L’amore all’improvviso o Human Centipede: quale destino per Satanachia?

Se lavorassi per la celebre ditta Proraso non avrei alcun dubbio, ingaggerei come testimonial Ihsahn e farei sfoggio su ogni cartellone pubblicitario dall’Anconella a Calenzano della sua possente e curata barba. Adotterei un modello, il blackster, che completando la sua trasformazione in uomo maturo è ora pronto ad affrontare città sfigurate dal progresso, ove sfrecciano metallari monopattinati e vanitose figure maschili che a stento frenano le proprie pulsioni metrosessuali. Naturalmente, come figura di spicco dell’ottima Proraso, che è pure fiesolana, e dunque mia concittadina, non potrei mai e poi mai ingaggiare Miikka Ojala. Non perché sia glabro, ma perché lui non è pronto per quei cartelloni, e tanto meno per quelle metropoli.

Eppure Miikka vive in città, presumo a Mantta, la base operativa da cui ha gestito – sino a 2018 inoltrato – il profilo social Asmodus Miikka Ojala, tenendo la testa alta e l’asta ben dura nel dichiarare quasi giornalmente cose del genere:

Di colpo Miikka Ojala passa a un altro account, presumo per la punitiva chiusura del precedente nell’affermare involontariamente che gli piaceva Filosofem, e gestisce il nuovo rientrando pienamente nei ranghi dell’ottimo e per nulla ipocrita modello societario odierno. Quello a cui i metallari, perfino i metallari, si sono abbandonati con una facilità che mi deprime. E così troviamo un beffardo parallelismo: Satyr commercializza vini d’ignota qualità che personalmente non ho mai ordinato, trovando nei prodotti trentini, veneti e toscani alternative che non m’obbligano a volgere lo sguardo altrove. Magari produce i suoi qui a Montalcino: il punto è che non me ne frega niente. E Ihsahn – dal canto suo – indossa maglioncini a collo alto con una fierezza che in nessun’immagine promozionale H&M ho mai ritrovato. Satanachia (nome di battaglia di Miika Ojala) è anch’egli parte del branco dei blackster cinquantenni travasati in città, un po’ come il cinghiale che invade Roma o il lupo (certamente un cecoslovacco con pedigree che ha seminato il terrore per un pomeriggio intero) che passeggiò per Sesto Fiorentino in zona Poste di via dell’Olmo durante il lockdown di fine marzo.

Ma cosa lo differenzia dagli altri?

Forse a Mantta c’è una tale escursione termica da obbligare Miikka alla clausura? Ilmeteo.it non molti giorni fa mi segnalava che l’epidemia è al galoppo, che è previsto un vortice temporalesco e che dalle sue parti la minima stava sugli otto Celsius. No, signori e signore. Sebbene abbia personalmente rifatto l’armadio in previsione d’uno scenario da otto gradi Celsius, e questo non ha sicuramente riguardato Miikka, poiché, molto semplicemente, non ce lo vedo a ripiegare t-shirt e appaiare calzini, la novità, l’elemento divergente, non consiste altro che in questa bionda che di colpo ha colonizzato l’appartamento minimale del signor Ojala, senza ridere, né bere, senza riordinargli casa o svaligiarla. La bionda vampirizzatrice che mai più abbandonerà il profilo social del signor Ojala ha l’emerito compito di pomiciare con lui con piglio da I ragazzi del muretto e di farlo in modo estenuante, al punto d’atrofizzare e rendere inutilizzabili gli apparati coinvolti. Non vedo zelo e dedizione in questo, ma la stessa costrizione che ritroveremmo in uno spin-off di The Human Centipede nel quale il perverso dottore – nonché famigerato mostro – ha collegato le due vittime con una metodologia che l’elettricista di fiducia definirebbe “maschio con maschio” anziché “maschio con femmina”. I due vivono eternamente attaccati per la bocca senza nutrirsi o riprodursi, fare la spesa o procacciarsi i pellet per affrontare l’Inverno. E le uniche eccezioni riguardano alcune foto, che temo siano di repertorio, risalenti a un periodo nel quale la suddetta bionda non aveva ancora fatto irruzione nella vita e dimora di Miikka, in cui sono ritratti gli amici d’infanzia o di condominio, tutti sobri ed equilibrati fatta eccezione per un elemento le cui tette sono così gigantesche da richiedere una ripresa grandangolare. Lo stesso elemento che, se non faccio confusione a causa dell’improvvisato face painting, che, voglio sottolinearlo, lo rende pressoché identico al noto Capitan Spaulding di Rob Zombie, compare in uno degli scatti più recenti con l’avambraccio devastato dall’aver dato eccessiva confidenza a una nervosa e numerosa colonia felina. O ancora si tagliano?

