Il satellite dei Cirith Ungol: NIGHT DEMON – Outsider

Alla chiusura del primo trimestre, neanche fossimo a scuola, posso dire che i due dischi del 2023 che davvero mi hanno esaltato sono sinora i Majesties, con Vast Reaches Unclaimed, e questo. In realtà neanche volevo scriverne, ma poi Outsider dei Night Demon l’ho ascoltato, e riascoltato, e riascoltato ancora, ritrovandomi ad avere a che fare con uno dei dischi heavy metal più trascinanti delle ultime annate.
E c’è da dire che le ultime annate son state tutt’altro che avare, dai Venator ai Maule, o dagli Spirit Adrift ai White Wizzard (snobbati da quel disonesto del Carrozzi) credo che ognuno abbia avuto per le mani il prototipo di gruppo heavy metal a lui più consono.
Io non ho particolari preferenze in ambito classico, e passo con invariato entusiasmo dalla NWOBHM al cosiddetto power metal americano; difficile non notare, ultimamente, un sacco di gente d’età non geriatrica dedicarsi agli Iron Maiden e trarne risultati, canzoni, dischi di livello. I Night Demon, che certamente includono gli Iron Maiden fra gli ingredienti, oltre a saperlo far bene contengono nella ricetta vincente molto di più.
I Night Demon gravitano attorno ai Cirith Ungol, non tanto nella musica quanto nell’anagrafica. Fatta eccezione per il batterista Dustin Squires (gradevolissimo il suo stile e l’approccio generale allo strumento, e buono è il suono di batteria), abbiamo Jeff “Jarvis” Hershey, bassista dei Cirith Ungol su Forever Black e qui anche al microfono con ottimi risultati, e Armand John Anthony alla chitarra. Due parole su quest’ultimo.
Fatta eccezione per il fuorviante nome da marca di maglioncini in cachemire, minimizzare la figura di Armand come se fosse solo il chitarrista dei Night Demon sarebbe quanto meno riduttivo. Armand John Anthony è in realtà una figura a dir poco preziosa: già turnista live coi soliti Cirith Ungol, è inoltre produttore e in tal senso ha lavorato coi miei pallini Bewitcher, coi Gygax e dietro alla consolle sul summenzionato Forever Black.
Outsider, ci tengo a precisarlo, tecnicamente parlando suona benissimo. L’altra sorpresa dal comparto tecnico ci è offerta da Kurt Ballou dei Converge (proprio loro, quelli di Jane Doe) il quale si è occupato del missaggio.
Per quanto riguarda l’album, nella sua risoluta varietà debbo dire che fatico a individuare delle preferenze. I pezzi più solenni, da Beyond the Grave a Rebirth, quelli più ritmati come Obsidian (in assoluto le chitarre più taglienti del disco, nonché quelle che prediligo), o altri con la strofa più ariosa e alla Dickinson, come Escape From Beyond, o ancora i lenti come A Wake, fanno di Outsider (prima della chiusura affidata a The Wrath) un concentrato di heavy metal di qualità riassunto in quaranta minuti scarsi lungo i quali conto persino la bonus track conclusiva. A dirla tutta, l’edizione giapponese vanta una cover dei Thin Lizzy, The Sun Goes Down dal loro ultimo lavoro Thunder and Lightning del 1983. E con quella i quaranta minuti si superano, in qualche maniera.
Giunto all’accelerazione alla Enforcer di The Wrath è come se promettessi a me stesso che domani lo vorrò riascoltare di nuovo; poi, giunto al melodicissimo e strutturato assolo, me ne convinco. Non sono ancora riuscito a trovare una nota fuori posto in questo Outsider, non fosse che trovo il suo singolo d’apertura un pelino troppo ruffiano e calcolato. Non sono riuscito neppure a circoscrivere un eccessivo numero di momenti ricalcati dagli Iron Maiden, in un album, o meglio in una band, che nel breve volgere di tre titoli (intermezzati da svariati anni di buio a ridosso della pandemia) ha raggiunto una maturità stilistica a dir poco sorprendente. Si ha persino la decenza d’evitare i turutu turutà alla The Trooper, cosa da cui, fra l’altro, gente come i rispettabilissimi Traveler è mortalmente afflitta dal giorno in cui ha preso a esistere. E non fate troppo caso a quella title track in apertura: i singoli son singoli e così hanno da suonare, da qui all’eternità. (Marco Belardi)
Bello bello, lo riascolto sempre nelle ultime settimane.
P.s
Non so che intenzioni avete sul nuovo Overkill ma io lo sto trovando spettacolare. Groove a ettolitri, compattezza, convinzione, pezzoni che ti rimangono in testa. E quel cazzo di batterista, per dio. Quel cazzo di batterista spacca.
"Mi piace""Mi piace"
Ho sentito solo scorched e mi ha ricordato molto forward march degli exodus, il disco ancora devo sentirlo
"Mi piace""Mi piace"
Buon orecchio il tuo. Ti dirò che personalmente, più in generale, ci sento qualcosa di Megadeth e Pantera in questo album, così come nel precedente si intuivano suggestioni dei Metallica. Ovviamente si tratta di assonanze, non di citazioni. Gli Overkill sono gli Overkill, se lo sono meritati sul campo. Onore a loro.
Tempo al tempo. Ci ho messo quattro ascolti per innamorarmi e lo dico adesso: lo trovo il miglior disco da The Electric Age.
"Mi piace""Mi piace"