Addio, Peter Hobbs

Di Peter Hobbs ho un ricordo personale che ogni volta mi commuove e fa sorridere al tempo stesso: lui che sputa e scatarra su un crocefisso gigante sul palco di un locale sotterraneo al centro della real capitale di Cracovia. La città di papa Giampaolo. Quel crocefisso lo aveva appeso al microfono durante tutta la serata, per poi impugnarlo durante uno dei numeri salienti, Crucifixion, dall’album a nome Hobbs’ Angel of Death del 1988. Se non sapete di cosa sto parlando, prima vergognatevi e poi andate a sentire uno degli album più ignoranti e intensi del thrash degli anni ’80. Gioia pura. E lui era un grande intrattenitore, su quel palco.

Peter Hobbs aveva solo cinquantotto anni e non ho la più pallida idea di perché sia morto. So solo che incarnava il metal estremo come pochi altri personaggi, e quella serata non la dimenticherò mai. Si svolse nei sotterranei (segrete?) di un palazzo del Seicento che si affaccia sulla sfarzosa piazza principale del centro, patrimonio UNESCO. All’entrata, tra tunnel e scalini, notai subito che era popolata da ragazzi dall’età media piuttosto bassa, con toppe di Overkill, Exumer e roba del genere. Scoprii solo dopo che alcuni avevano occupato il bagno ed erano stesi in mezzo a pozze di vomito, e dovetti così scavalcarli per guadagnare la tanto agognata pisciata, visto che birra e vodka scorrevano a fiumi e il rumore dei cocci di bicchieri rotti sembrava essere un sottofondo piuttosto costante tra un pezzo e l’altro. Un girone infernale. Quel luogo sarebbe stato chiuso un anno dopo e trasformato in un bar/lounge di fighetti del cazzo e turisti, ma per me sarà sempre “il luogo dove vidi Peter Hobbs oltraggiare un Cristo in croce tra l’ilarità generale”, in quella che è la capitale religiosa del paese più cattolico d’Europa, e forse del mondo. Non lo conoscevo di persona, ma il rispetto che nutro per l’uomo che ha portato avanti la crociata per qualcosa in cui credeva per tutti questi anni è grande.

Che la terra, o le fiamme, ti siano lievi e il tuo “metallo vergine” e incontaminato possa spaventare gli angeli qualora osassero avvicinarsi. (Piero Tola)

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