MARDUK – Viktoria
Se davvero pensassi di dover scrivere una recensione articolata sul nuovo dei Marduk, argomentando e discettando di differenze tra album e testi, penso che risulterei ridicolo. Viktoria è LO STESSO DISCO, con GLI STESSI SUONI, GLI STESSI RIFF che più o meno la band di Norrköping ci propone da una ventina d’anni a questa parte. L’epoca in cui si potevano distinguere i loro dischi l’uno dall’altro è finita più o meno ai tempi di Heaven Shall Burn, credo.
Cionondimeno, proprio come tanti altri capitoli successivi a quel disco, risulta godibile e piacevolmente stupramadonne, con una spruzzata di shrapnel da cannonata calibro 20 mm qua e là. Forse l’iniziale Werwolf spiazza un po’, con quell’incedere vagamente d-beat, prima che l’ordine delle cose venga totalmente ristabilito e il disco si concluda con Silent Night, altra traccia atipica.
In effetti non avevo mai sentito, a memoria, i Marduk suonare così lenti. Ma in mezzo ci sono i soliti inni alle imprese della Wehrmacht e della Fanteria Prussiana che solo qualche minus habens di Black Lives Matter, o di qualche altra associazione di idioti di cui possiamo presumere l’esistenza in questi difficilissimi tempi, prenderebbe sul serio.
Cos’altro posso dire se non che dal vivo non perdono un colpo. Li ho visti tre o quattro volte negli ultimi anni e veramente si ha l’impressione di assistere ad una sparachiodi in azione, modello Black & Decker KX418E-QS (ce l’ho a casa e suona uguale, via assicuro). Tra l’altro ho un piccolo aneddoto, raccontatomi da un amico svedese con cui andai a Varsavia una volta a vederli dal vivo in un mini festival di cinque ore filate dove suonavano loro, i Suffocation, i Nile e i Vader (immaginate lo sbomballamento di cervella che ne scaturì) a volumi impegnativi (viva il metallo!). Si dà il caso che il sodale in questione sia proprio di Norrköping, che non è una città dalle dimensioni esagerate, diciamo. Quindi non dico che si conoscono tutti, ma quasi. Ebbene, pare che l’amico Morgan ami girare in città con il suo cagnetto chihuahua o non so che altra microrazza al guinzaglio. Ora, so che alcuni colleghi qua sono appassionati di cagnetti, ma nessuno di loro scrive robe come the daughters of Satan abuses your body / and drool in ecstasy when you die / while our warriors rips the beard / of your idiot father halls up high, anche se l’ottimo Charles potrà facilmente confermare che il chihuahua è probabilmente il miglior surrogato di male puro che abbiamo sul pianeta Terra. Un piccolo pezzo di inferi che alberga in un corpicino tremante e abbaiante.
Ma tornando a Viktoria, va benissimo ed è godibilissimo. In più darà ai nostri amici stupra-apostoli un buon motivo per ricominciare a girare l’Europa e deliziarci con altre serate in cui le uniche cose che contano sono birre calde, rutti, moccoli e la possibilità di poter ampliare la collezione di un merchandising già di per sé notevole, al quale speriamo vivamente noi tutti venga aggiunta qualche perla tipo una maglietta di Bret Hart (guardate intensamente la copertina dell’album e ditemi se il soggetto ivi rappresentato non assomiglia al wrestler canadese) che indossa una uniforme della Decima MAS. (Piero Tola)
come dice il grande Antonio Ornano: sui chihuahua non si capisce dove finisce la testa ed inizia la presa per il culo ! sono d’ accordo sui Marduk dal vivo.
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per accrescere il livello di siegheilitudine già altissimo del merchandising, propongo di fare una maglietta con un chihuahua inferocito che spunta fuori da un Panzerkampfwagen Tiger
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Giuro che la somiglianza tra il tipo della copertina e Bret Hart mi ha fatto ridere sguaiatamente…per il resto, sono d’accordo con tutto
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Per fortuna ogni tanto tornano a fare qualche lento stile vecchi marduk… come anche con Rom 5:12.
Sarà che invecchio e sono sentimentale
Comunque vedo il vostro chihuahua alla guida di un cingolato e rilancio con lolite giapponesi che inneggiano al duce
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