Magn’ bene ‘e Dio e caca diavularia

1850_whr_Cloaca_Maxima

il Super Collider ai tempi dei Romani

Qualche anno fa mi trovavo a Bologna. Incontro un amico che lavorava alla stazione. È l’inizio dell’estate, caldissimo, il Reno in ebollizione. I bolognesi non ci facevano quasi più caso, tanto erano impegnati a scansare cani randagi, monnezza e punkabbestia, ma la città era diventata una Babele anche agli occhi di uno che veniva dall’Urbe. Via dell’Indipendenza era talmente trafficata che il rombo delle macchine rimbalzava sotto i portici, si amplificava e ti si conficcava in testa con una eco tale che non riuscivi manco a pensare. All’ennesimo ‘Eh???’ si decide di rimandare le ciarle fino all’imbocco di via Rizzoli. Ma niente, anche lì un casino della madonna. Mi avevano detto che era una città per gente tranquilla e che erano tutti salumieri e bottegai. Si opta per via Zamboni e che ve lo dico a fare: tipo Spaccanapoli sotto Natale. Piazza Verdi: piazza Tahrir, con la differenza che le uniche bombe incendiare da temere erano quelle che la gente seduta per terra si stava fumando. Ritrovata la calma in piazza Santo Stefano, l’amico mio si sente quasi in dovere di giustificarsi e spiegare che solo qualche anno prima Bologna era ancora un posto bellissimo, che le ragazze facevano tardi la sera e camminavano da sole sotto i portici senza il timore di essere violentate, che oggi invece i drogati ti rubano la bicicletta, che tutti questi zingari da dove vengono, che il centro storico è ormai in mano agli studenti pugliesi fuori sede i quali sono mal visti perché si fanno un sacco di canne e sventrano gli appartamenti così da far lievitare il costo degli affitti, che via del Pratello, da che era la strada dei locali, è diventato il luogo di ritrovo di quelli che vogliono scopare per quattro soldi con le prostitute cinesi, che era meglio andarsene a San Donato e che il sindaco qua, che la giunta di là, eccetera eccetera. La conversazione converge sulla morale in generale, il senso civico e la maleducazione della gente, in particolare di quella gente che lui incontrava ogni giorno a lavoro, tra i binari di Bologna Centrale. E qui mi racconta tutta la verità sul ‘cacatore di stazione’…

Mi spiegava, l’amico mio, che d’estate veniva buttato sui binari della stazione tutto uno strato di calce bianca. Lo si faceva principalmente per motivi di igiene ma la cosa risultava anche gradevole alla vista. Devi sapere che alcuni treni regionali, soprattutto quelli vecchi, hanno lo scarico del cesso direttamente a terra. Infatti non è consentito andare al cesso quando il treno è fermo ma appena esce dalla stazione puoi andare e fare tutto quello che vuoi. Nel senso che è vietato ma materialmente, se ti scappa, puoi andarci anche se il treno è fermo. Altri treni invece hanno i cessi chimici e lì non hai limitazioni per andare al bagno e via discorrendo. Durante la giornata lavorativa la stazione di Bologna è un posto relativamente tranquillo ma si riempie la mattina, quando i treni scaricano tutti i pendolari che vengono da Modena, piuttosto che da Ferrara o dalla Romagna, e la sera, quando quella gente deve tornare a casa. In quei momenti è un delirio, mi diceva, allora tutte le lavorazioni, tipo buttare la calce sui binari, le devi fare la mattina presto o la notte.

C’era un tipo, soprannominato ‘il cacatore di stazione’, che saliva sul suo regionale e andava dritto al cesso a cacare. Ma come fate a sapere che si tratta della stessa persona? chiedo. Perché quasi ogni pomeriggio quando quel treno parte lascia sui binari una cacca che prima non c’era e che è sempre delle stesse dimensioni. È enorme e non credo ci sia molta gente in giro capace di fare cose del genere. L’intestino di questo tipo era talmente regolare che ogni giorno, immagino dopo una lunga e stressante giornata di lavoro, scaricava tutte le tensioni e gli umori accumulati non appena metteva piede sul treno. O non riesce a trattenersi o lo fa apposta e non riusciamo a capire chi sia. Abbiamo provato a fare degli appostamenti, a dire che non si può usare il cesso in stazione ma niente, non riusciamo a capire chi sia. Ma perché non la fa in ufficio o quando arriva a casa?

megadeth-super_colliderMa poi scusa, gli chiedo, come fate a sapere che la cacca non c’era già sui binari prima della partenza di quel treno? Ma che c’è qualcuno che controlla se ci sono cacche? E qui mi spiega tutto. In pratica, quando c’è ressa e non si capisce niente perché la gente vuole solo tornare a casa ed è incazzatissima a prescindere, tutti guardano i tabelloni segnaletici per capire dove e quando arriverà il proprio treno, come ipnotizzati. Ma ogniqualvolta ‘il cacatore’ arriva e fa il suo dovere, ogniqualvolta il treno parte e svela il regalino adagiato in terra, la gente smette contemporaneamente di guardare i tabelloni e si gira all’unisono per fissare questo enorme stronzo che sta lì, fermo, tutto avvoltolato su sé stesso, che spicca in mezzo al candore della calce bianca buttata la notte prima; e nessuno riesce più a staccargli gli occhi di dosso. Qualcuno fa smorfie di disgusto e qualcun altro lo indica, ma comunque nessuno riesce più a guardare altro. È così: prima non c’era e adesso c’è. La calura estiva fa la sua parte e la cosa comincia a sciogliersi. Con l’arrivo della puzza si completa finalmente l’epifania del ‘cacatore di stazione’.

Ora, avendolo ascoltato con enorme ritardo (ma prima non gliela facevo), grazie al disco dei Megadeth m’è tornata a mente questa storiella perché è ben rappresentativa. Super Collider fa così schifo che non puoi non ascoltarlo e questa cosa è talmente evidente che non può passare inosservata. Perversione dell’anno insieme agli Stratovarius. (Charles)

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