NAPALM DEATH – Coded Smears and More Uncommon Slurs

Quando avevo circa sedici anni mi presi una cotta per una ragazzetta della mia età. Con tutta l’ingenuità ed il candore tipici dell’adolescenza, in quel periodo un solo dolce e romantico pensiero mi passava per la mente dalla mattina alla sera: trovare un modo per ficcarglielo in pancia. L’occasione non mi capitava mai e questa cosa mi faceva gira un po’ i coglioni, ma andava così. Un giorno, come spesso accade, degli eventi improvvisi ribaltarono la situazione a mio favore. Un conoscente aveva cominciato a frequentare un’amica della signorina di cui sopra. Avevano organizzato una mezza festicciola a base di, beh, tante cose, ficcando in mezzo anche la donzella che mi interessava. Dove? A casa di lei, perché i suoi non c’erano. Alla grandissima. Quella sera, per l’occasione, mi faccio pure il bidet.

Salgo sul motorino (di cui allego una foto di repertorio che sarà qui da qualche parte), prendo il mio amico e partiamo a razzo. Arriviamo lì e… sopresa: in casa ci sono solo loro due. Buon segno. “Aspettiamo qualcun altro?”, domando io. “No”. Perfetto. Il cazzo mi arriva al mento. Il mio amico prende la sua, con cui aveva già un minimo di confidenza, e comincia a fare qualche numero e dopo poco si defilano. A lui è andata bene. Io non ero ancora arrivato a quella fase, quindi via ai convenevoli. Blablablabla, ecc. ecc. Stavo ingranando. Ad un certo punto sento una sorta di growl. Lo sente anche lei. Che cazzo è? Sono io. È la mia pancia, per la precisione. Le birre ghiacciate a stomaco vuoto bevute poco prima? Non lo so. Ma il growl continua. Mi sento un po’ scombussolato. Temporeggio, ma ad un certo punto le chiedo dove sia il bagno e mi ci fiondo. Non trovo l’interruttore e ho un terremoto dentro. Rischio. Cerco il cesso al buio e lo trovo quasi subito, ma comunque troppo tardi: mi sono cacato addosso. Accendo la luce. I pantaloni sono ok, perché per l’impeto li ho fatti volare via in tempo, ma le mutande no: sono smerdate, spiaccicate sul lavandino. Diarrea a soffio. C’è un’altra bella notizia per il giovanissimo Messicano: la diarrea a soffio ha macchiato anche i muri, che sono bianchi traforati e hanno assorbito la merda liquida. 

Lo scenario non è dei migliori, diciamo così. Prendo le mutande smerdate e le lancio dalla finestra. Siamo al sesto piano, dico tra me e me, che cazzo me ne fotte. Mi lavo il culo e rimetto i pantaloni. Prendo della carta igienica, la bagno e cerco di pulire il muro. Risultato ottimo: le macchie diventano aloni enormi irrecuperabili. Penso ad un’eventuale soluzione guardando il muro smerdato per mezz’ora. Bussano alla porta. È lei: “Tutto a posto? Sei in bagno da un po’. Non ti senti bene?”, chiede con tono perplesso. “Non benissimo, ma ho finito. Arrivo subito”, rispondo io con il tono di un coglione che ha appena smerdato il muro del bagno della tizia con cui vorrebbe accoppiarsi come un gorilla epilettico. Sono tutto sudato, senza le mutande sotto i pantaloni e lì dentro sembra che ci sia morto un animale da due mesi. Ho le chiavi del motorino in tasca. Idea. Esco alla velocità della luce, mi lancio giù per le scale, vedo le mie mutande smerdate sul tettuccio di una macchina, corro ancora più forte, salgo sul motorino e me ne vado a casa, mi faccio una doccia e mi butto sul letto. Guardo il soffitto per diversi minuti. Mi faccio una sega e poi mi addormento. Domani è un altro giorno, ragazzo. Un altro giorno di gloria.

Coded Smears and More Uncommon Slurs è uscito il 30 Marzo 2018, ma non è il nuovo album dei Napalm Death. È una raccolta. Non il solito best of del cazzo, attenzione. È una bella idea: qui dentro c’è tutto il materiale (o quasi), risalente alla decade 2004-2014, non inserito negli album ufficiali. Bonus tracks presenti solo nelle edizioni salcazzo o in quelle giapponesi, pezzi tratti dagli split fatti con vari gruppi (Melt Banana, Converge, Voivod, ecc.), b-sides e cover. È un doppio cd, per un totale di un’ora e mezza di musica. Diversi pezzi sono presi dalle edizioni speciali degli ultimi due album – che io ritengo due mezzi passi falsi – e si sente. Poi le b-sides, vabbè, se sono tali un motivo ci sarà. L’idea di racchiudere del materiale sparso in varie uscite particolari (o simili) in un solo lavoro è figa, ma all’atto pratico, poi, si rivela per ciò che è: una compilation di scarti. Non tutta robaccia, ok, ma qui, ripeto, parliamo di un’ora e mezza di durata e quindi, per la legge dei grandi numeri, di roba mediocre ce n’è. A volte una serie di eventi, delle idee, delle intuizioni ti sembrano la cosa giusta, il meglio che possa capitarti in quel momento… E poi? E poi finisce tutto in merda. Succede, Napalm Death, per carità. Ma attenti: a smerdarsi in maniera irreparabile ci vuole una frazione di secondo. E sarebbe un peccato, perché di passi giusti, in questi trent’anni, voi ne avete fatti tantissimi. Morale: la merda è ok solo nel momento opportuno, nel luogo adatto ed in quantità non eccessiva. (Il Messicano)

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