La mia domanda è “perché?

Potrà mai la giovine essere un’anziana tiktoker che intende sfruttare la fama degli Azazel e dell’indimenticabile The Night of Satanachia (che personalmente ho ascoltato due volte in vita mia e non ricordo minimamente) all’unico e subdolo fine d’accrescere i propri record di visualizzazioni?

Potrà mai essere la sua social media manager ufficiale ed avere escogitato un trucco simile pur di rilanciare una carriera offuscata dai produttori vinicoli, e, peggio ancora, dagli amanti della rasatura tradizionale e delle ottime lame Dorco Platinum che un tempo si cimentarono alla stesura di Inno a Satana?

Non rivedo in tutto questo, né nel minimale arredamento Ikea del suo ordinato appartamento, il tono delle altisonanti dichiarazioni – “Hail all my comrades of Darkness!” – con cui persevera nel tener botta ai quotidiani stimoli dei follower. Neanche vedo in lei qualcosa di puramente sbagliato, non fraintendetemi: non indossa quei sandali marroni da megera che tutte le venticinquenni hanno indossato per un’estate intera, che, se non bastasse, era quella del 2020, come se bramassero d’assomigliare in branco al look della propria bisnonna nell’immediato dopoguerra. Lei sembra proprio a posto, eppure ripeto: “Perché?”. E soprattutto, come si sono conosciuti questi due? Nel discutere di questi sotterranei aspetti dai tratti orrorifici l’ombra di Timone insorge, con metodi d’accalappio adoperati nel lontano Messico, ed oggi, trasportati in patria e applicati dai meno etici compatrioti, un po’ come se l’ex chitarrista degli Stratovarius fosse una sorta di Salvatore Aranzulla della Fica e del come approcciarla o raggirarla. Ecco dunque che giungo alla terza ed ultima domanda, quella che mi mette inarrestabili brividi lungo la spina: “e il giorno in cui si lasceranno?”

È certo che l’amato Miikka avrà di fronte a sé uno scenario fatto di lavanderia a gettone, wurstel con il ketchup cotto nel microonde finché non esplode sul vetro, oppure, in necessità di carboidrati, pasta col tonno come da tradizione universitaria pugliese. E soprattutto abbondanti sciacquate di palle sotto al lavandino adoperando un solo asciugamano per tutto quanto. È sopravvivenza estrema. Non c’è differenza, per uomini come Miikka, fra il vivere nel bosco e l’illuminare un sentiero arcano con la più rudimentale delle torce, e il farlo in un catasto di truciolato e compensato di fabbricazione svedese a basso costo, e d’amici che ti scrivono sul muro, e di cibi malconservati e nauseabondi che partoriscono batteri nel frigo. Blackster eri, blackster eternamente rimarrai. Selvaggio Miikka, possano i tuoi affidabili amici tettoni esserti d’aiuto nei futuri momenti dello sconforto, quando Zora la Vampira ti soffierà via dal corpo e dalla mente l’autosufficienza che oggi t’ha messo quella inutile luce negli occhi e liofilizzato lingua, trachea, tonsille e chissà quant’altro. Sarà in ogni caso un giorno libertà quello in cui ritornerai autonomo, quella stessa libertà che a un Lupo non si può negare. E noi saremo con te. (Marco Belardi)

 

6 commenti

  • A me servirebbe proprio una bionda poco vestita per casa non necessariamente scandinava, pure n’ albanesa va bene ! Non capisco questo pregiudizio latente nel blog per la pasta al tonno, è economica, facile da preparare e ricchissima di olio allappante per la scarpetta con il pan carré scaduto. Non avete idea della voglia di doppio malto che viene immediatamente.

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  • Nel vedere queste fotaccie da appartamento Aler a la finlandese non posso non immaginarmi come aroma dell’appartamento un misto di rutto acido alla cipolla, scoregge e formaggio andato a male.

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  • …. E ascensore rotto, caselle della posta divelte, scrittacce sui muri (“ACAB” “CHI AMA LA FIGA TIRI UNA RIGA” “LECCO LA FIGA” “NIRVANA” “TIMORIA” ecc, in finlandese) pavimenti lerci, tapparelle abbassate, balcone usato come cantina all’aperto, epperòla TV nuova gigante

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  • Io vivo dalle parti del Mr. qui, nulla di sconvolgente, il classico Suomalainen al venerdì sera dopo una trentina di birre.
    Nessuno ci fa caso.

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