Skunk Jukebox: the thanksgiving edition
Giovedì scorso cadeva il giorno del Ringraziamento, nel quale l’America si raccoglie nella celebrazione di quegli immortali valori che hanno reso grande questa gloriosa nazione, come le armi da fuoco e l’obesità. Dato che ora nelle statistiche di wordpress puoi vedere anche da quali angoli del mondo giungono le visite (come se già prima non costituissero una fonte di distrazione pericolosissima) e gli Usa risultano il paese straniero dal quale ci arrivano più clic, dedichiamo ai nostri lettori casuali da oltreoceano (sicuramente almeno il 70% di loro finiscono qua giunti alla quarantaseiesima pagina di risultati di chiavi di ricerca zozze che contengono il nome di Alissa White-Gluz) il nuovo video degli HELLYEAH:
Il titolo è probabilmente l’unico verbo irregolare che Vinnie Paul e compagni di barbecue hanno imparato a coniugare alle scuole serali. Deluso dal primo singolo (Stampede era stato il mio guilty pleasure del 2010), non ho ancora ascoltato Band Of Brothers, ma questa canzone è abbastanza divertente, mi sa che lo recupero. Ricordiamo che negli Stati Uniti, a giudicare da quanto leggo sui siti locali, gli Hellyeah sono per l’intellighenzia a stelle e strisce una specie di gruppo punching ball che tutti stigmatizzano e prendono per il culo, così come i mitici Five Finger Death Punch. Poi magari è la stessa gente che spinge roba che a me fa addormentare dopo cinque minuti tipo The Acacia Strain o Intronaut. C’aveva ragione Cat Stevens, it’s a wild world.
E continuiamo a mangiare tacchino ripieno con i CORROSION OF CONFORMITY. Mi sono perso il disco omonimo uscito alcuni mesi fa, il primo senza Pepper Keenan. Questa Feed On è invece tratta da Megalodon, il recentissimo ep scaricabile gratuitamente dal sito della Scion A/V cliccando qui. Mi ha ricordato le cose più sabbathiane di Deliverance e non mi è dispiaciuto. Ne parlerà più diffusamente Stefano Greco a breve:
Dei LACRIMOSA non sapevo più una mazza dal secolo scorso ma, a quanto pare, campano ancora. La title-track del nuovo full Revolution è bruttina e piuttosto cafona, tale da non avere senso al di fuori di un contesto che non sia il terzo whisky in un club gotico di una periferia crucca con la zampa tra le cosce di una darkettona sovrappeso al punto giusto. Inferno e Stille furono per un certo periodo un ascolto abbastanza frequente, poi li persi totalmente di vista. Ci sarà stato un motivo.
Restiamo in tema di madeleine adolescenziali con i NIGHTFALL, che sono passati per la tipica trafila anni ’90 fatta di esordi truculenti, almeno un indiscutibile disco della madonna in carniere (il bellissimo Athenian Echoes), successiva svolta goticona (eppure Lesbian Show non era affatto male), scioglimento e reunion con ritorno a sonorità più dure. Astron Black And The Thirty Tyrants era carino ma non mi ha lasciato troppo il segno. Manco questa Oberon and Titania, dall’imminente Cassiopeia, fuori a breve su Metal Blade, mi ha esaltato più di tanto. Sarà un concept basato sul Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Ai gruppi greci voglio sempre molto bene però, che diavolo, devono parlare della battaglia di Salamina e della Teogonia di Esiodo, mica di Shakespeare.
Ci sarebbe poi il nuovo video dei NILE. Si mormora che gli indigeni che appaiono siano stati convinti dalla produzione a prestarsi a questa pantomima con la promessa che, a fine riprese, si sarebbero potuti mangiare il sempre più panzone Karl Sanders. Ci sta pure una specie di giudizio di Anubi con tanto di coratella comprata dal macellaio alla maniera del compianto Aristide Massaccesi, ma è uno spunto che poteva essere sfruttato meglio. Il brano è tratto dal recente At The Gate Of Sethu, che abbiamo recensito a suo tempo.
Concludiamo ricordando ai distratti che non lo abbiano già appreso dalla nostra possente pagina facebook (ve possino) che al momento sono fruibili in streaming due mazzate sui denti di tutto rispetto come i nuovi Aeon e Incantation (ne parleremo presto su frattaglie in saldo) nonché gli ultimi Cryptopsy (ne abbiamo già trattato qui) e Destruction. Vi lascio con le immortali lezioni di vita di Cat Stevens. È un mondo selvaggio, fratelli:
No, grandissimo Cat Stevens, l’ho riesumato giusto un paio di settimane fa, erano secoli che non lo ascoltavo. L’ultimo degli Hellyeah non l’ho ascoltato neanche io, ma con la nebbia che c’è fuori proprio non mi riesce di ascoltare Vinnie Paul che fa i rutti.
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