DARK TRANQUILLITY // EQUILIBRIUM @Live Music Club, Trezzo sull’Adda (MI) 26.04.2018

foto di Riccardo Trudi Diotallevi
Non so se io ne abbia mai parlato, ma in questi miei oltre vent’anni di metallitudine sono mio malgrado protagonista di una corsa a due tra i gruppi che ho visto di più in assoluto; dico mio malgrado perché, nonostante le band mi piacciano entrambe, il più delle volte mi è capitato di incrociarle a festival o come supporto. Siccome la vita ha un certo senso dell’ironia, i gruppi in questione sono Dark Tranquillity e Domine. Se i miei calcoli sono esatti, con questa sera dovrei aver visto entrambi dodici volte a testa; col gruppo di Goteborg, nello specifico, tutto cominciò nell’autunno del 1999, durante il tour di Projector, quando si presentarono a Roma con In Flames, Children of Bodom e Arch Enemy. E dopo un bel disco come Atoma, ossigeno puro visto l’abisso d’irrilevanza in cui erano piombati, non me la sentivo proprio di esimermi dal presenziare. Del resto il Live Music Club è un bel posto per vedere i concerti. È abbastanza ampio, c’è una zona interna all’aperto per mangiare e cazzeggiare tra un gruppo e l’altro, e la resa sonora è tendenzialmente buona. L’unico problema è che si trova, appunto, a Trezzo sull’Adda, non proprio dietro l’angolo rispetto a Milano; il che, considerata l’abitudine padana di cominciare i concerti molto presto rispetto agli orari a cui Roma mi aveva abituato, a volte rende complicato arrivare in tempo. Ci perdiamo così i MIRACLE FLAIR e arriviamo quando stanno finendo di suonare i BLACK THERAPY, gruppo romano che avevo incrociato qualche anno fa in non ricordo quale occasione.
La prima esibizione a cui riusciamo ad assistere per intero è quindi quella degli EQUILIBRIUM, di cui ascoltai i primi due dischi, più di dieci anni fa, perché se ne faceva un gran parlare. Poi li persi di vista, dato che non mi avevano trasmesso niente di particolare, ma oggi mi rendo conto che forse mi sono perso qualcosa. Non troppo, eh, per carità, però i tedeschi riescono a tirare su un bello spettacolo grazie al loro pagan metal veloce e quadrato. Il pubblico sembra molto coinvolto – del resto la band è riuscita sin dagli esordi a conquistarsi un nocciolo duro di appassionati – e i pezzi più vecchi, come Blut im Auge, trascinano i convenuti con i primi tentativi di pogo. Robse, il cantante, essendo il classico tedescone sbronzo con la panza da birra ha il perfetto physique du role per questo tipo di musica, e grazie alla sua ottima presenza scenica incita il pubblico facendo partire i cori e tentando in tutti i modi di organizzare un wall of death che però alla fine non arriverà mai.

foto di Riccardo Trudi Diotallevi
Tra la fine degli Equilibrium e l’inizio dei DARK TRANQUILLITY mi guardo un po’ intorno. Nella mia testa avevo preventivato il tutto esaurito, ma non è proprio così: il Live Club è mezzo vuoto (o mezzo pieno, proverbialmente), e quindi tanto meglio per noi, che abbiamo spazio per respirare a differenza delle ultime volte in cui li ho visti. Passa una mezz’oretta, si abbassano le luci e dagli amplificatori parte Iron Man. Sì, quella: l’intro dei concerti di questo tour dei Dark Tranquillity è Iron Man, per qualche motivo. Gli svedesi lasciano scorrere tutta la canzone e poi irrompono sul palco con la solita irruenza. L’apertura è affidata a Encircled, dall’ultimo Atoma, che verrà saccheggiato con ben sei estratti; purtroppo niente Caves and Embers, a mio parere la migliore, ma va bene così: dopo almeno dieci anni di nulla, e soprattutto dopo due dischi come l’incomprensibile We Are the Void e il brutto Construct, riuscire a godersi un concerto dei Dark Tranquillity che ti rifanno mezzo ultimo disco è una conquista sovrumana.
La scaletta, dicevamo: praticamente nulla che risalga agli anni Novanta, a parte ThereIn, e anche da Haven (2000) ripropongono solo l’apertura The Wonders at Your Feet. Alla fine Mikael Stanne chiede al pubblico cosa suonare per concludere: ovviamente tutti gridano qualcosa da The Gallery o affini, lui invece indica un punto immaginario nel pubblico e dice: “Ok, hai vinto! Suoneremo Misery’s Crown”, ovvero quella con cui chiudono sempre i concerti in questo tour e che risalirebbe a Fiction, a quanto pare. Vabbè. Non riconosco molti dei pezzi suonati oggi, però non mi annoio mai; sarà perché Stanne è sempre il solito animale da palco, sarà perché gli scialbi pezzi dell’ultima parte della carriera rendono molto meglio dal vivo, ma alla fine ne usciamo divertiti. (barg)
“ma alla fine ne usciamo divertiti”… direi proprio di sì! Che bel concerto, come sempre del resto con i dt.
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visti a Nova Gorica tre settimane fa. Equilibrium merda pura, altro che balle. DT che non vedevo da 11 anni sempre bene, cmq dopo Fiction tanta mediocrità
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