Musica di un certo livello #13: NECROMASS, TWILIGHT OF THE GODS, CAGE

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Mo’ che ci penso, due parole sul fatto che Slash sta commercializzando un hamburger che porta il suo nome non le vogliamo dire? No perché poi dovrei dirne anche un altro paio su quel tizio di Chicago che ha fatto un menu dedicato ai suoi gruppi metal preferiti dove c’è un altro hamburger, denominato Ghost, che contiene carne di capra e un’ostia sconsacrata e che tanto scandalo sta facendo negli USA. Lasciamo perdere la sbobba di Slash e i preti americani che si fanno vedere in tv per dire male dei Ghost e del dimonio. Ma che, Papa Francesco parla a vuoto quando dice che i preti debbono stare lontani dalla mondanità? Mo’ vedi se glielo devo ricordare io che la mondanità è competenza di Belzebù. Alla fine, però, due parole le ho dette (il potere occulto del gossip) ma a questo punto, se fossi veramente coerente, dovrei parlarvi degli Avenged Sevenfold o che so, dell’ultimo disco dei Korn. Ma chi ha bisogno di questa merda? Mannaggia il metalcore, ve lo dico io adesso di cosa avete bisogno: Calix. Utero. Babalon. Ebbene sì, sono tornati i NECROMASS e vaffanculo tutto il resto, mi verrebbe da dire. In effetti l’ho detto. Sono passati un fottio di anni dall’ultimo disco con in copertina la spaghettata di cadaveri, che seguiva quell’altro disco coll’enorme pene in copertina. Ridendo e scherzando, stiamo parlando rispettivamente di Abyss Calls LifeMysteria Mystica Zofiriana. Senza esagerare, Abyss è uno dei dischi di black metal italiano più belli di tutti i tempi e ritengo di parlare a persone di cultura che potranno confermare. Nel fortuito caso ve lo siate perso, smettete di leggere, andate ad ascoltarlo e poi riprendete da qui.

necromass-calix-utero-babalon1000Nello specifico di Calix etc etc vorrei dire solo che è precisamente quello che doveva essere. Mi spiego meglio: è ciò che un ragazzo qualsiasi, che a metà anni ’90 amava Abyss e Mysteria, dovrebbe desiderare da una band che ha deciso di riunirsi dopo decine di anni e che quasi a metà degli anni ’10 del nuovo millennio rifà un disco di black metal. Dovrebbe desiderare lo stesso sound occulto e crepuscolare? Non credo. Oppure vorrebbe ascoltare un album vintage registrato male? Non credo neanche questo. Calix è il disco che vorresti per il semplice fatto che è prodotto con la qualità acustica odierna, con capacità compositive accresciute e al passo coi tempi e con un’attenzione volta alla propria storia perché, è superfluo ribadirlo, i fiorentini hanno fatto la storia del BM italiano. Il ritorno dei Necromass mi ha piacevolmente riportato indietro all’epoca di Opera IX, Sinoath, Monumentum e Mortuary Drape, l’epoca in cui greci e italiani si contendevano l’egemonia black mediterranea, partendo dal doom e dall’occultismo e producendo dischi estremamente atmosferici, riconoscibili da quel tappeto sonoro carico di bassi e suoni evocativi. Tutto quello che è stato non potrebbe essere oggi, ed è anche giusto così.

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simboli di fede

Gente che ce l’ha durissimo: TWILIGHT OF THE GODS. Trattasi di un supergruppo che per un po’ di tempo si è divertito a cazzeggiare in giro per l’Europa facendo cover dei Bathory e che ora ha pubblicato il suo primo disco di inediti che, manco ve lo sto a dì, ricorda mille miliardi di altre cose. Ma è fico. Cominciamo con le presentazioni, perché sono importanti. Alla voce il cantante storico dei Primordial, Alan Averill; alle chitarre un certo Blasphemer e Patrik Lindgren (Thyrfing); al basso Frode Glesnes, il papà degli Einherjer; alle pelli Nicholas Howard Barker che è troppo lunga la lista. Mica cazzi, insomma. Di solito queste formazioni puzzano lontano un miglio di commercio di note al dettaglio ma, non so perché, non ci vedo niente di male in questa formazione. Ascoltatevelo senza retropensiero e vi garberà non poco, tanto siete già abbastanza cresciutelli per capire da soli che 9 su 10 dai supergruppi non esce fuori che merda. In questo Fire On The Mountain più che un Quorthon ci sento tanti Manowar e Grave Digger. Vai cor tango:

Fico, eh? Parla della battaglia di Vienna del 1683 tra il santo re polacco Sobieski e l’avido e crudele Gran Visir ottomano Mustafa nonsoche. Alla fine è come tra laziali e romanisti: l’esito della guerra di religione ci è indifferente, l’importante è che si sterminino a vicenda.

Cage Pilots

Avevo promesso a Ciccio di chiudere coi Pelican che hanno pubblicato finalmente il nuovo disco dopo millemila EP molto carini. Stavo per mettermi a fare tutto un discorso serio sul fatto che tutto finisce sempre in vacca, che non appena pensi di aver trovato il gruppo definitivo quello si perde in un post qualcosismo del cazzo. Ma mentre facevo tutti questi ragiunamenti, dentro di me, dallo sprofondo, un’idea insana sorgeva e si appropriava della mia mente e di tutta la scarsa capacità di concentrazione. Questa idea aveva come protagonista Nicolas Cage. Tutti sanno che Nicolas Cage è il nostro nume tutelare, il nostro Gesù Cristo, anzi, il nostro Babbo Natale e che quando esce un film con Nicolas Cage tutti ci fiondiamo al cinema o al download. Ebbene, siori e siore, ho scoperto un gruppo che si chiama CAGE e che all’inizio di ogni pezzo mette la voce di Nicolas Cage perché il titolo di ogni pezzo è il titolo di un film con Nicolas Cage. Chissenefrega che musica fanno, non l’ho capito ancora. Dovrebbe essere tipo grindcore perché i pezzi non durano più di un minuto (chiedete a Nunzio) ma me la faccio piacere a prescindere. A quanto pare quegli stronzoni dei Cage, quegli altri che fanno power metal cristiano, hanno intentato azioni legali per far cambiare nome ai nostri eroi cagefili i quali adesso, purtroppo, si chiamano Cage Grind Noir. Inutile dire che trattasi di bestemmia e offesa all’indirizzo dell’intoccabile nipote di Francesco Coppola.

Ah, il disco è intitolato Pilots e il pezzo più ispirato di tutti, ovviamente, si chiama Deadfall. Geni assoluti. (Charles)

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