Monthly Archives: dicembre 2012

Anno bisesto anno funesto: i dischi del 2012 di MS

Giunti alla fine dell’anno, dopo la playlist individuale, è tempo di scoprire le preferenze collettive della redazione di Metal Skunk. Come l’anno scorso, abbiamo due vincitori isolati ai primi due gradini del podio, e un affollamento (questa volta con sette dischi) al terzo posto. Auguri di buon anno a voi, e che il 2013 possa essere migliore del 2012; non

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COFFIN TEXTS – The Tomb Of Infinite Ritual (Dark Descent)

Dando a Imhotep quel che è di Imhotep, ammetto di aver sentito parlare per la prima volta dei Coffin Texts dal lettore Cristian Colonna, che, secondo classificato nell’indimenticabile concorso che lanciammo per trovare un nuovo nome al blog, li citò nel pezzo che scrisse per l’occasione, tirandoli in ballo a proposito dell’ambita doppia ristampa Infamy/Christ Denied che, contento lui, chiese

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Playlist 2012: edizione post-apocalittica

ROBERTO ‘TRAINSPOTTING’ BARGONE DISCO DELL’ANNO: Manowar – The Lord Of Steel TOP 15 (in ordine rigorosamente alfabetico): Alcest – Les Voyages De L’Âme Accept – Stalingrad Burzum – Umskiptar Cannibal Corpse – Torture Eclipse – Bleed & Scream Enslaved – RIITIIR Finsterforst – Rastlos Freedom Call – Land Of The Crimson Dawn Krallice – Years Past Matter Luca Turilli’s Rhapsody

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EAGLE TWIN – The Feather Tipped the Serpent’s Scale (Southern Lord)

Corvi, serpenti, volumi inauditi. Metallo e linguaggio biblico. Alla Southern Lord sembra stiano cercando di codificare una sorta di teologia del metal strutturata in senso tradizionale con propri simboli, ritualità e aura sacrale. Se inizialmente si poteva trattare di una scelta essenzialmente iconografica, questo credo dal contenuto suggestivo sta ormai penetrando profondamente ogni uscita dell’etichetta, anche a prescindere dallo specifico

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Musica da camera ardente #8

Scoprii i Dead Can Dance nel lontano 1997 quando, dopo la folgorazione di Nighttime Birds, cominciai a comprare tutto quello che avevano pubblicato fino a quel momento i The Gathering. Fu nello specifico grazie al singolo Kevin’s Telescope che, oltre alla stupenda cover di When the Sun Hits degli Slowdive, conteneva un sublime rifacimento di un brano meraviglioso e perfetto,

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