Double feature, double creature: nuovi brani di GHOST e SUFFOCATION

Il cantante dei Ghost saluta i fan, a eccezione di quelli dichiaratamente omosessuali

Annuntio vobis gaudium magnum: i Ghost e i Suffocation hanno pubblicato due anticipazioni dei loro imminenti nuovi dischi. Lo so che ‘ste canzoni sono uscite lo scorso weekend, ma, come vi ho spiegato, adesso siamo tutti in Kamčatka a cacciare mammut, quindi non riusciamo a stare troppo sul pezzo perché da queste parti la connessione wi-fi va e viene.

Principiamo da As Grace Descends, da Pinnacle Of Bedlam, settimo full dei deathster di New York, fuori il 15 febbraio su Nuclear Blast. Ora dal vivo si rischia di vederli con l’idraulico all’angolo al posto di Frank Mullen, ma in studio sono sempre un bel sentire. Come saprete, dietro le pelli non c’è più Mike Smith ma il comunque ottimo Dave Culross, che aveva già suonato sull’ep Despise The Sun. Il riff di apertura mi ricorda un pezzo di tutt’altro gruppo che ora non mi sovviene. Per il resto, non ho altro di particolarmente acuto da dire. Terrance Hobbs ha affermato, tanto per cambiare, che sarà il miglior lavoro della loro carriera:

E passiamo ora a quella sagoma di Papa Emeritus e ai suoi ghoul senza nome, che hanno diffuso online Secular Haze, destinata a far parte del loro secondo album. Il successo che ha baciato l’act svedese invita a una riflessione abbastanza ampia, per il suo essere, allo stesso tempo, dannatamente sorprendente e piuttosto prevedibile. Sorprendente perché Opus Eponymous è uno dei pochissimi “casi” che hanno animato il panorama heavy metal negli ultimi anni, almeno da questa parte dell’Atlantico dove, grazie a Odino, di chiome piastrate e nerd della chitarra a dodici corde frega nulla a quasi nessuno. Prevedibile perché, in un circuito che sopravvive continuando a ripiegarsi su se stesso, non ci vuole poi molto per catturare l’attenzione di un pubblico ormai rassegnato ad aspettarsi le cose migliori da band di ultraquarantenni. Lungi da me voler fare lo snob a tutti i costi o asserire che i Ghost siano un’operazione costruita a tavolino: Opus Eponymous mi piacque per la sua capacità di assemblare riferimenti datatissimi in maniera suggestiva e personale, e immagino che gli scandinavi siano i primi a essere stupiti dai consensi e dagli endorsement di lusso ricevuti. A lasciarmi perplesso è, più che altro, una scena dove ormai accade talmente poco che un divertissement particolarmente ben fatto diventa in automatico la new big thing:

I suoni, un po’ troppo plasticosi, sono a cura di Nick Raskulinecz, vincitore di un Grammy e già dietro la consolle con Rush, Foo Fighters e Deftones. Non produce più la Rise Above ma un’affiliata della Universal.

Adesso vi lasciamo che Richelieu, il temibile chihuahua da caccia di Charles, ha fiutato una traccia fresca… ECCOLO LÌ! UN MAMMUT! Presto, Charles, sferragli il tuo colpo segreto! No, non quello che se glielo dai dopo tre giorni muore, che qua nella taiga finisce che gli smilodonti lo ritrovano prima di noi… Cosa? No, Nunzio, non possiamo risparmiarlo, sono quarantott’ore che non mangiamo. Ho capito che sei vegetariano, però i nostri antenati si nutrivano di mammut, mica di seitan… No, fermati, quelli non sono germogli di soia, non lo vedi che hanno infiorescenze a forma di piede caprino? Potrebbero essere velenosi… NUNZIO! Macché, non mi sente…

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