Skunk Jukebox: Sanremo shall burn… when we are gathered

SLAY THE NAZARENE – IN CHRISTIAN EYES SUPREME – YOU SHALL DIE

Ho sentito la necessità di scrivere un nuovo episodio di Skunk Jukebox dopo aver letto che i VISIGOTH hanno fatto uscire un video per Traitor’s Gate, di gran lunga il pezzo migliore dell’ultimo Conqueror’s Oath nonché una delle mie canzoni preferite dell’anno passato. Loro sono un gruppo caruccio ma piuttosto sopravvalutato, quantomeno perché per qualche motivo sono tra i pochissimi ad aver raggiunto una certa notorietà anche al di fuori dell’ambiente ristretto degli ascoltatori di metal classico, pur non meritandolo: il debutto fece scintille, commercialmente parlando, ma ho trovato molto migliore il secondo, Conqueror’s Oath, nonostante non si stia comunque parlando di un capolavoro – e nonostante l’unico EP in commercio dei Gallowbraid, il gruppo del cantante, sia mille volte meglio. Traitor’s Gate, però, è un pezzo di caratura decisamente superiore, e se tutte le loro canzoni fossero a questo livello si starebbe parlando in termini ben diversi. Certo però che potevano sprecarsi un po’ di più per le immagini.

Ed è online da qualche tempo anche l’ultimo video dei RHAPSODY OF FIRE, o Rhapsody of Staropoli che dir si voglia, i quali con Rain of Fury ci teletrasportano direttamente nel 2004. Doppio pedale ad elicottero, voce altissima, assoli neoclassici e melodie da sbronza di vino rosso in bicchiere di plastica alla sagra dell’arrosticino: in breve tutto ciò per cui abbiamo sempre amato i Rhapsody, anche se con interpreti quasi completamente diversi. Sapevamo che Giacomo Voli fosse un ottimo cantante, ma ignoravamo che anche lui, come noi quando nessuno ci guarda, usa roteare spade smussate gridando al cielo i ritornelli dei Rhapsody. Speriamo nel prossimo disco, perché quello prima non è che fosse.

Per chiunque fosse interessato è uscita anche Una Sera, l’anticipazione del prossimo album dei FOLKSTONE che si chiamerà Diario di un Ultimo e dovrebbe essere fuori nel giro di un paio di mesi. Se avete letto ciò che ho scritto a proposito dei Folkstone negli ultimi tempi, sappiate che questo pezzo è perfettamente in linea con la loro ultima evoluzione. Ritmi rockeggioni/punkeggioni, a metà tra i Litfiba dell’era “così così” e i Modena City Ramblers, con testi che parlano di quanto la gente sia conformista e moralista mentre invece loro ragionano con la propria testa eccetera. Il meraviglioso folk metal degli esordi, nonostante l’uso di cornamuse e affini, è praticamente scomparso, specie nell’attitudine. Mi duole tantissimo dirlo, ma le mie aspettative sono ormai molto basse.

Concludiamo con l’ennesima anticipazione del nuovo ROTTING CHRIST, The Raven, tratta da The Heretics che esce oggi, che ho appena finito di ascoltare e di cui non parlerò prima di almeno un’altra quindicina di ascolti. Posso però dire che The Raven è la migliore delle quattro anticipazioni, e riporta un po’ ai tempi di Κατά τον δαίμονα εαυτού, con le sue melodie ariose e i suoi riff molto meno cupi che nel recentissimo passato. Godetevela e ci risentiamo il più presto possibile per la recensione completa. (barg)

7 commenti

  • A proposito di Rotting Christ, Rituals si poteva riassumere un po’ così: CHE CE FREGA DE CRISTACCIO NOI C’AVEMO NICOLOOOOOÒ. Ovvero un disco da curva (a) Sud (del Paradiso).
    Questo in uscita oggi si potrebbe intitolare “Se famo dù chiacchiere in più pe’ mette paura a li regazzini prima de annà a dormì”. Spoken words a go go. Mecojò! Mi viene in mente una versione di Marzullo col vocoder settato a vocione che declama stentoreo: ORA DIREMO UNA SERIE DI STRONZATE CLAMOROSE MA LO FAREMO A MODO NOSTRO. COI VOCIONI TIPO ORACOLO DE DELFI CÒ LAIO CHE SE CACA SOTTOOOOOO. Regia, vai con i cori Carmina Burana e metti dentro un pizzico de Poe e Milton!! Dajeeeee.
    Insomma, quindici ascolti per cotanta pochezza me parono un tantino esagerati.
    E me ne dispiaccio, comunque. Ho amato molto i Rotting Christ.

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  • Alberto Massidda

    Fiacchetto il singolo dei Rhapsody. Su carta avrà pure gli elementi che ci piacciono, ma direi che manca tutto ciò che c’era d’importante.

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  • Pensavo peggio il singolo dei Folkstone. Tutto sommato mi sembra andare più nella direzione pre-Ossidiana. Non sarà proprio il folk metal degli esordi, ma nemmeno quella specie di indie rock sfigato (con le cornamuse) che era appunto Ossidiana

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  • AngeloElena Stranivari

    C’è parecchio livore gratuito nella recensione dell’anticipazione Folkstone, relativamente al pezzo in questione colui che scrive fa paragoni a dir poco arditi; difficile farsi venire in mente i Modena City Ramblers (sarà stato forse quel bridge di chitarre un po’ southern rock?). Rispetto al testo a me pare che racconti “banalmente” di una sbronza e dei deliri che ci girano attorno: talvolta di onnipotenza, talvolta di nichilismo. Liquidazione sommaria e un po’ arrogante di un pezzo ascoltato maluccio…

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