Phil Anselmo, Rex Brown e Dave Ellefson al centro per l’impiego

La reunion dei Pantera è una chiacchiera che popola gli incubi di noi metallari da non so quanto tempo, tanto che Ciccio nel 2014 dedicò un articolo a tutta questa faccenda e già allora Zakk Wylde era il nome sulla cresta dell’onda. All’epoca era Vinnie Paul l’incaricato di evitare che tutto ciò accadesse; e, finché è rimasto in vita, onore a lui per esserci riuscito.
Immaginate di trovarvi all’ingresso di un centro di collocamento, una di quelle cose tipo Adecco o Manpower. C’è Dave Ellefson in fila, in attesa già un’ora prima dell’apertura. Puntuali come orologi svizzeri compaiono due tipi loschi. Uno sembra un picchiatore da raid nazifascista ai centri sociali. L’altro un ubriacone terminale, l’esatto elemento che il primo immaginereste tenga nel mirino: sono però amici. Il secondo ha l’andatura di quei trasandati redneck americani delle regioni interne dell’Oregon che si alimentano a birra del discount, scoiattoli cacciati a fucilate e qualche stecca di sigarette passata di contrabbando da amici di amici. Ellefson fa cenno di salutare l’impiegata ma i due gli danno una spallata. E passano avanti, senza un cenno né una parola.
Hanno bisogno di lavoro. Lei, un’insensibile fan della nuova ondata di epic metal con tutte quelle magistrali copertine sfumate a matita, ben presto li riconosce e attacca: ci sarebbe posto per la stagione come camerieri, la paga è buona e soprattutto qualche ristoratore dopo tutti quei servizi su Studio Aperto ha seriamente cominciato a cacarsi sotto. E poi, ragazzi, dove c’è scritto che uno debba fare l’artista per tutta la vita? Si può decidere di reinventarsi, l’avete detto voi stessi. Phil scuote la testa e incrocia le braccia. L’altro, nel frattempo, perde un dente e lo nasconde sotto al coprisedia. Chiede un fazzoletto.
Dave Ellefson alla vista di quel fazzoletto pare imbarazzato, fa per uscire, poi qualcosa lo trattiene.
L’impiegata incalza i due, uno dei quali è del tutto apatico: “Vedete, ragazzi? Tu sei passato dai Pantera ai Down, e in ordine sparso dai Down ai Superjoint Ritual fino a giungere a tutta quella roba lì. Per quanto gli En Minor siano (a ragione) piaciuti al Greco, considererei seriamente il posto da cameriere. Non per riferirmi in maniera diretta a voi due, ma c’è una ragione per cui prediligo gli Ostrogoth di Mario “Grizzly” Pauwels, e quella ragione sono le big band in decadimento che riscaldano la minestra perché oltre al grano e al gas i rincari hanno toccato pure la cocaina. C’è un limite a tutto, sempre non riferendomi a voi. Ci sarebbe anche un lavoro da addetto alle pulizie per il tuo amico, a cui a questo punto debbo domandare se vomita spesso. Sarebbe tempo sprecato se vomitasse spesso“. Rex, in silenzio, mastica il fazzoletto per assimilarne la cellulosa. E perde un molare, uno di quelli importanti per la masticazione.
Phil prende la parola e le racconta la cazzata più grossa di tutte: le dice che lo fa per rivivere quei tempi in cui una folla impazzita adulava il cantante di Heresy, Mouth for War, I’m Broken, i tempi in cui crebbe una delle poche band capaci di aggregare di fronte a sé un seguito, se non pari, degno dei nomi grossi degli anni Ottanta. Cui in fin dei conti all’inizio appartenevano anch’essi, non fosse per Terrence Lee e tutti quegli anni persi a fare il verso a gente rodata, come fanboy giapponesi che mettono su un progetto identico ai Metallica nel 2022 semplicemente perché gli gira così. Le dice che lo fa perché loro e i Sepultura sono stati l’ultima moda da seguire, l’ultimo tipo di pantaloni da portare, l’ultimo tatuaggio da farsi, l’ultimo singolo da urlare con voce roca prima che tutto lentamente cominciasse a finire in cancrena. È in lacrime mentre glielo dice. Rex, al suo fianco, è pressoché in overdose ma l’impiegata è talmente commossa e presa dalle sue parole che nemmeno lo nota.
