ETAT LIMITE, l’oscurità arriva dalla Francia del Nord

Porto alla vostra attenzione un nuovo progetto francese denominato Etat Limite, attivo dalla metà dell’anno scorso e talmente prolifico da meritare una supervisione complessiva sul loro operato, più che dilungarsi sui singoli album uno alla volta. Il motivo è presto detto: quando incidi tre album in sette mesi (L’affrontement de l’Intime è di maggio, Chaque être est un Hymne Détruit è di ottobre e La Galerie des Torturés, Salle A, B, C & D di dicembre – quest’ultimo una compilation di quattro differenti EP a tema usciti nel periodo novembre/dicembre) è ovvio che l’ispirazione alla base del processo creativo dei pezzi sia sempre la stessa. Diciamo che alcuni pezzi de La Galerie des Torturés sono più sperimentali, ma si sente comunque che la mano è quella.
Nessuno dei tre dischi scende al di sotto dell’ora di durata, addirittura la compilation dei 4 EP arriva all’ora e mezza: il genere proposto è un black sinfonico molto atmosferico ma altrettanto nervoso, giacché i testi sono tutti imperniati sulla follia, sul disagio mentale, il “disordine psicologico” e cose di questo tipo. Io non sono ferratissimo in francese ma i sample che ogni tanto compaiono all’interno dei pezzi e che tanto somigliano a delle diagnosi di qualche strizzacervelli aiutano a comprendere meglio quanto gli Etat Limite intendono offrire al loro (per adesso) esiguo pubblico.
Il fatto è che i pezzi sono tutti costruiti benissimo e celano al loro interno melodie infelici, meste, afflitte, avvilite, sconsolate e sofferenti. Un po’ ricordano per l’approccio psicodisperato i Mystic Forest, ma qui e lì si affacciano echi dei Blut Aus Nord più recenti, quell’elettro/industrial black metal che sta aprendo nuove vie d’interpretazione per un genere ormai vecchio trent’anni. A me ricordano anche gli Eikenskaden, pure francesi, che avevano un’indole assai sperimentale nel loro black metal forsennato al quale la batteria elettronica conferiva un alone di asetticità estrema. I brani degli Etat Limite, tutti molto lunghi e parimenti registrati con la drum machine, sono più atmosferici e meno sperimentali, tranne – come già accennato – nella compilation, che è quella dove spuntano fuori con maggior evidenza le influenze Blut Aus Nord e non solo: ci si rinvengono impressioni di Esoctrilihum, di Borgne e più indietro nel tempo fino ai Mysticum.
Gli Etat Limite sono il progetto in solitario di Wintersieg, che scrive tutto e suona tutto, salvo farsi aiutare da tale Usher che canta in due degli album. Il ragazzo ha buon gusto e buona perizia nel diversificare i brani cercando di ottenere il più possibile un risultato vario ed avvincente: i cambi di tempo sono numerosi, le sovraincisioni delle chitarre sempre notevoli e interessanti, gli arrangiamenti di tastiera mai invadenti o troppo barocchi, gli archi, i sample o gli effetti sono piazzati nei posti giusti, e qualche incursione nel doom black o nel death metal più canonico arricchisce i pezzi di sfumature inusuali. Certo, se non reggete i dischi molto lunghi è possibile che gli Etat Limite non facciano al caso vostro ma l’ascolto si può sempre spezzare in più parti, mica è obbligatorio ascoltare tutto un disco dall’inizio alla fine. I loro lavori li trovate in digitale, i primi due full sono usciti anche in versione CD digipack limitata a 100 copie l’uno, un terzo full length intitolato Emil Mihai Cioran, incentrato sulla vita dell’insigne filosofo rumeno, uscirà a fine marzo ma è già possibile preordinarlo su Bandcamp anche in versione fisica. (Griffar)
Molto interessante, ma due parole sui nuovi Satanic Warmaster e Hate Forest?
P.s. Ti è infine giunto a domicilio l’album dei GBK?
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Appena i grandi capi lo pubblicano esce un recuperone con GBK e Hate Forest, tra gli altri. SW non l’ho ancora ascoltato, ho il vinile prenotato ma fino ad aprile non arriva… E io sono un romantico, me lo voglio tabaccare quando mi arriva, non voglio ascoltarlo prima su youtube che tanto si sente da schifo.
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interessante, me li spizzo. ma comincerò dal disco dedicato a Cioran, per affinità
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