Grimmer bells: il recuperone griffariano di fine anno

Questo è l’ultimo articolo di un anno che per me – musicalmente parlando – è stato stupendo: e allora quale migliore occasione per un recuperino-ino-ino di un po’ di titoli dei quali avrei voluto parlare, ma sciaguratamente non l’ho fatto. Il problema è che ad un certo punto mi sono trovato ad affrontare una tale ondata di musica che non sono riuscito a districarmi come mi sarebbe piaciuto fare… Spero quindi di rimediare adesso a qualche mio errore di valutazione.

Disavowed, and Left Hopeless è il terzo disco degli americani OUR PLACE OF WORSHIP IS SILENCE, side-project di Tim e Eric dei grandiosi Lake of Blood. Niente, questo disco meriterebbe molto di più delle poche righe che sto per scrivere, meriterebbe una recensione ben più lunga e dettagliata ma meglio poco che niente, come diceva mia nonna. Suonano un miscuglio di doom, death e depressive black metal, il tutto rieditato in ottica religious tipo ultimi Funeral Mist. I ragazzi scrivono riff eccellenti che celano al loro interno melodie cupe, cigolanti, strane, malmostose e che vale la pena ascoltare e riascoltare più e più volte perché non annoiano mai, anzi affascinano e coinvolgono sempre più man mano che ci si abitua alla loro musica contorta, corrotta e dissonante. Fatevi un favore e dategli un ascolto, ma non così come-la-va-la-va perché vi perdereste qualcosa di veramente valido. Musica per nulla scontata o marginale, credetemi.

Mi cospargo il capo di cenere e chiedo loro perdono perché anche Supreme and True at Night dei veterani polacchi BESATT avrebbe meritato una recensione più dettagliata e convincente. Beldaroh, mentore fin dalla prima ora del gruppo, in giro da più di un quarto di secolo, ha marchiato il 2021 con un gran bel disco di black metal blasfemo come sempre. Lui ci vive per queste cose, è stato mandato in questa dimensione dal Demonio per vilipendere e bestemmiare Dio, la trinità, il figliolo, la madonna, la Maddalena, la chiesa, gli arcivescovi, fino all’ultimo dei parroci di campagna e ai custodi del campetto di calcio dell’oratorio, ovunque essi siano. Cosa troviamo dunque in questo undicesimo full length della loro enorme discografia? Dell’ottimo, splendido black metal da manuale con variegature epiche, il disco che probabilmente avrebbero dovuto pubblicare i Graveland se non si fossero ammosciati come dei vecchietti privi di stimoli. Non c’è un solo pezzo che non sia una bomba, con riff melodici che spaccano dal primo all’ultimo secondo questa volta influenzati parecchio dal suono svedese di gente estrema come Dark Funeral. Un misto vecchi Graveland/Dark Funeral è un prodotto vincente, e difatti Supreme and True at Night suscita headbanging estremo dall’inizio alla fine senza cedimenti. Nella playlist di fine anno l’ho segnalato comunque, ma questa è roba che guarda lontano: io l’ho sottovalutato troppo e per questo il 25 dicembre indosserò un cilicio.

Mi è piaciuto molto anche Hamartia dei tedeschi TAUSENDSTERN, ennesimo gruppo del polistrumentista Paul Moritz, che porta avanti anche l’interessantissimo progetto cosmic black metal (la band si chiama proprio così: ) e che propone quel death/black metal strano, acido e dissonante che puoi ascoltare trecento volte scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo. I cinque pezzi sono piuttosto lunghi (tranne la intro, in questo raro caso discreta), il disco dura una quarantina di minuti scarsi e lo trovo strano quel tanto che basta per farmi dire che non mi sovvengono adeguati termini di paragone per semplificare ciò che suonano i due ragazzi. Oh, Paul ha solo 22 anni e tira fuori questa roba… Qui c’è del talento importante che spero venga portato avanti, perché se il buongiorno si vede dal mattino mi sa che i gioiellini che questo portento incide presto si moltiplicheranno per grazia dell’arte e delle nostre orecchie.

Infine, lo split CD dei tre spettacolari gruppi ispirati al 100% dai Summoning periodo Dol Guldur/Nightshade Forest: FORLORN CITADEL, MIRKWOOD e SPELLS OF FOG. Il CD è davvero fantasmagorico, per i fan dei Summoning sicuramente quanto di meglio si possa ascoltare per quest’anno. Forlorn Citadel e Spells of Fog hanno uno spiccato background dungeon synth, quindi sono più impostati sulla creazione di melodie di tastiera poi arrangiate in stile atmospheric/majestic black metal, mentre i Mirkwood hanno un retroterra più classicamente metal e questo si sente nei grandiosi riff dei loro due brani. Più o meno ogni band ha a disposizione 16/17 minuti per mettersi in mostra, rendendo l’ascolto fluido ed accattivante. Il CD è veramente un gioiellino, si apprezza in modo immediato e piacevolissimo anche per più e più volte di seguito ed ahimè, avrebbe meritato anch’esso una recensione ben più dettagliata. Spero che almeno queste poche righe vi convincano all’ascolto: rendetegli voi la giustizia che io non ho saputo dargli.

Bene, per quest’anno è tutto. Spero di non avervi annoiato troppo, nel caso comunque io non sono vaccinato quindi secondo i telegiornali sono condannato al contagio, ad una breve e sofferente agonia in terapia intensiva ed infine all’obitorio; se così non sarà, magari vi stresserò ancora con gruppettini strani e roba marcia ma… anche senza di me spero che continuerete a leggere Metal Skunk e tutta la sua banda anche in futuro, e soprattutto spero che il 2022 vi trovi tutti, e vi trovi bene. (Griffar)

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