Anwynn, il (brutto) ritorno dei MORRIGAN

Devo essere sincero? Il ritorno dei Morrigan, un gruppo che  adoro e che molto spesso ho accostato ai Bathory della triade Blood Fire Death / Hammerheart / Twilight of the Gods m’è piaciuto pochissimo. Forse un giorno cambierò idea, non lo so ma a questo punto non credo, e scrivere queste parole mi causa un certo malumore.

Dati per dispersi nel 2014 quando il binomio Beliar/Balor si scisse dopo un non esaltante split con i Blizzard, il gruppo ritorna con un nuovo batterista al posto di Balor (Impudicus, anche nei Totalselfhatred e Uncreation’s Dawn per citare i suoi progetti più noti) e un nuovo album che manca totalmente della furia pagan black metal della formazione che – un disco tra tanti – The Damned ci fece adorare. I Morrigan del 2022 sono un gruppo edulcorato, privo di grinta, tutto accartocciato su tempi lenti e clean vocals che mi fanno stentare a riconoscerli. Lo screaming è raro e casuale, spesso doppiato da un growl che non riesco a capire da dove arrivi visto che non è mai stato una loro caratteristica. Le composizioni sono pagan metal canonico, faticose nell’incedere, atmosferiche il giusto e neanche sgradevoli. Qui non stiamo parlando però di un gruppo di novellini delle mie palle che si è congregato nella sala prove di qualche oscuro liceo durante l’ora (scavallata) di religione e ha deciso di formare un gruppo ispirato ai Falkenbach, ai Nachtfalke o ai Gjallrhorn tanto per riempire i pomeriggi evitando di andare a cazzeggiare in centro città; qui si parla di un gruppo che ha scritto pagine me-mo-ra-bi-li nella storia del black metal. Beliar alla voce pulita è quanto di più fastidioso io abbia ascoltato nei tempi recenti, non è proprio il suo, non capisco come diavolo gli sia passato per la testa di impostare così un intero disco, il disco del ritorno dopo tanto tempo. Perché… Ma perché, dico io?

A pubblicare l’album è la Werewolf records, che è l’etichetta del tipo dei Satanic Warmaster. C’è voluta una vita per riuscire a comprarne una copia, sebbene non si possa dire che la Werewolf difetti di capacità imprenditoriale quando si tratta di distribuire i suoi prodotti. È tutto passato in sordina, sotto silenzio, in giro se n’è sentito parlare pochissimo, eppure i Morrigan sono una di quelle cult band che hanno una solidissima base di fan devoti (me compreso) che penso comprerebbero anche un disco di soli rutti pur di supportarli. Non so cosa sia successo: a parte le inutili intro e outro, Anwynn propone sette brani molto simili l’un l’altro e omologati su un livello poco più che mediocre. Dovessi indicare un pezzo migliore degli altri, sarei in imbarazzo perché sinceramente non me n’è piaciuto neanche uno e dopo ho avuto bisogno di andarmi a riascoltare The Damned, Celts, Welcome to Samhain o Enter the Sea of Flames: quelli sì che sono i veri Morrigan, questa è un’imitazione scadente che spero duri poco, come un brutto sogno dal quale ci si sveglia. Non me ne frega niente se qualcuno obietterà che non si può scrivere la stessa musica per sempre; se hai voglia di fare altro, fallo pure ma cambia nome, non tornare dopo otto anni come se il tempo non fosse passato affatto pretendendo che i fan che adoravano (e ancora adorano) la tua musica passata s’ingurgitino questa pappetta da neonati. Spiace dirlo ma, se il nuovo corso è questo, sarebbe stato meglio lasciare il cadavere nel suo cimitero. (Griffar)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...