Brevi recensioni cinematografiche sparse #2

RED NOTICE
The Rock ormai si è specializzato nel ruolo dell’investigatore che a un certo punto finisce nella foresta, tra tuffi nelle cascate, grossi rami usati come armi e animali selvatici impazziti, come una specie di Indiana Jones ipertrofico e caricaturale; in questo senso consiglio vivamente di recuperare il divertentissimo Il Tesoro dell’Amazzonia, capace di svoltare qualsiasi serata uggiosa. Anche in Red Notice si finisce nella stessa esatta situazione, ma prima si passa per molti altri scenari tra cui Valencia, una prigione russa e un rocambolesco inseguimento in un Castel Sant’Angelo ripieno dei più spudorati luoghi comuni americani sull’Italia. Il film è onesto e dà esattamente ciò che promette, cioè un paio d’ore spensierate in compagnia del bestione (The Rock), della gnoccolona (Gal Gadot) e del simpaticone (Ryan Reynolds), tutti molto a proprio agio nelle loro parti, in una trama a metà tra azione, spionaggio e commedia. Probabilmente lo conoscete già, dato che Red Notice è il film più visto di sempre sulla piattaforma Netflix, ma in ogni caso lo consiglio.
L’ULTIMA LEGIONE
Ho visto quella porcheria di Free Guy a causa di mia moglie, che poi si è sentita talmente in colpa da rimanere stoicamente vicino a me durante l’intera visione di questo L’Ultima Legione, terrificante filmaccio di merda liberamente ispirato all’omonimo romanzo storico di Valerio Massimo Manfredi. Il film non prometteva benissimo, ma l’ho voluto vedere perché avevo appena finito di leggere il libro, che per carità, non sarà Robert Graves, ma è comunque gradevole. La storia, a metà tra realtà e finzione, è intrigante: il centurione Aureliano, insieme ad altri congiurati, libera l’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augustolo, dal suo esilio di Capri; la compagnia verrà poi inseguita dagli scagnozzi di Odoacre, neo-re d’Italia, attraverso la Gallia e fino in Britannia; e tutto quanto, alla fine, verrà collegato alla leggenda di Re Artù. Il cast sarebbe pure quello delle migliori occasioni (su tutti Colin Firth, Ben Kingsley e mezza dozzina di attori da Game of Thrones), ma ‘sto film fa talmente schifo che sembra che si siano messi d’impegno: e non parlo delle incongruenze storiche, che anche sticazzi in un film di Hollywood (gli americani già è tanto se sanno distinguere tra Gallia e Britannia), ma del fatto che sembra un incrocio tra una puntata di Hercules e una di Caprera. Dispiace per Manfredi, persona seria, che non meritava un simile trattamento.
SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI
Non so perché ma pensavo fosse una miniserie, quindi mi sono messo lì per vedere la prima puntata e invece era un film. Non sapevo nulla e non mi aspettavo nulla: l’ho fatto solo per completismo, dato che i film Marvel li ho visti quasi tutti (mi mancano solo Ant-Man 2 e Capitan Marvel) e a questo punto fatto trenta facciamo pure trentuno. Sono rimasto piacevolmente sorpreso perché Shang-Chi è una boccata d’aria fresca rispetto all’ormai frusto canone Marvel: è stato evidentemente fatto per il pubblico cinese, e quindi è ambientato in Cina ed è pieno di attori cinesi, ma paradossalmente è molto meno cinesata rispetto alla media dei film Marvel. Innanzitutto tra gli attori principali ci sono Michelle Yeoh e Tony Leung, due giganti la cui gloria riecheggia attraverso l’enormità della loro passata filmografia; e io, non sapendo nulla del film, mi sono molto stupito di vederli apparire. Poi, forse anche per la sua natura di episodio autoconclusivo e quasi parallelo all’universo Marvel e che quindi non deve stare troppo a fare riferimenti a questa o a quell’altra vicenda, Shang-Chi riesce a essere meno pedante e più flessibile rispetto agli altri film del suddetto universo. Se sarete costretti a vederlo da qualche vostro nipotino, sappiate che alla fine piacerà anche a voi.
BOSS LEVEL
Fantastico questo. Per curiosità sono andato a leggere alcune recensioni e non erano tutte positive, ma voi fidatemi di me e guardatelo. La storia è questa: praticamente c’è questo supercazzutissimo ufficiale delle forze speciali (interpretato dall’altrettanto supercazzutissimo Frank Grillo) che per qualche motivo ogni giorno vive sempre la stessa giornata in cui svariati improbabili personaggi vogliono ammazzarlo sempre allo stesso modo, come in un videogioco; quando muore, si risveglia nel suo letto e ricomincia tutto daccapo. Messa così potrebbe quasi sembrare una puttanata, ma fidatevi che è tutto fatto talmente bene che fomenterà anche voi. Ottimo il resto del cast, tra Naomi Watts, Mel Gibson (!) e anche qui Michelle Yeoh, nei panni di una campionessa di scherma che insegna l’arte della spada al protagonista. Il vero rimpianto è che in passato Frank Grillo non sia stato valorizzato a dovere, perché aveva tutto per poter diventare uno dei grandi eroi dei film d’azione.
