Lo stoner, quello vero: ACID KING – Beyond Vision

Ormai lo ripeto allo sfinimento, come un vecchio bacucco che non ha mai accettato l”evolvere” dei tempi: lo stoner di una volta era un’altra cosa. Le navicelle spaziali arrivavano tutte in orario e non c’era bisogno del wifi perché giganti antenne captavano segnali da altre galassie. Ok, bando alle stronzate, ma nella scena di oggi di band moderne che interpretino il tema in maniera davvero fresca e intrippante ce ne sono davvero poche. La maggior parte sono schiacciate dell’eredità di Sleep ed Electric Wizard, o magari fanno altro, tipo il cabaret. Che bello allora ritrovare ancora uno di quei nomi che da ragazzino leggevi con occhi sognanti su Rumore o Rockerilla. Il ritorno degli Acid King è da lagrimuccia per uno che si sente vecchio come il sottoscritto e che prende a cuore la cosa come se fosse stato attivo nella scena di quegli anni (no, ero solo un pischello che sognava la musica più fica di tutte). Acid King significa Lori S, la prima e più importante guitar woman della scena, rimasta l’unico membro originale dopo la dipartita del batterista Joey Osbourne (bisognerebbe fare una ricerca su tutti i musicisti stoner o doom con quel cognome o con uno simile…). Il Re Acido in fondo è una cosa sua, di Lori S, e Beyond Vision è esattamente come potevate sperare che fosse un disco di Lori S uscito oggi.

Quindi, tanto per partire, con l’oggi c’entra un cazzo. Beyond Vision è ancora incagliato tra le sabbie di un deserto della California, o di Marte. Si muove lento, scruta il cielo, gli astri, aspetta una pioggia che non arriva. Suona ruvido, rugginoso, mastodontico. Questa materia Lori S la conosce benissimo perché ha contribuito a formarla lei stessa, pure se gli Acid King non sono mai diventati uno dei nomi più famosi del campionato (rimasti in zona Coppa Uefa, come si diceva, appunto, una volta). Perché forse il loro meteorite ha brillato meno di altri che si sono incendiati più velocemente.

Il motore degli Acid King va a diesel e una volta che parte col cazzo che lo fermi (nel senso che l’ascolto di Beyond Vision non è mica facile da interrompere). Brucia fossili anni ’90. Su tutti i Melvins. Tanti Melvins, quelli di Lysol (il riff portante di 90 Seconds) e quelli di Stoner Witch (sempre 90 Seconds, ma gli effetti magnetici ovattati che riempiono gli spazi lasciati liberi dal riffone megalitico). E ovviamente Kyuss. La chitarra di Mind’s Eyes profuma tanto come una Phototropic, il brano dei Kyuss che forse ha ispirato più band in assoluto. Tipo i miei adorati Natas, ai tempi della Man’s Ruin compagni di etichetta di Lori S, che in Ciudad de Brahman, il loro titolo più kyussiano, erano prodotti proprio da Dale Crover dei Melvins. Dale Crover che aveva già fondato proprio gli Acid King con Lori S, uscendone prima di qualsiasi uscita ufficiale. E vedete quindi che il cerchio è facile da chiudere. È facile comprendere come Lori S a quella stirpe appartenga, lei che quel Suono ha contribuito a plasmarlo in prima persona, con le sue dita, i suoi plettri, i suoi circuiti. E di conseguenza la musica che oggi trasmette, nel 2023, ha gli stessi aromi e colori di quella di 25 anni fa. Il tempo d’altronde è relativo quando galleggi nello Spazio. Un viaggio nello Spazio e nel Tempo che è anche un soffio al Cuore. Uno di quei regali inattesi, provenienti da una realtà parallela in cui certe cose semplicemente non hanno smesso di essere. Tipo The Sciences. Tipo Black Age Blues.

Sì, forse hanno raccolto meno di altre pattuglie spaziali, gli Acid King, ma alla luce di Beyond Vision come si fa a non notare come tutto il filone windhandesco (o windhandiano, fate voi) abbia un debito maggiore contratto proprio con la personalità di Lori S, più ancora che con il necro-narco-doom degli Electric Wizard, in realtà. Prendete il “singolo”, Beyond Vision. Passo pachidermico, bassi formato caverna, spettri che fluttuano e paiono cantare una litania malinconica. Rivoluzioni di pianeti ne segnano lo sviluppo, potente, lento, inarrestabile. Questo qui è lo Stoner. Con la esse maiuscola. La musica più fica mai esistita. E manco sarà il disco più bello degli Acid King o forse nemmeno il disco migliore, nel genere (più o meno), che ascolteremo in questi mesi. Ma è il disco giusto per me, oggi. (Lorenzo Centini)

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