BURZUM – Fallen (Byelobog Productions)
Tutti sanno che in principio era Burzum e Burzum creò il Cielo e la Terra. Infatti qualcuno di voi si sarà pur chiesto: ma allora perché su Metal Shock nessuno ha ancora parlato dell’ultima fatica di Burzum? È possibile che non sia piaciuto proprio a nessuno della redazione questo ultimo Burzum? È possibile ignorare Burzum? Me lo sono chiesto anche io e non avendo trovato delle risposte soddisfacenti ho iniziato a scrivere la presente. Il confronto col mito non deve mettere in soggezione ma piuttosto ha da essere uno spunto per esprimere ancora più liberamente la propria opinione (che in questo caso non è migliore e nemmeno più giusta o vera della vostra), non credete? Ormai ne è trascorso di tempo dalla sua uscita e Fallen sarà passato e ripassato nei vostri stereo per mille volte, ne sono sicuro. Per quelli tra voi che per motivi ideologici non l’hanno ancora ascoltato non posso che provare una gran pena. Per coloro che invece pensano che tanto avranno sempre modo di ascoltare Burzum e preferiscono investire il proprio tempo in altra guisa, esorto a concentrarsi un attimo sulle cose importanti della vita. No, scherzo. Visto che non mi paga nessuno fatemi almeno scherzare. Allora saltiamo il classico aulico pippone simil-filosofico sul personaggio, sull’eremitaggio forzato, sulla storia personale controversa e via discorrendo e passiamo subito al disco. Al riguardo ho due considerazioni molto lineari che intendo condividere. In primis penso che il modo di fare musica del Varg sia cambiato di molto rispetto al passato (anche recente di Belus).
Questo non è un giudizio di valore ma di fatto. Poi può piacere o meno ma l’uso cospicuo di clean vocals, di linee chitarristiche un po’ più “evolute”, di una struttura canzone più varia e variante sono sicuramente evidenti e, a mio parere, molto apprezzabili. È un’evoluzione che però riparte dal passato cioè da un black metal primordiale con inserti proto-viking con tanto di cori, tratti in parlato e atmosfere epiche. Il suono è infatti originario grazie all’uso di una strumetazione più genuina. In “secundum”, come diceva spesso un amico, penso che Burzum abbia messo davanti a sé una bella base per ripartire e finalmente superare i più classici cliché burzumiani. Ben inteso, ci sono ancora quei riffs ipnotici ed ossessivi che tutti ci aspettavamo (e aggiungerei per fortuna poiché un cambiamento drastico forse sarebbe stato più arduo da mandare giù). Il suono è in generale più pulito e le melodie (sì le melodie) meglio definite, merito di una migliore produzione e di una disposizione di mezzi adeguata. Belus ha rappresentato il grande inaspettato ritorno, è innegabile, e pur rispettando tutte le opinioni farei molta fatica ad accettarne una differente. Con Fallen si inizia a cambiare registro ma non parlei certo di una maturità (o “seconda maturità”) dell’artista.
La copertina, opera del pittore francese Adolphe-William Bouguereau, potrebbe riflettere uno stato d’animo più sereno o suggerire che il Conte abbia felicemente debellato ossessioni ed alienazioni mentali. Pensate che un Burzum fuori di prigione sia meno perfido e maligno e quindi non più meritevole della vostra devozione? Ma uno per essere degno di imperitura memoria deve schiattare per forza? Comunque per coloro che ancora soffrono delle oramai anacronistiche rimostranze pseudo proletarie (alimentate per lo più da bravi guajoni figli di papà), state tranquilli non credo che la “società” riuscirà mai a trasformarlo in un “borghesuccio” e che sempre di black metal si tratterà. Credo piuttosto che dio Burzum stia progettando un nuovo diluvio universale per farcela pagare a tutti. (Charles)
Il Conte è sempre il Conte. E quest’ultima release mi è piaciuta senza se e senza ma.
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Gente che mi ha cambiato la vita. I suoi dischi continuerò ad ascoltarli per sempre.
P.S. A me Fallen è piaciuto.
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Barg, mi sa che é la prima tua recensione dove non ci ho capito una mazza, in più i dischi non so bene perchè non me li sono sentiti, insomma boh…mi vado a sentì Bjorgvin…
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la recensione non è mia…
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cazzarola, scusa, la fretta…resta il fatto che non ci ho capito una mazza lo stesso, ma non doveva essere inteso in senso dispregiativo, la recensione mi sembrava oculata ma ero io a non cogliere il punto.
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Con tanto di rispetto per Charles, che io stimo tantissimo e che ha fatto una buona recensione, ma questa recensione me l’aspettavo da te.
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non è una recensione ma solo opinioni in libertà
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burzum è il diavolo…
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a me è piaciuto! anche se preferivo Belus, onestamente
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A me è piaciuto di più Belus. Si ritirasse e si candidasse alle comunali di Bergen, invece di fare dischi.
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Fallen a mio avviso si ascolta meglio rispetto ai precedenti di Vikernes. Folosofem, per citarne uno, era più primitivo, grezzo; forse si tratta davvero di un’ opera più matura, riflessiva… sia chiaro, è un mio punto di vista
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