Lei si alza e gli trova al volo Zakk Wylde e Charlie Benante. Un momento, aggiunge Phil, “ma Zakk Wylde non è con Ozzy adesso? D’accordo che è messo male, ma…”
Lo interrompe uno sguardo severo dell’impiegata, che va a posarsi sull’amico Rex il quale tenta d’infilarsi una penna Bic in una vena per godere di tutto quell’inchiostro blu.
Zakk Wylde e Charlie Benante, dopo i The Illegals e i dischi dei Pantera portati in tour da anonimi in modo anonimo. Una band che aveva tre galli in un pollaio, più un bassista. Una band i cui tre galli erano per due terzi senzienti: indovinate quale è rimasto. Ebbene sì, è ufficiale. Phil Anselmo, il batterista degli Anthrax, Zakk Wylde e Rex Brown saranno l’incarnazione socialmente accettabile dei Pantera sotto forma di all star game. E che non venga loro in mente di fare un disco, dannati maiali che non sarebbero altro.
A Dave Ellefson sono passate davanti due persone, che intanto escono per dirigersi al bar più vicino per farsi la Grappa Candolini delle 8:30 del mattino. Guarda sentenzioso l’impiegata: dice fra sé che è ora di pausa, mette fretta. Ha qualcosa con ex membri di Decapitated ed Entombed A.D. Si sente un po’ come Pessina che ha firmato per il Monza, o, meglio ancora, come Luis Suarez che è stato contattato dal Monza. Alza lo sguardo indemoniato, magari sono carini, magari la loro pelle è così morbida: firma e se ne va, ha appena creato i Dieth. Phil Anselmo all’epoca degli Scour e dei Viking Crown avrebbe venduto un fratello per formare una merda del genere. (Marco Belardi)
Il punto è che questa NON E’ UNA REUNION. Le reunion le fai quando TUTTI i membri del gruppo son vivi e appunto ci si riunisce.
Poi va beh io lo capisco il vecchio Phil, dopo anni passati a frantumarsi i neuroni adesso sta cercando di ripigliarsi, ma non sono certo che questa sia la strada giusta. Rex…boh mai cagato più di tanto, mi è sempre sembrato uno che ha avuto la botta di culo di essere al posto giusto nel momento giusto, di sicuro qualche dollarazzo non gli farà schifo. E Zakk? Boh dicono tutti che è lui l’unico che può sostituire Dime….io credo che sia più un questione di pancia e cuore che non meramente tecnica…si è sempre detto così prendiamola per buona…l’altro va beh non saprei mi sembra li semplicemente a fare il turnista. Indi per cui? Fatela va bene ma abbiate la decenza di chiamarla in altro modo.
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Se i 4 elementi in questione si fossero trovati per registrare qualcosa, l’avessero pubblicato con un altro nome (tipo “Pantegana”) e poi fossero andati in tour suonando qualche cover dei Pantera, il tutto sarebbe filato liscio. Il problema è che in questo modo avrebbero guadagnato molto meno e ci sarebbe voluto molto più sbattimento.
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Per la Cronaca….
Scrivo da Tarcento in provincia di Udine…l’articolo è bello viaggiante….spero che però non si avveri..
Nota Culturale: (Alle Elementari ci portarono in visita, con tanto di assaggio)
L’ Azienda Candolini nasce nel lontano 1898 a Tarcento, in provincia di Udine, per mano di Giovanni Giustino Candolini, come realizzazione del sogno di una vita, portato avanti con tenacia contro tutti.
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