Avere vent’anni: MARDUK – World Funeral

Il problema dei Marduk è stato l’aver piazzato al sesto album l’apice della loro carriera. Panzer Division Marduk è il loro Reign in Blood, il disco che distrugge tutto e oltre il quale non si può andare, quello che li ha proiettati ulteriormente nella storia del black metal più di quanto già non fossero. Inoltre essere sotto l’egida Osmose gli ha sempre solo fatto del bene, perché hanno potuto gestire le cose a loro piacimento facendo il cazzo che gli pareva, dal momento che Hervé tutto avrebbe fatto fuorché tirare il collo a una delle sue galline dalle uova d’oro. Passare sotto Century Media dopo Panzer Division fu pura cupidigia, impossibilitati com’erano a fare un disco migliore; i Marduk non sono gli Slayer, che cazzo. Così venne fuori quell’ammasso di merda di La Grand Danse Macabre, che li bruciò nei confronti della major tedesca che in loro vedeva un potenziale di vendite stratosferico (i Marduk erano delle superstar all’epoca, non dimentichiamocelo) salvo trovarsi in mano un disco da promuovere nel quale nemmeno il gruppo stesso credeva un gran che.
Scaricati dalla Century Media si accasarono presso la Blooddawn records, etichetta svedese di discreto livello, comunque lontana per prestigio anche dalla Osmose, dalla quale i nostri se n’erano andati sbattendo la porta. Con il nuovo album World Funeral si tentò di recuperare il terreno perduto, ma definire fallimentare il risultato finale è ancora ben oltre il generoso. Tolta la sola traccia d’apertura With Satan and Victorious Weapons, che non avrebbe demeritato un posto nella scaletta di Nightwing, quasi tutto il resto (e sono altri nove pezzi più una outro strumentale che si accoglie con sollievo perché ci annuncia finalmente la fine di questo strazio) sono brani inutili, insulsi, privi d’ispirazione, con riff da 4 soldi buttati lì a caso riuscendo nella quasi impossibile impresa di non farne funzionare alcuno. Già al terzo brano Cloven Hoof se ne hanno le palle piene, il pezzo successivo che dà il titolo al disco è ancora più noioso, manca completamente di grinta, della ferocia e della cattiveria dei Marduk pre-Panzer Division non ne è rimasta traccia. Del lato B si salva a malapena Night of the Long Knives, la cui parte cadenzata le consente di arrivare alla sufficienza stiracchiatissima; tutto il resto è da buttare via senza alcun rimpianto. Dopo che ci si è sottoposti a questo supplizio si sente l’urgenza di andare a riascoltarsi Those of the Unlight, oppure Opus Nocturne, e scendono lacrime amare a vedere come si sono ridotti nel giro di due album appena. Due pezzi non penosi su 10 totali, una media decisamente pessima. World Funeral è l’ultimo album con Legion alla voce e B.War al basso, come si suol dire: “Quando la barca affonda anche i topi l’abbandonano”. TUTTA la produzione post-Panzer Division è un continuo calando, forse si salva solo Frontschwein. Oramai non fanno altro che monetizzare il nome con continue uscite di dischi dal vivo, che abbiano capito che sono arrivati in fondo al viale del tramonto? Evitate accuratamente questa robaccia, i Marduk veri hanno cessato di scrivere dischi imperdibili nel 1999. (Griffar)
Purtroppo devo darti ragione su tutto. Ascoltavo Marduk dalla mattina alla sera, poi è uscito la Grand danse e dico boh, poi esce world parte With Satan e dico UAAAAA ma è solo un miraggio. Da lì non comprai più niente di loro. Li vidi altre due volte dal vivo ma la seconda volta erano insieme ai Mgla e provai tenerezza. Provare tenerezza per i Marduk, ho detto tutto.
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