Monthly Archives: marzo 2020

Avere vent’anni: NOCTE OBDUCTA – Taverne – In Schatten Schäbiger Spelunken

Trainspotting: Sulla inspiegabile sottovalutazione dei Nocte Obducta dirà tutto Michele qui sotto e non c’è molto altro da aggiungere: rimane davvero un mistero come la band di Francoforte non sia riuscita a raggiungere una fama mondiale, nonostante sia non solo uno dei gruppi (o forse il gruppo) black metal migliore mai uscito dalla Germania, ma anche una fucina di sperimentazioni

Continua a leggere

Avere vent’anni: NICKELBACK – The State

Per ogni fan del grunge cresciuto a suon di Badmotorfinger e Dirt, la psicologia motivazionale fu l’unico sistema adottabile affinché si potesse semplicemente andare avanti. Non c’era da superare la morte del biondo dei Nirvana: c’era, in compenso, da fronteggiare l’arrivo, il radicarsi e il dilagare della terminologia “post-grunge”. La quale, nel giro di poco tempo, da binomio serpeggiante sulle

Continua a leggere

Avere vent’anni: BRODEQUIN – Instruments of Torture

Luca Bonetta: Fermi tutti: prima di cominciare questa breve disamina vi invito a recuperare il report del Netherlands Deathfest 2017 al quale presenziammo io e il buon Ciccio e nel quale erano presenti, per l’appunto, i Brodequin, autori di una delle migliori performance di quella tre giorni infernale (in tutti i sensi). Detto questo, passiamo a quella che voglio far

Continua a leggere

Reinventing the Steel, ovvero il grugnito del maiale morente

Per ogni disco di questa rubrica, sia che ne parli io che qualcun altro, solitamente cerco di fare mente locale, una sorta di tuffo nel passato, per cercare di ricordare il contesto in cui uscì e, soprattutto, cosa facevo io in quel periodo. Alcuni, per tanti motivi, non mi ricordavano assolutamente niente, altri poco, altri molto: Reinventing the Steel rientra

Continua a leggere
« Vecchi articoli