Non ho sbagliato gruppo: BEHEAD – Choose your Death

I Trastorned non mi bastavano, così ho continuato a razzolare nel melmoso metal estremo cileno finché non sono usciti fuori questi tipi qua. E ho subito pensato ai Beheaded, quelli di Malta, quelli che fanno un casino assurdo sin dal debutto Perpetual Mockery. Mi sono sempre piaciuti i Beheaded, anche se con gli anni li ho un po’ persi di vista, tant’è che non so come suoni l’ultimo Only Death can Save You e dovrei pertanto recuperarlo, anche se solo a scopo documentario.
In chat avviso Ciccio e Roberto che mi occuperò della recensione dei Behead e Ciccio, giustamente, mi fa: “Behead? Non i Beheaded?”. E siamo a quota due.
Il terzo è il portale streaming Apple Music che, al secondo ascolto del suddetto disco, mi suggerisce “Beheaded” nella label di ricerca. Che l’abbiano fatto appositamente, per un casino coi vocaboli come accaduto con Repentless o per altro, questi sono i risultati e m’invogliano a formare al più presto i Morbid Angle giusto per vedere che succede.
Il punto è che ultimamente ho culo coi cileni. I Trastorned erano un bel thrash metal; i Behead portano via i chiodi dagli infissi. Meno incentrati sulla forma, questi thrasher di Talagante hanno optato anch’essi per una lunga gestazione: formati nel 2011, hanno sfornato la prima demo due anni più tardi per debuttare a tutti gli effetti solamente oggi. E ne è valsa assolutamente la pena.
Quel che posso dire sulla loro proposta è che si può inquadrarla in un thrash metal estremo, non erroneamente descrivibile come thrash/death, non tanto per le ardite usanze di Esteban Gonzalez dietro al microfono, ma perché i due filoni sono amorevolmente ibridati e non più scindibili nel prodotto finale. Volendo spendere altre due parole sul loro cantante, c’è da dire che, pur basandosi su uno stile piuttosto canonico, ha un carisma incredibile e mi piacerebbe vederlo all’opera su un palco.
Larga attenzione per gli assoli e larga attenzione al basso, che nonostante le chitarre basse si prende i suoi spazi e si prodiga in vari assoli come quelli che caratterizzano Reborn, traccia tre. Altri pezzi portanti sono Choose your Death (stavolta è a Genova e non a Malta che corre il mio pensiero) e la conclusiva Human Despair; va detto, tuttavia, che nove tracce come queste ce le si spara senza tregua, senza salti di traccia e senza indugiare. Davvero un bel disco, tirato, attento a non trascurare aspetti melodici (gli arpeggi alla Dissection, le melodie scandinave di Worrying Seconds, la marcetta di Indiferencia e tant’altro) e a non banalizzare la linearità di fondo su cui si erige il tutto. Avanti così, Behead, e un pensierino in più sull’estendere a tutte le canzoni la lingua madre fatecelo: perché nel vostro caso rende alla grande. (Marco Belardi)
Morbid Angle è impagabile.
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Davvero niente male, gruppo da approfondire.
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Sembra robetta interessante, segnati. Per qualche motivo il Cile sembra essere on fire per quanto riguarda thrash bello aggressivo nella scena moderna, ti consiglio anche Critical Defiance, Dekapited, Ripper…
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