Power metal al Lucca Comics: Rhapsody e Trick or Treat

E così anche quest’anno siamo andati al Lucca Comics. Manifestazione fantastica, ve la consiglio vivamente. Noi tendenzialmente non stiamo appresso al calendario degli eventi perché ce ne sono troppi e ci perdiamo, quindi rimaniamo semplicemente a gironzolare per la città a visitare i padiglioni e sederci sui muretti con la Peroni guardando passare i cosplay. L’unica tipologia di eventi sui quali ci informiamo sono i concerti, ed è così che qualche anno fa beccammo i Trick or Treat particolarmente ubriachi che suonavano sulle mura, oppure i Folkstone che, attenzione, suonavano subito dopo Cristina d’Avena; ricordo con particolare affetto anche l’esibizione di Ruggero de I Timidi che suonò una cover di Miserere chiamata Nel Sedere che ancora oggi quando ci penso scoppio a ridere da solo come un imbecille.

I bellissimi e bravissimi Rhapsody of Staropoli. Io sono quello che fa il sign of the hammer da qualche parte nel pubblico
Quest’anno la fiera ha subito alcune trasformazioni. Ad esempio i concerti non si svolgono più sulle mura cittadine ma nel palazzetto dello sport, che comunque è abbastanza vicino. La cosa non si è ovviamente rivelata positiva per i gruppi, dato che in questo modo non succede più che la gente capiti per caso vicino al palco, con ovvie conseguenze per il numero di spettatori. I Rhapsody of Staropoli Fire poi sono anche a pagamento, il che non sarebbe in linea con la filosofia del Lucca Comics ma va bene lo stesso, perché dopo il Covid noi siamo affamati di concerti e mica ci possiamo perdere l’occasione di cantare Emerald Sword sotto al palco. E così quando arriva il fatidico sabato 29 ottobre lasciamo il bimbo alla baby sitter, andiamo al palazzetto e ci fiondiamo subito verso l’entrata perché sentiamo una musichina che sembra la tipico intro cinematografica dei Rhapsody, salvo scoprire che era semplicemente il chioschetto là fuori che aveva sparato la colonna sonora degli Avengers a palla. Allora rimaniamo a guardarci intorno, come è sempre giusto fare in codeste occasioni. Rimaniamo colpiti dalla discussione di un gruppetto vicino a noi, in cui un ragazzo si vanta di conoscere i Rhapsody of Fire da quando ancora si chiamavano Rhapsody, la qual cosa ci fa sentire estremamente vecchi. Non c’è moltissima gente, forse anche per un costo abbastanza esoso del biglietto, ma il pubblico è comunque molto eterogeneo. Non manca nessuno, c’è anche il pizzarrone con la mascherina®, trista ripercussione di questi due anni di impazzimento collettivo.
A un certo punto salgono sul palco due soggetti il cui lavoro di questi giorni è stato presentare tutti i concerti usando espressioni come “popolo del Lucca Comics, fateci sentire che ci siete” e altre amenità. Peraltro gli stessi due soggetti qualche giorno dopo presenteranno i Trick or Treat al grido di “finalmente un po’ di metal”, cosa non troppo rispettosa verso l’ottimo Staropoli. Insomma alla fine i nostri eroi riescono ad attaccare a suonare e su tutti i volti dei presenti si stampa il solito sorriso felice. Tutti presi bene sarebbe un ottimo slogan per i concerti dei Rhapsody. La scaletta è equilibrata, con cinque pezzi storici (Land of Immortals, Emerald Sword, Dawn of Victory, Holy Thunderforce e March of the Swordmaster) e altri più recenti (Terial the Hawk, I’ll be Your Hero, March against the Tyrant, Rain of Fury, Un’ode per l’Eroe e qualche altra). Peccato non abbiano fatto l’omonima dell’ultimo disco, che spacca. Giacomo Voli, oltre a sfoggiare la solita supervoce della supermadonna, è sempre più a proprio agio nei panni di intrattenitore da villaggio turistico, che è ciò che il cantante power metal dev’essere sul palco. Sembra anche più fisicato del solito, magari Staropoli gli sta facendo da personal trainer. A un certo punto presenta un musicista che in alcuni pezzi suona uno strano strumento che Voli definisce cornamusa, ma a me non sembra che possa essere una cornamusa perché il suddetto strumentista non ha niente in bocca, a differenza della madre del tizio davanti a me che si agita come un tarantolato schiacciandomi i piedi.
Tutto molto bello, davvero. I Rhapsody di Staropoli sono diventati il classico gruppo molto professionale che ti dà esattamente quello che ti aspetti da loro, e pure i membri di più recente acquisizione sono assai affidabili. Dovevano esserci pure i Moonlight Haze di spalla ma hanno dovuto dare buca perché si sono presi il Covid, la qual cosa avrà di sicuro terrorizzato il sopracitato pizzarrone con la mascherina®, mannaggia.
A questo punto facciamo un salto fino a martedì 1 novembre, ovvero il giorno conclusivo del Lucca Comics. I Trick or Treat suonano intorno alle 18, quindi praticamente quando la manifestazione è finita e quasi tutti se ne sono tornati a casa. E infatti siamo pochissimi sotto al palco, anche se stavolta il concerto è gratuito; fuori dal palazzetto vediamo tutti e dodici i Cavalieri d’Oro insieme a Lady Isabel, il che ci fa pensare che interverranno durante i pezzi del concept sui Cavalieri dello Zodiaco, appunto. Il problema è che siamo talmente in pochi che rischiano di esserci più cavalieri che astanti. Noi peraltro poche ore prima avevamo beccato per caso in giro per Lucca il cantante, Alessandro Conti, con una faccia devastata. Era atterrato da poco dal Sudamerica dopo un tour di qualche settimana con Timo Tolkki, il che non dev’essere stata una passeggiata di salute.
Il Conti però è uomo di elevata statura morale, quindi sul palco dà sfoggio di tutto il suo noto brio. Dice che faranno una speciale “scaletta nerd” in onore al Lucca Comics, e infatti una buona metà del concerto è composta da estratti del disco di cover delle sigle dei cartoni animati. È salita sul palco pure Chiara Tricarico, cantante dei Moonlight Haze che dovevano suonare sabato nonché grande amore non corrisposto del nostro piccolo Gabriele Traversa, per cantare in duetto con Conti la sigla di Jem e la cover di Girls Just Wanna Have Fun. Poi è arrivato pure il tipo dei Nanowar, che avrebbero dovuto suonare subito dopo, per cantare la sigla di Prince Valiant. Infine sono saliti pure i cosplayer dei Cavalieri di Ariete, Acquario e Bilancia durante le rispettive canzoni dedicate. Tutto molto bello e tante risate. Quando Conti si è messo una maschera da cavallo per cantare Robin Hood mimando sconcezze col microfono io ero piegato in due, ma purtroppo non così si può dire del tizio in prima fila che aveva accompagnato la figlia dodicenne vestita da Harley Quinn.
In conclusione possiamo dire che il Lucca Comics è bello, ma il power metal ancora di più. Quando i due fenomeni si sovrappongono poi si giunge alla perfezione, come del resto sarebbe se i Cannibal Corpse suonassero alla fiera mondiale del lampredotto. Inoltro quindi una formale richiesta agli organizzatori della manifestazione da parte della pregiata redazione di Metal Skunk affinché ogni anno venga installato un palco apposito per il power metal, possibilmente a tema draghi, elfi, stregoni e Cavalieri dello Zodiaco. Nel frattempo se passate da Lucca e volete qualche dritta per mangiare chiedete senza remore. (barg)