Quando Alexia si sbagliò e fece un video symphonic black metal

Sono del 1990. Alexia, e gente ben peggiore di lei ma dello stesso “giro”, sono state le prime cose con delle note arrivate alle mie orecchie d’infante. Prima di loro, boh, forse quei giochini del cazzo che suonano che si regalano ai bambini, o qualche sigla dei cartoni animati di quegli anni, tipo Mighty Max, ma questo NON è l’ennesimo articolo nostalgico dei ’90, pillamatonna. Anche perché la nostalgia ha rotto il cazzo. Qui c’è solo analisi, analisi, tanta analisi che Lele Adani famme un bocc… ehm, sì, avete capito.

Alexia, all’anagrafe Alessia Aquilani (forse non tutti sanno: cugina di sangue del calciatore Alberto Aquilani, ex Roma, Juve, Fiorentina, Liverpool, Sporting Lisbona, mia nonna ecc), nel maggio del ‘96 se ne esce con Summer is Crazy, che obiettivamente è una bomba nucleare.

Sì, ok, stiamo parlando di eurodance coatta un tanto al chilo, mica roba da Sala Santa Cecilia, ma nel suo genere fa la sua porca figura. Ci sono i bassi zozzi che pompano, le tastiere pseudogotiche, una strofa coinvolgente, un ritornello che ti entra in testa, c’è tutto. C’è talmente tutto che non l’è sfuggito nemmeno di fare un videotributo alla scena symphonic black metal, che adesso mi accingo ad analizzare.

Partiamo da lei: ragazzi, Alexia qui sembra un vampiro. Non il vampiro di John William Polidori e nemmeno quello di Bela Lugosi, forse manco quello di Anne Rice, ma un vampiro moderno, suburbano, novantiano, sì.

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Un vampiro che potresti incontrare alla stazione Termini dopo una notte di bagordi. E dopo averlo visto, scappi via correndo e invocando Gesù Cristo. Torni a casa e fai: “Mamma, mamma, ho visto la figlia di Gigi alla stazione di notte!” – e mamma risponde – “E grazie ar cazzo, quella è un vampiro, lo sanno tutti, hai scoperto l’acqua calla! Piuttosto, che ci facevi tu di notte a Termini? Te devo corca’ di botte?” – e giù cucchiarelle sul culo a non finire

È bianca come un lenzuolo, ha un rossetto rosso sangue che sembra sia appena uscita da un aperitivo a casa di Bram Stoker, trucco sugli occhi da bordello cinese di fine ‘800, magrezza da tossica all’ultima pera (ecco che ci faceva a Termini…), delle treccine di filthiana memoria (Dani le ha avute per anni), fa un balletto strano con le mani, inquietante, si muove sinuosa come una lucertola. Pure i suoi sorrisi sono sinistri, inquietanti.

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Poi il titolo, Summer is Crazy, starebbe bene in un disco degli …And Oceans periodo A.M.G.O.D, magari subito dopo Intelligence is Sexy. Oppure potrebbe essere il sequel di Summer Dying Fast dei Cradle of Filth (e che insieme vanno così a formare una specie di anti-commedia sexy all’italiana, adesso chiamo Neri Parenti e gliela propongo).

Tornando al video, protagonista a parte, anche i comprimari non sono da meno; tipo dei tizi pelati a torso nudo che fanno molto schiavi erotici-gotici (e che subito dopo le riprese Alexia avrà sodomizzato per poi dissanguare e quindi placare la sua implacabile sete) e una giovane darkettona (anche lei una vampira/tossica, di Stazione Tiburtina questa però) che cazzeggia con un rasoio per tutto il tempo, cercando di trovare il coraggio di recidersi le corde vocali. Coraggio che alla fine sembrerebbe non trovare, peccato.

E poi la fotografia, l’atmosfera. C’è un’atmosfera che mette i brividi dal primo all’ultimo secondo.  Oscura, malinconica, decadente, per nulla danzereccia. Con ‘ste luci blu smarmellatissime, che fanno un po’ depressione nordica e un po’ Gli occhi del cuore, a seconda dei punti di vista.

Non so che altro aggiungere per convincervi. Togliete l’audio e provate a spararci una Mannequin dei COF di sottofondo. Vi sembrerà quello di Alexia il video giusto per Mannequin, e viceversa.

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Ora, io non so se la nostra leonessa dell’eurodance dei bei tempi andati effettivamente dormisse con la maglietta degli Agathodaimon o si fosse semplicemente sbagliata (può capitare eh. Come uno scende al supermercato e, una volta arrivato in cassa, si accorge che ha lasciato il portafoglio a casa, e battendosi nervosamente la fronte esclama: “Perdindirindina, ed ora che farò? Dovrò lasciare la spesuccia presso la gentile impiegata” –  allo stesso modo Alexia, in sala di montaggio, avrà detto: “Cazzo! Dovevo fa un video eurodance e mi è uscito un video symphonic black metal, e mo? Lo rifaccio? Ma manco pe’ sogno! Me lo tengo così! Poi, se traumatizzerà qualche regazzino o influenzerà tutta l’estetica di Dani Filth per i prossimi otto anni, non è un problema mio!”); fatto sta che il video di Crazy Summer Dying Fast è esistito, esiste ed esisterà sempre come curioso caso di studio.

Da guardare e riguardare sul vostro tablet, in una notte d’estate a Termini, aspettando un polveroso treno regionale per qualche squallida località laziale; fantasticando su come sarebbe divertente gettarsi dal vagone in corsa con una lametta da rasoio tre le mani e un sorriso inquietante sulle labbra (Gabriele Traversa)

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