Doom confessionale e penitenza per tutti: MANSION – Second Death

Erano venuti fuori con un EP una decina di anni fa. Bello. Era un periodo d’oro per le proposte doom e retro-rock con voce femminile. Di uscite ce ne erano tante, alcune sono diventate carriere vere e proprie, ma quasi tutte puntavano sulla sensualità o sull’adesione iconografica alle solite tre o quattro fantastiche cose (caproni, pentacoli, cose così). I Mansion però, benché sembrassero in scia, non c’entravano nulla. Prendiamo una loro dichiarazione rintracciabile su internet:
When we saw things for what they really are, we decided to take doom metal back to its origins, Judgement. We are not interested in posing as evil metalhead sodomite
Già, perché i Mansion si rifanno (per davvero oppure no, giudicate voi) ad una setta millenarista sorta in seno alla cristianità luterana finlandese ed esistita pochi decenni soltanto, il Kartanoismo. Un movimento ascetico che attendeva l’imminente Secondo Avvento, preceduto da sermoni di bambini predicatori e da una catastrofe in grado di colpire i peccatori. Già, il peccato. Il sesso era peccato. Anche tra sposati. Ottimo. In realtà non so quanto debba fregarvi di tutto questo, ma era per contestualizzare, per dire di non aspettarvi da questo secondo album dei finlandesi un doom classico o un retro-rock baldanzoso, fantasmagorico, vivace.
Second Death, questo il nome del disco, suona infatti all’opposto: asciutto, essenziale, ascetico. Confessionale. Nessun orpello. Nero è nero. Cupo è cupo. Doom è doom, anzi, perfetto per attendere in penitenza il Giudizio Finale. L’incedere è spesso quello della preghiera, della processione. La struttura sonora è asciutta e cupa, con pochi synth sommessi tra le maglie dei riff. E qui potremmo dire che a tratti sembrerebbero insinuarsi tendenze gothic. In realtà la materia, secca, asciutta, secondo me ha più in comune con certo post punk o addirittura col trip hop. E qui allora me ne esco con la classica sparata da recensore della domenica: immaginate di essere in un momento di scarsa lucidità (a voi conoscere la ragione) e quasi scambiare i Mansion per dei tardi Joy Division, con una cantante, però, invasata per Beth Gibbons dei Portishead. Bene, immaginateveli a fare un disco doom. E poi non ci vuole molto ad immaginarseli doom, i Joy Division. Chiedetelo ai Neurosis, che Day of the Lords l’hanno rifatta. Ma sto divagando, come al solito. Poi vengo ripreso ed invitato a cambiare mestiere. Voi però fatevi bastare anche una canzone sola per giudicare quanto dico, You Are Suspicious, che chiude meravigliosamente questa raccolta. E che magari vi farà pensare meno ai Candlemass che ad altre musiche, eterogenee. Che poi in realtà nel finale avrebbe pure la cavalcata e gli urletti in falsetto NWOBHM. Ma sentite che pezzo meraviglioso è, soprattutto nei primi 6, 7 minuti. E poi Heathen Hole, potente e solenne, ma con una coda elettronica che, ecco, sembra giustificare certe riflessioni di cui sopra. Visto poi che abbiamo citato i Neurosis, cos’altro vi farebbero pensare il pesantissimo riff di No Funeral ed il successivo sviluppo del brano se non la collaborazione con Jarboe?
Comunque, Second Death è un disco metal ed un disco di doom superbo, altro che. I Mansion si aggiungono alla lista dei gruppi tematici, sì, ma non tipo quelli mascherati, i Ghost, i Batushka. Anche se hanno immagine ed immaginario fortissimi. Siamo più dalle parti di quel doom confessionale inscenato pure dai Sabbath Assembly che rimettevano in piedi i canti della semi-satanica Process Church of the Final Judgement. Però i Mansion scrivono da subito musica propria e non puntano su un immaginario facile. Anzi, a vederli, li scambiereste più facilmente per tutt’altro che un gruppo metal. E invece lo sono, perfettamente e nella sostanza. E, mi ripeto, Second Death è un ascolto potente, ammaliante. Ne riparleremo quando sarà ora, a fine anno, ma vedremo se a fine 2023 avremo ascoltato, in campo doom, qualcosa di più sottilmente inquietante di un brano come Sword of God, come il suo incipit ieratico ed il suo sviluppo con tanto di finale mistico. C’è da giurarci che un disco così, quest’anno, si farà riconoscere da chi ha Fede nel Giudizio. (Lorenzo Centini)
No.Non cambiare mestiere.
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Arrivato oggi dalla Finlandia… disco stupendo, grazie per l’ennesima segnalazione, siete fantastici!
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