KING ARTHUR – IL POTERE DELLA SPADA
L’incipit è meraviglioso: Eric Bana nei panni di Uther Pendragon che distrugge mostri giganti e ammazza quantità spaventose di nemici imbracciando una versione testosteronica di Excalibur. Effetti speciali clamorosi, fomento a mille, sensazione di essere davanti a un 300 meno epico ma più tonitruante (del resto si chiama pure IL POTERE DELLA SPADA, come si fa a non canticchiare tutto il tempo the clash of honor calls to stand when others fall eccetera eccetera). E il film in sé è comunque molto carino, del resto è di Guy Ritchie e quindi non si scherza per niente. L’unico problema, che pesa come un macigno sui mille pregi della pellicola, è il protagonista, Charlie Hunnam, quello di Sons of Anarchy, un bambolotto belloccio biondino con il faccino carino che si muove come un wigger (cioè white nigger, un bianco che scimmiotta il modo di fare dei neri) e che sarebbe più a suo agio in un college movie sugli amori tormentati tra il giocatore di football e la ragazza pon-pon piuttosto che ad interpretare re Artù in un film in costume. Qui il bel bimbo si deve confrontare non solo con un violentissimo Eric Bana in versione spaccaculo super saiyan di terzo livello, ma anche con Jude Law che interpreta Vortigern con la tensione drammatica di un’opera di Shakespeare e che sembra il cattivo di Dune. E c’è pure un cammeo di David Beckham. Peccato, perché con un protagonista appena decente sarebbe stato un filmone della madonna. A proposito di 300, pare che Zack Snyder stia lavorando a un film sulla leggenda di re Artù. Speriamo bene.
SHAZAM!
Ho sempre associato Shazam a quell’applicazione per riconoscere le canzoni che peraltro non riesco a installare perché ogni volta mi manda il telefono in crisi. Invece c’è anche questo film, che appartiene alla categoria di film sui supereroi indipendenti, non intendendo questo termine con la possibilità che vengano premiati al Sundance Festival ma nel senso che fanno storia a sé e non sono collegati agli universi DC e Marvel; quindi cose come The Boys, Watchmen o Kick-Ass, diciamo. Come spesso accade in questi casi il film appare molto libero, senza costrizioni di sorta né canoni particolari da seguire, risultando infine molto divertente. È la storia di un ragazzino che quasi per caso acquisisce dei poteri straordinari in base ai quali, semplicemente gridando SHAZAM!, riesce a trasformarsi in un grosso energumeno capace di volare, sparare elettricità e così via; poi c’è il cattivo, una specie di scienziato pazzo miliardario interpretato dal bravo Mark Strong, che a causa del piglio quasi demenziale del film sembra non prendersi neanche troppo sul serio. Carino davvero.
LEGO MOVIE 1&2
Capolavori assoluti, e giuro che non gli avrei dato una lira. Ho visto il primo solo sotto forte insistenza di mia moglie, che per qualche motivo era incuriosita, ma appena è finito ho insistito io per vedere subito il secondo. Sono totalmente estraneo alla manìa generalizzata per i Lego e a tutto il mondo che c’è intorno, e credevo che Lego Movie fosse una cazzatina per ragazzini, una sorta di film Disney dei poveri. Invece mi sono ritrovato davanti un’apoteosi dell’assurdo e del surreale, un figlio bastardo di South Park, Scary Movie e Futurama, decisamente poco adatto ai bambini e con punte di grottesco assolutamente sublimi. Inoltre è molto ingegnoso lo strato meta che arriva nella seconda parte del primo film, dandogli non solo quel plot twist che davvero non ci si aspettava ma anche un intero strato di significanza in più. In certi punti ho riso fino alle lacrime, e certi passaggi mi rimarranno in testa probabilmente per sempre. Imprescindibile sul serio. Come ciliegina sulla torta, le canzoni originali sono state scritte da Jon Lajoie, grandissimo personaggio che vi consiglio di approfondire. Guardatelo il prima possibile, fidatevi, così anche voi potrete canticchiare THIS SONG’S GONNA GET STUCK INSIDE YOUR – THIS SONG’S GONNA GET STUCK INSIDE YOUR – THIS SONG’S GONNA GET STUCK INSIDE YOUR HEEEAAAD! (barg)
Lego movie puro capolavoro, concordo in pieno!
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