La mascolinità tossica: SADISTIC FORCE – Aces Wild

Alla metà esatta di Aces Wild non avevo ancora rintracciato una singola nota fuori posto, un filler, una buona ragione per finirla lì e ritornarmene su dischi più importanti o appetibili: tutto liscio, per non azzardare perfetto. Tutto troppo trascinante per essere vero. Ma continuava a dominarmi quell’impercettibile sensazione che, sin dal primo istante, m’aveva scombussolato il di dentro e il di fuori. Non la riuscivo proprio a comprendere, eppure c’era, in modo costante. Certo, c’erano anche la miglior cover possibile di Blind in Texas dal secondo W.A.S.P., l’oscurità e il furbo citazionismo degli Hellripper, l’essenza goliardica e caciarona dei primi e migliori Witchery – gli unici che meritino menzione, per quanto mi riguarda. Pareva esserci proprio tutto, ma mi sentivo a disagio più con me stesso che con loro. I Sadistic Force, debuttanti che adoperano plettri, corde e bacchette come cazzuti veterani, niente meno che da Austin, Texas.
Capaci di tirar giù un palazzo nel breve volgere di otto tracce fra cui regnano sovrane sette composizioni originali (per alcuni si potrebbe parlare di EP, ma è una mossa saggia oltre che sufficiente a farne un disco), i Sadistic Force mi risultavano tanto bilanciati quanto il gesto di spalmare una marmellatina sul più puzzolente e stagionato dei pecorini. Semplicemente perfetti, ribadirei, e muniti di un caricatore colmo di riffoni; quei riffoni che distinguono ed anzi elevano un Disco dai dischetti buoni a fungere a piacevole sottofondo in automobile in un tragitto di venti minuti. Una sorta di Whiskey Ritual del thrash metal con sporadiche puntatine nel metal estremo, come in Murder at Boggy Creek, o con le insospettabili melodie power metal in apertura a The Living Grace. Varietà, quindi, senza mai uscire azzardatamente dai ranghi. C’è poi Jimmy Thunders (non Thunder, bensì Thunders), miglior nome di sempre a pari merito con Hal Microutsicos degli Engulf. Con la differenza che il secondo probabilmente si chiama così all’anagrafe, imbarazzando gli operatori postali e dei call center ogni qualvolta lo contattano in virtù delle poco virtuose movenze del fagocitante mercato libero. “Signor Microutosjvujhedo… dio… can di… dicevo, lei quale fornitore utilizza per il gas?” E ci sono poi i blast beat, contati sulle dita d’una mano. In Aces Wild anche i blast beat della minchia costituiscono un ulteriore buon motivo per sentirsi a casa propria, per proseguire e ripetere, terminare e riascoltare. Ma allora cosa causava il mio disturbante dubitare?
Mi sono subitaneamente rimesso al computer, e doverose, a quel punto, si sono rivelate le ricerche che ho prontamente avviato. Eccolo lì in bella vista sui social e sulle principali notizie del giorno l’ingrediente nascosto dei Sadistic Force: la loro mascolinità tossica.

Una manifestante e supporter dei Moonspell allatta a San Pietro contro i Sadistic Force
Il mondo si sta rapidamente attivando contro di loro, e ben presto trasformerà il motorheadiano e ferale blackened thrash (così lo definirebbe ogni approssimativo press media flyer da Seattle a Poggibonsi) in un qualcosa di più appetibile, meno offensivo e degenerato, in modo tale che la società odierna sia preparata e protetta all’atto di accogliere, e tuttalpiù accettare, gli smisuratamente virili Sadistic Force. Non a tollerarli malvolentieri, a doverli censurare, relegare a un angolo come l’Orco farebbe con la sua vittima. Potrete farli consumare a vostro figlio mentre sgranocchia i Cheerios, mentre si scaccola, mentre pronuncerà per la prima volta la parola Satana di fronte a babbo e mamma in lacrime. Ma non ora. Occorre correggerli, come tutto: occorre che loro lo sappiano, e si adeguino, che un disco così ganzo e maschio non va bene. Si sfilerà dunque nelle piazze, e ci si abbraccerà cantando in coro che anche la più estenuante delle battaglie sociali, in culo ai disoccupati, sarà vinta e domata. Tutti insieme contro la mascolinità tossica texana e riff così determinati da metterci a disagio. (Marco Belardi)

Presto il remake con Zac Efron e Jared Leto nei panni di Bennett, contro la mascolinità tossica dei Sadistic Force
Rendono proprio bene, altro che, ignoranza caprina. Satana si sente.
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