Monthly Archives: settembre 2017

Avere vent’anni: settembre 1997

SADUS – Elements of Anger Marco Belardi: Non ho mai capito se preferissi i Sadus più slayeriani, ovvero quelli del debutto Illusions, o i successivi. Fattostà che nell’album del 1997 li troviamo arricchiti dell’esperienza con i Death avuta da Steve DiGiorgio (la coda della opener Aggression è esplicativa in tal senso) e con un album maturo, non necessariamente veloce per colpire

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Avere vent’anni: DREAM THEATER – Falling Into Infinity

Falling Into Infinity, ovvero La storia di tre gay non dichiarati dell’ Area Fiorentina. Mi piace la fotografia, ed a volte mi capita di fare chilometri per portare a casa un solo scatto che puntualmente non viene mai come dovrebbe. Spesso siamo con la macchina di un amico che ha fra i gruppi preferiti i Dream Theater. Qualche mese fa, tornando

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Avere vent’anni: DOMINE – Champion Eternal

Quando avevo sedici anni un amico mi passò una videocassetta con la registrazione di una puntata di Roxy Bar, creatura dell’inossidabile trombone Red Ronnie. “Che cazzo me ne faccio?” gli chiesi. “Guardala e mi dici”, rispose. In effetti c’erano degli ospiti di tutto riguardo: i Death SS che promuovevano la nuova uscita Do What Thou Wilt, interessante svolta elettronico-statanico-futurista dei

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Avere vent’anni: SATYRICON – Megiddo

Cara redazione, il mio aguzzino si chiama Roberto. Mi ha avvicinato qualche mese fa, molto disponibile all’apparenza, e approfittando del fatto che leggevo Metal Skunk e che ero un ex-webzinaro pentito degli anni duemila, mi ha chiesto di entrarci. L’impatto iniziale è stato molto buono, anche se c’era una persona che si faceva chiamare Masticatore che mi ha sempre messo

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L’anziana sulle scale del condominio: SATYRICON – Deep Calleth Upon Deep

Lo scrittore preferito di molti me incluso, H.P. Lovecraft, spesso strutturava i suoi racconti mettendo al centro di essi un personaggio alla ricerca di una spiegazione razionale a ciò che la sua percezione gli mostrava; il che degenerava in una serie di eventi i quali, esplodendo in un climax finale, rivelavano al malcapitato quello che l’autore spesso descriveva come l’orrore. Ho avuto

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