MICHAEL ROMEO – War Of The Worlds part 1

I Symphony X sono Michael Romeo e Michael Romeo è i Symphony X, e, se mai qualcuno potesse avere qualche dubbio in merito, questo War Of The Worlds part 1 li sgombrerà definitivamente dal campo, visto che ascoltare Romeo solista è esattamente ascoltare i Symphony X senza tastiere (o meglio senza assoli di tastiere), con un altro cantante, un altro bassista ed un altro batterista, ma non di meno i Symphony X. Non che ci sia qualcosa di male, anzi: Underworld, l’ultimo lavoro dei Symphony X di, boh?, due o tre anni fa, non mi era rimasto particolarmente impresso, mentre questo War Of The Worlds almeno nella prima metà spacca proprio tanto, e non stupisce che i primi singoli caricati su Youtube siano stati pescati proprio tra le prime tracce del disco. Oltretutto fa bene Romeo ad affermare che questo è il suo primo album solista, visto che il primissimo disco a suo nome, The Dark Chapter del lontano 1994 (a quanto pare ormai impossibile da trovare in copia fisica ma reperibile tutto su Youtube), mi fece cacare cubetti di porfido, con tutto che all’epoca ero assai fulminato coi chitarristi/tecnica della sei corde/masturbazionecondistorsione (che non vuol dire slogarsi un polso mentre ci si da da fare chiusi in bagno, amici onanisti. Anche se molto spesso ci si va vicino). 

Se fosse rimasto a quel disco, avrei dimenticato Michael Romeo prima di subito, ma immediatamente dopo arrivò il primo Symphony X (che mi piace ancora da morire, con tutto che ci canta Rod Tyler, fortunatamente scomparso dalle scene), e poi il secondo e via dicendo, e a quel punto The Dark Chapter l’avevo ampiamente rimosso. Per carità, è comunque molto apprezzabile considerando che arriva da uno che si è fatto tutto da solo (con l’aiuto di Pinnella alle tastiere): semplicemente i pezzi non mi hanno mai entusiasmato, vuoi per un motivo, vuoi per l’altro. Questione di gusti. Dicevo: fino a Believe, straclassica mezza ballata elettrica molto riuscita, tutto benissimo, la flessione qualitativa arriva con Differences, Oblivion e Constellations, canzoni che non fanno certo gridare la miracolo, o meglio, paiono più minutaggio aggiunto tanto per riempire il disco. Constellations però è un po’ meglio delle altre due. Notevole la prestazione dello sconosciuto Rick Castellano dietro il microfono, il quale vanta una voce meno potente dell’attuale Russell Allen ma per molti versi simile all’Allen pre-Odissey, cioè prima che cominciasse a sporcare la voce; sempre ottimo John Macaluso alla batteria e nulla di particolare da segnalare sul lavoro di John DeServio al basso, senza infamia e senza lode.

Quello che mi piace molto di War Of The Worlds sono le varie orchestrazioni con cui Romeo ha infarcito il disco, ovviamente presenti in modo massiccio anche nei Symphony X, ma che su questo lavoro raggiungono vette notevoli, segno che ormai la tecnologia è arrivata al punto tale che con capacità ed esperienza si riesce a riprodurre in modo credibilissimo un’intera sezione di orchestra, completa di cori e quant’altro, tanto che a John Williams saranno più volte fischiate le orecchie (e non per colpa dell’apparecchio acustico), visto che in più di un’occasione Romeo sfiora il plagio. C’è da dire che ad un certo punto è facile farsi prendere la mano, e che comunque il nostro Michael non ha mai fatto mistero di ritenere Williams e le sue colonne sonore un’importantissima fonte di ispirazione. In ogni caso, War Of The Worlds part 1 è una bella sorpresa e, se vi piacciono i Symphony X, decisamente imperdibile. Altrimenti siete solo dei Fu*king Robots della merda. (Cesare Carrozzi)

One comment

  • E’ un gran bell’album, molte spanne sopra al mediocre e ripetitivo Underworld. Vero, con qualche tastierina in più e la voce di Allen, si poteva spacciarlo per il miglior Symphony X dopo The Odyssey

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