Avere vent’anni: BAPTISM – The Beherial Midnight

Un altro dei grandissimi gruppi della generazione Northern Heritage, quella che de facto ha sottratto lo scettro del comando a Svezia e Norvegia in ambito black metal grazie a Mikko Aspa, alla sua lungimiranza ed ad un’autentica generazione di fenomeni, sono i Baptism. Che nel 2002, dopo due demo nemmeno recentissimi (Satanic Rituals è del 1998, Sons of Ruin & Terror del 2000, gli originali sono naturalmente introvabili da tempo immemore) esordiscono con il primo full The Beherial Midnight il quale, quasi inaspettatamente, assesta un duro colpo alle scene degli Stati confinanti e contribuisce non in modo marginale alla causa finlandese nella disputa su dove si suonasse il miglior black metal in quegli anni. The Beherial Midnight ha tutte, ma proprio tutte le caratteristiche che un disco black metal deve avere se aspira all’eccellenza: intanto è maligno, perfido e malvagio come i dischi dei loro illustri colleghi, a partire da Satanic Warmaster passando per Horna, Sargeist e tutto il resto della combriccola; inoltre Lord Sarcofagian – che dei Baptism è il primo motore, cantante e polistrumentista nonostante i Baptism non siano mai stati una one man band – scrive riff oscuri cupi, malinconici il giusto quando devono esserlo, violentissimi e distruttivi parimenti e nel farlo tiene sempre ben presente che se un riff non ha una melodia distinta e distinguibile è roba da scartare. E poi Lord canta in quel modo gracchiante e demoniaco che tanto ci piace in questo genere: non eccessivo come chi si sgola sputando fuori le tonsille alla fine delle registrazione dell’album, né moscio come chi sembra sia finito lì per caso (e di esempi ce ne sarebbero tanti, ahimé). Di conseguenza la musica dei Baptism è fortemente melodica ed anche assai varia: questo non è un disco che tira come un dannato dal primo all’ultimo minuto della sua durata (equilibrata, 38 minuti circa), perché in tutti i suoi nove brani cambia tempi e contesti di continuo; non si contano gli stacchi mid-tempo con i riffoni quasi death metal che spezzano i brani in decine di rivoli diversi, fermo restando che l’impressione generale che si forma quando si ascolta The Beherial Midnight sia quella di un disco molto veloce ed ovviamente molto violento. Sei brani su nove non arrivano ai 4 minuti, uno solo (Blasphemic Tyrant, il pezzo centrale dell’album) sfiora i sette, e di conseguenza l’ascolto è proprio easy, fluido e sempre accattivante.
I Baptism hanno fatto uscire pochi full (solo altri quattro, l’ultimo dei quali nel 2016) e non ne hanno mai sbagliato uno. Il loro black metal è da manuale, magari scolastico, ma non è detto che bisogna necessariamente suonare musica complicata o mischiata con altri mille generi per essere dei punti di riferimento nel contesto di una scena – quella black metal finlandese – che di gruppi dall’enorme valore ne annovera a decine. The Beherial Midnight diventò un instant-classic ed oggi acquistarne una copia originale comporta una certa spesa, come del resto quasi tutte le loro uscite in vinile che si tratti di sette pollici, split o quant’altro. Sono un gruppo che ha una base di seguaci piuttosto numerosa e la limitazione di tutti i dischi a poche centinaia di copie per volta chiaramente ha fatto sì che solo in pochi siano riusciti a procurarseli a dispetto di una richiesta almeno dieci volte maggiore, ma del resto quasi tutte le uscite sono per Northern Heritage che dell’estrema limitazione delle copie e della difficoltà nell’attingere al suo catalogo ha fatto una bandiera sin dai primi vagiti. Io di The Beherial Midnight possiedo il CD prima stampa e già mi ritengo fortunato: il vinile non l’ho mai visto, credo ne abbia avuto qualche copia Sound Cave e poi basta, sparito per sempre. Già l’anno dopo la sua uscita si vociferava di prezzi dai 200 euro in su per procurarsene uno, cifre che non tutti sono disposti a spendere (io, per esempio); ora i prezzi sono meno bastonanti e penso sia anche grazie alle ristampe che sono state pubblicate in tempi più recenti. È comunque un bel pezzo da possedere nella propria collezione perché contiene musica ai vertici del black metal finlandese, cosa che è stata (ed è tuttora, in Finlandia continua a uscire materiale eccellente anche ai giorni d’oggi) per molti ma non per tutti. (Griffar)