (puttanate giornalistiche da quattro spicci, certo). Non c’è proprio storia. Qui siamo dentro un’altra categoria. Poi sì, i suoni e la voce di Mustaine (ma non sempre). Le linee vocali su alcuni brani che sembrano buttate un po’ lì a cazzo di cane (ma non sempre, anzi). Ma per dio: prendiamo atto che stiamo parlando di un’altra categoria.

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  • A un primo ascolto non mi era sembrato gran che, domani riprovo…

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  • cippalippaunited

    mi son visto il podcast con joe rogan e mustaine e’ un veramente un coglionazzo .
    si rifiuta di suonare testi “satanici” che e’ esattamente la solita accusa della minchia che e’ stata tirata fuori innumerevoli volte propio per squalificare l’heavy metal come musica per malati di mente , satanisti ammazza gatti etc

    ma perche’ poi non se ne sta a casina a pregare, tanto fra i megadeth , metallica , slayer e minchia rosenthal e i suoi amici sionisti non solo hanno rotto il cazzo e da mo’ ma non se ne sente il bisogno di vedervi a 75 anni in pantaloni di pelle , ebbasta , siete milionari , che vadano a fare del volontariato in ospedale. gli slayer da jimmy kimmel non si potevano vedere, come i metallica da stern

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  • Ribadisco il mio apprezzamento più a freddo e dopo reiterati ascolti: anche a mio modo di vedere sto disco seppellisce qualitativamente Dystopia, però mannaggia il cristianesimo. Il ritornello di Sacrifice (pezzo a firma prevalente di Loureiro che, con merito, ha scritto con il roscio i due terzi del disco) è una delle cose più brutte (qui le linee vocali sono una merdata da bestemmie a nastro) che abbia sentito negli ultimi 25 anni.

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