Come cambia il settore: “Nuove economie della musica” di Andrea Pontiroli

Sono fiero di scrivere su Metal Skunk principalmente per due motivi. Innanzitutto perché qui non ci si prende mai troppo sul serio, si scherza, non si fanno i track by track degli album dei Dream Theater e non si riportano tutte le notizie di Blabbermouth per filo e per segno, ma solo le più divertenti. In secondo luogo perché, nonostante ciò, siamo comunque tutti capaci di scrivere articoli più generali che si avvicinano a quello che dovrebbe essere il giornalismo, su Spotify, sulle tendenze del mercato della musica e sulle manifestazioni che hanno coinvolto il settore della musica dal vivo durante i momenti più duri della pandemia – riuscendo anche a dare voce a più campane. Per questo motivo ho pensato che Nuove economie della musica di Andrea Pontiroli (Santeria S.p.A., 162 pp.) sarebbe stato una lettura interessante, nel solco di questi approfondimenti; ma, se devo essere totalmente onesto, ciò che mi ha convinto definitivamente è stato apprendere, tramite la sinossi, che avrebbe trovato spazio all’interno delle sue pagine anche Dice.fm, nuova rivoluzionaria piattaforma per l’acquisto di biglietti che forse vi sarà capitato di utilizzare.

L’autore Andrea Pontiroli è stato fondatore e gestore di due tra i più importanti e frequentati locali milanesi: il Circolo Magnolia e il Santeria (di cui è tuttora amministratore delegato), nei quali, se bazzicate la città, vi sarà sicuramente capitato di vedere qualche concerto. Entrambi si distinguono per essere degli ottimi esempi di locali moderni nella proposta di servizi che possono offrire al cliente, che non si ferma soltanto ai concerti musicali ma si estende a corsi, spazi esterni, ottimo cibo e serate di genere diverso, trasformandoli in un vero e proprio luogo di ritrovo a prescindere dall’evento che possono ospitare in una determinata giornata. E in questo senso risulta particolarmente azzeccata la scelta di presentare il libro al Bloom di Mezzago, un altro luogo di ritrovo storico della Brianza che definire semplicemente “locale” è riduttivo.

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Pertanto, il pedigree dello scrittore ci assicura una conoscenza diretta del settore della musica data dall’esperienza maturata in anni di attività. Ma il libro, come si può intuire dal titolo, non si vuole fermare soltanto alla gestione di un locale ma esamina il funzionamento di tutta la filiera, a partire dalle case discografiche e da come selezionano i loro artisti e la musica da produrre, arrivando fino proprio agli eventi dal vivo, passando per la pubblicazione di un disco, la fruizione in streaming e l’acquisto dei biglietti.

Nuove economie della musica parte soprattutto dal punto di vista del funzionamento delle tre major (Sony, Warner e Universal) e delle loro sottoetichette. Un mondo che, dal punto di vista del metallaro cui piace approfondire anche l’underground, potrà sembrare eccessivamente lontano e mainstream; ma basti ricordare che anche un’etichetta di punta attiva in ambito heavy metal, la Roadrunner, fa parte del conglomerato della Warner. Viene comunque dato spazio anche al mercato indipendente – nei ringraziamenti viene citato Enrico Molteni de La Tempesta Dischi, che ha pubblicato, tra gli altri, Fine Before You Came, Il Teatro degli Orrori, Massimo Volume, Tre Allegri Ragazzi Morti e Le Luci della Centrale Elettrica.

La descrizione prosegue e si arricchisce delle definizioni dei ruoli che costellano tutto il settore, da quelli più tradizionali a quelli emersi solo recentemente. Altro punto interessante che viene approfondito è come avviene la divisione dei proventi tra tutti gli attori coinvolti, dalle piattaforme di streaming, alle agenzie di promozione e di booking. I capitoli più sviluppati e corposi rimangono comunque il primo, sulle case discografiche, e quello sui locali e sulla loro gestione – per ovvia deformazione professionale dell’autore. In entrambi sono anche presenti diverse fonti esterne che apportano dati utili all’analisi.

Nel complesso, Nuove economie della musica si dimostra sicuramente una lettura interessante e proficua. Se proprio bisogna trovare qualche pelo nell’uovo, personalmente avrei preferito un approfondimento più dettagliato e più omogeneo su tutti gli ambiti affrontati dal libro. Di contro, in certi casi l’analisi rimane più in superficie volutamente, per rendere più fruibile l’opera anche ai cosiddetti non addetti ai lavori, che potrebbero non essere addentro a certe dinamiche e non conoscerle minimamente. Tuttavia, sono onesto nel sostenere che di un volume simile si sentiva il bisogno, soprattutto in un mercato editoriale dove i libri sulla musica spesso e volentieri si limitano a essere delle semplici biografie di questo o quell’artista. Lettura semplice, veloce e consigliata. (Edoardo Giardina)

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