FOLKSTONE (e il Coro Le Due Valli) @Druso, Bergamo 10.02.2018

È la quinta o sesta volta che vedo i Folkstone nel giro di pochissimi anni, ma in questo tour rifanno tutto il debutto e quindi mi sembra d’obbligo farsi un’ora di autostrada fino a Bergamo; anche perché stavolta viene annunciata la partecipazione del Coro Le Due Valli, il che renderebbe tutto ancora più folkloristico. Purtroppo però il Coro si limiterà ad esibirsi per un quarto d’ora, subito prima del concerto, senza effettiva interazione con i Folkstone, cantando Luna, Rocce Nere e una Generale di De Gregori decisamente fuori contesto. Peccato, perché sarebbe potuto essere l’equivalente folkstoniano del Concerto for Group and Orchestra dei Deep Purple.

Il Druso è nella zona industriale di Ranica, alle porte di Bergamo. Ha una discreta capienza, ma oggi c’è il tutto esaurito e quindi si sta pressati gli uni contro gli altri. È una di quelle volte in cui l’affrontare la folla per andare a prendere una birra è una decisione talmente dolorosa che dovrebbe essere ragionata davanti a una birra. Lungo il corso della serata la curva del caldo salirà sempre più in alto, e sempre parallelamente con quella della puzza delle ascelle di molti astanti, o quantomeno molti di quelli intorno a me; il che sarà anche una cosa folk metal ma vi assicuro che il fetore è divertente quando dura poco. Il pubblico peraltro è estremamente variegato, andando dai soliti convintissimi cosplay dei vichinghi fino ad anziani personaggi con le mani giunte dietro la schiena che magari sono parenti bergamaschi dei Folkstone, che ne sai. Del tipo Hai visto che alla fine ti sono venuto a vedere che suoni con quella tua banda di musica strana? Il premio HARDCORE RADIKULT della serata va però a un tizio con barba blu, lenti a contatto rosse e la maglia degli incommentabili Beast in Black, che è stato metà del tempo a fare uno di quegli utilissimi video col cellulare in cui non si sente un cazzo e poi te li ritrovi su youtube e dici ma chissà chi cazzo è che registra sti video e poi li mette pure su internet, e la risposta è uno con barba blu, lenti a contatto rosse e la maglia dei Beast in Black

Il concerto: suonano tutto Folkstone, il debutto, uscito ormai dieci anni fa. Non eseguono i pezzi nell’ordine dell’album, per qualche motivo, ma iniziano con Rocce Nere e finiscono con Con Passo Pesante, sparpagliando le altre canzoni nel mezzo. La seconda parte è incentrata parecchio sui pezzi tratti dagli ultimi dischi, che però non sembrano coinvolgere il pubblico come quelli più vecchi; peraltro neanche l’esecuzione live riesce a risollevarli più di tanto: nelle recensioni di Oltre l’Abisso ed Ossidiana mi ero augurato che quantomeno in quella sede si riuscisse di più a sentire l’antico spirito dei Folkstone, e invece. Che poi il problema potrebbe essere un altro, e cioè che i Folkstone sono un gruppo da palchi all’aperto, in un’atmosfera il più possibile vicina ad una sagra della porchetta, e non si trovano troppo a proprio agio al chiuso in un locale della zona industriale di Ranica. Certo, una band con un ruolino di marcia concertistica così serrato alla fine riesce sempre a tirare su un bello spettacolo, però senza l’odore dell’erba fresca e del fango qualcosa effettivamente manca.

Per loro comunque è una festa suonare nella natìa Bergamo, all’ombra delle rocce nere orobie. Lore, il cantante, è ciucco come non mai, e verso la fine il caldo che monta aggrava le cose. In chiusura di concerto si sente in dovere di rosicare un po’ per i risultati delle elezioni, facendo svariate battutine sui grillini, su quelli che votano per chi gli promette soldi etc, al punto che ogni volta qualche altro imbarazzatissimo membro del gruppo si fionda a togliergli il microfono e – non so se la cosa fosse voluta o meno – per l’ultima canzone lo stesso microfono è passato a Roberta con Un’altra Volta Ancora. Io non ho votato Grillo, ma mi permetto di osservare che, in questo preciso momento storico, sfottere i grillini davanti a una folla a caso non mi pare una grandissima idea. Non che sia parimenti una grandissima idea parlare di politica in generale ad un concerto folk metal, eh. Però quantomeno stasera la cover di Guccini ce la siamo risparmiata. La prossima volta riproviamo a sentire come suonano i pezzi di Ossidiana in un concerto all’aria aperta, e se c’è un barbecue ancora meglio. (barg)

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