Avere vent’anni: ANOREXIA NERVOSA – New Obscurantis Order

Non ho mai fatto mistero di considerare Witchcraft degli Obtained Enslavement il capolavoro definitivo e ineguagliabile del sottogenere symphonic black metal, termine abbastanza ardito per significare black metal suonato con aggressività, melodie grandiose supportate da arrangiamenti orchestrali dovuti principalmente al sagace uso di tastiere, atmosfere malinconiche e decadenti, brani uno migliore dell’altro da godersi tutti di un fiato e a tutto volume, pogare anche con la vostra bisnonna che viene a chiedervi se nella vostra cameretta stiano sgozzando qualcuno e, se per caso, gradite un bicchiere d’acqua per riprendervi dallo sforzo. No grannie, ma se ti cresce un mezzo di Glenfiddich…
New Obscurantis Order degli Anorexia Nervosa è l’unico disco che, come si suol dire, gli morde le chiappe. Il bello è che gli Anorexia Nervosa, quintetto francese che aveva mosso i primi passi già a metà degli anni ’90, non sembravano un gruppo capace di fare il botto, di incidere un disco che sarebbe stato preso come punto di riferimento all’interno del genere. Nel non indimenticabile Exile del ’97 prediligevano sonorità tipicamente technic death metal . L’Ep Sodomizing the Archangel del ’99 e il secondo full-length Drudenhaus del 2000 avevano fatto intendere che ci sarebbe stato un nuovo corso musicale, più rivolto a un black metal di maniera. Il risultato fu tutt’altro che sgradevole, solo che…
Solo che New Obscurantis Order è un’altra cosa. È il disco che i Cradle of Filth non sono mai riusciti a scrivere dopo Dusk and her Embrace, nonostante i mezzi straordinari e la fama enorme di cui disponevano (o dispongono ancora, perché no). È registrato in un modo strabiliante, gode di suoni stupendi, spettacolari e stiamo parlando di un album uscito nel 2001 per Osmose, etichetta indipendente di buon livello ma non certo la Nuclear Blast. Se cercate un po’ in giro troverete il nome degli Anorexia Nervosa accostato ai Dimmu Borgir, o agli Emperor di IX Equilibrium… Niente di più falso. Non c’è assolutamente nulla di questi gruppi che abbia influenzato la musica dei francesi. La loro musica è più barocca e meno gotica.
Una breve intro di tastiera apre uno dei brani più maestosi del disco, e del symphonic black metal tout court; Mother Anorexia, una sfuriata violentissima in blast beat continuo con degli arrangiamenti di tastiera che nessuno ha mai osato ardire e la maggior parte della gente manco si sogna nemmeno di pensare. Seguono sulla falsariga altri due capolavori da brivido, Châtiment de la rose e Black Death, Nonetheless, per arrivare al non plus ultra: Stabat Mater Dolorosa che fa spavento per quanto è bella, per quanto è sofisticata, complessa, arzigogolata eppure scorre via facilmente, come se fosse un brano semplice che chiunque avrebbe potuto scrivere. Col cazzo. Si percepisce uno stato di tensione continua, qualcosa di molto simile ad un esaurimento nervoso imminente, qualcosa che ti porterà in una cella imbottita con quel vestitino bianco che si allaccia dietro la schiena. Tutto il riffing è schizoide, sopra le righe, psicopatico.
Ovviamente per dare seguito a questa marea di idee (che sarebbero servite a band meno nobili per scrivere almeno nove album) c’è bisogno di una perizia strumentale non indifferente, ed eccovi serviti. Il batterista Niclas Vant penso abbia pochi uguali in tutto il metal, un altro fenomeno che potrebbe cimentarsi con qualsiasi cosa eppure per quanto ne so ha solo suonato con i Celestia (il gruppo di Noktu, capo della Drakkar records) e con nessun altro. Hreidmarr (recentemente con gli ottimi Ba’a, i Baise my Hache e altri) è un cantante con i controcazzi che usa la voce come avrebbe dovuto fare Dani Filth prima di diventare una specie di macchietta. Maître Stefan Bayle un compositore ed esecutore di primissimo livello (adesso si cimenta con gli Au Champs des Morts, progetto che meriterebbe più visibilità). Non che bassista e tastierista siano dei comprimari, tutt’altro, ma l’eccellenza è in questi tre nomi ed è necessario rendergliene merito.
Perché ci sia un attimo di pausa bisogna attendere quasi la fine del disco, l’interludio di pianoforte Hail Tyranny nel quale Neb Xort dà sfoggio delle sue abilità coverizzando il preludio in Do diesis minore di Rachmaninov, che ci porta alla conclusiva Ordo ab Chao: The Scarlet Communion, un altro pezzo stupendo, tragico nel vero senso della parola, l’ennesimo brano pazzesco di un album pazzesco che ovviamente non ha mai avuto pari né mai ne avrà.
Ci sono dischi che sono diversi, sono di più di una mera sommatoria di note, di tecnica strumentale, di testi e di artwork. Sia in Witchcraft che in New Obscurantis Order l’intero è maggiore della somma delle sue parti, c’è qualcosa di più dietro, c’è un’alchimia, una concatenazione di cause che fanno sì che un disco già di per sé potenzialmente eccellente diventi un monolito di diamante, un’opera immortale che con tutta la buona volontà di questo mondo non si riesce a replicare neanche nel regno dei sogni. Non lo hanno replicato nemmeno loro: il successivo Redemption Process del 2004 è un gran bel disco Ma… Non è la stessa cosa. E, purtroppo per noi, è anche l’ultimo episodio della loro non immensa discografia. Non risultano ufficialmente sciolti ma diciamoci la verità: tornassero oggi cosa verrebbe fuori? Tutti quelli che li conoscono farebbero sicuramente paragoni con New Obscurantis Order (io per primo) e un ipotetico nuovo disco ne uscirebbe con le ossa rotte.
C’è poco da fare: un album così ti viene una volta nella vita, a molte band nemmeno quella.
Segnalo che qualche versione del CD contiene anche una cover di Solitude dei Candlemass alla fine, io non so come sia perché ho il vinile e su questo non c’è. HAIL Mother Anorexia! E… grazie di tutto. (Griffar)
CAPOLAVORO
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Decisamente non è roba per me, e poi hanno rubato il retro di copertina ai Neurosis!
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Scopro i gruppi quando è troppo tardi e non si trovano i vinili. Tipo Franco Cerri
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