Luther Blissett, la destabilizzazione dell’informazione tramite la bufala della setta satanica

Uno dei temi più caldi degli ultimi anni è senza dubbio quello delle cosiddette fake news. Contrariamente all’opinione di molti, però, il fenomeno non è nato con la recente massificazione di internet e con la conseguente invasione di Facebook da parte dei sessantenni con la licenza media. Seppur in misure diverse e per motivazioni spesso differenti da quelle di natura economica, la diffusione mediatica delle notizie false è praticamente sempre esistita. Ci fu addirittura un momento, circa un quarto di secolo fa, in cui qualcuno pensò bene di mostrare a tutti la superficialità con cui spesso i media nostrani diffondono le informazioni, non di rado evitando accuratamente di comprovare la veridicità dei fatti pur di fare propria la storiella pruriginosa del momento. Quel qualcuno si chiamava Luther Blissett.

Ci sono subito due punti da chiarire: l’omonimo attaccante anglo-giamaicano del Milan dei primi anni Ottanta non c’entra nulla. E non si tratta di un singolo individuo, ma di un collettivo formato da un numero imprecisato di persone sconosciute (autori di riviste indipendenti, attori teatrali, informatici e performers di vario genere) che prese in prestito il nome del summenzionato calciatore per firmare i propri “attacchi” ai media italiani. Oltre al già citato pseudonimo, questo gruppo si identificava visivamente con un ritratto (che ricorda spaventosamente Andrea Diprè), un’opera pop di Alberti e Bianco del 1994, l’anno di nascita del progetto. Le loro prese in giro a tv e giornali italiani sono innumerevoli.

Nel 1995 Luther Blissett beffò Chi l’ha visto?, la storica trasmissione di Rai Tre, riuscendo a far credere agli autori del programma che un uomo inglese, tale Harry Kipper, fosse sparito nelle campagne friulane durante una vacanza dedita al “turismo psicogeografico”. Il britannico scomparso ovviamente non è mai esistito.

Nel 1996 la Arnoldo Mondadori Editore cerca di contattare il collettivo per sfruttarne la crescente fama. Alcuni membri di Luther Blissett inviano alla nota casa editrice italiana dei testi sociologici presi a caso da internet, poi raccolti e pubblicati dalla Mondadori come una sorta di manifesto del gruppo.

Nel 1999 la Biennale di Venezia seleziona delle opere dell’artista serbo Darko Maver da esporre durante la mostra. Poco prima dell’evento viene annunciata la morte del pittore balcanico a causa di un bombardamento delle forze NATO, pertanto il direttore artistico decide comunque di mostrare i dipinti del defunto Maver in una sorta di tributo postumo. Avrete già capito la realtà dei fatti: Darko Maver è un’altra invenzione di Luther Blissett.

L’operazione più divertente e duratura del collettivo bolognese è senza dubbio quella della setta satanica di Viterbo. Tra la fine del 1995 e l’inizio del 1996 su diversi muri della città laziale compaiono delle scritte che inneggiano a Satana. Sono tutte firmate L.B. Qualche tempo dopo i giornali locali ricevono la lettera di uno studente del posto, tale Stefano Molinari, che esprime il suo disappunto per “la malefica cappa nera che avvolge la città”. La vicenda finisce in qualche trafiletto e poi si sgonfia. Tra il 4 ed il 5 maggio del 1996 Luther Blissett decide di premere sull’acceleratore ed inscena una messa nera in una pineta ubicata nella zona dei Monti Cimini: candele, pentacoli, peli, lumini funerari, spilloni e fango. Non manca assolutamente nulla. I resti del rituale satanico il giorno successivo finiscono su tutti i media locali: si parla di fatture mortali ed adorazioni luciferine. Il fango già citato, proveniente dal parco termale di Bagnaccio, per i giornali diventa “cemento”. Svariate testate non lesinano fantasiose interpretazioni, mischiando alla rinfusa il satanismo con la macumba ed il malocchio, ed arrivano addirittura ad intervistare un cialtrone locale, un mago/imbonitore, che ovviamente cavalca l’onda e conferma la natura esoterica dell’evento, organizzato, sempre secondo lui, da professionisti dell’occulto. La vicenda si ingrandisce a macchia d’olio ed arriva inevitabilmente anche alle orecchie dei media nazionali: a Viterbo cominciano ad arrivare i “cronisti che contano”, “quelli bravi”. A mettere ulteriore carne al fuoco c’è il Comitato per la salvaguardia della morale, che pensa bene di scrivere ai giornali affermando di aver allertato già nei mesi precedenti le autorità viterbesi riguardo il temibile pericolo satanista, ma senza alcun riscontro mediatico. Il suddetto Comitato, in una seconda missiva, rivela di aver fermato un altro rito malefico “disperdendo nella notte un gruppetto di adoratori dell’occulto nerovestiti”. Com’è facile intuire, dietro queste lettere, compresa quella del fantomatico studente Molinari, c’è sempre Luther Blissett, ma nessuno si preoccupa di verificare alcunché ed il panico comincia a diffondersi sul serio e cresce ulteriormente quando nei pressi del lago di Vico vengono ritrovati ancora una volta lumini e pentacoli. La situazione a quel punto è talmente fuori controllo che persino il vescovo si vede costretto ad intervenire sulla questione. In città cominciano a circolare strane storie, tra cui spicca quella che parla insistentemente di alcuni membri della giunta comunale coinvolti in macabri sacrifici in onore del maligno.

Il clima ormai è rovente e Luther Blissett decide di rincarare la dose con una terza lettera del Comitato per la salvaguardia della morale che racconta di aver ripreso di nascosto gli adepti del demonio intenti ad espletare un terrificante rituale, durante il quale addirittura una povera vergine viene violata in onore di Satana. Nel filmato, ovviamente anch’esso opera del collettivo, non si vede quasi nulla: tutte le azioni si svolgono a lume di candela. L’audio, al contrario, è chiarissimo: invocazioni in latino ed urla femminili a profusione. Durante il Tg3 si parla dei nuovi dettagli, ma viene precisato che non sia possibile trasmettere il filmato a causa delle immagini agghiaccianti in esso contenute. Studio Aperto, invece, manda in onda il video e ci ricama sopra per giorni. La tranquillissima Viterbo diventa la città dell’Anticristo.

Il dibattito mediatico rimane acceso ed intenso per settimane. Tv regionali e nazionali, così come i giornali, per allungare il brodo si lanciano in pregevolissimi servizi con tanto di preti opinionisti che mettono in guardia le massaie dalle mefistofeliche insidie dell’oscurità infernale.

Arrivati a questo punto, quale potrebbe essere la famosa ciliegina sulla torta? Facilissimo: la testimonianza di uno dei partecipanti alle sconvolgenti funzioni occulte. Ed ecco, infatti, che entra in scena la giovane vergine stuprata in onore di Belzebù durante la funzione mostrata nel filmato di cui sopra ed ovviamente racconta la sua storia, descritta in un’ulteriore missiva inviata a tutti i media possibili ed immaginabili. Le tristissime vicissitudini della povera donzella inesistente sono più o meno queste: tempo prima si fidanza con un giovane viterbese molto benestante. La storia d’amore all’inizio è idilliaca, ma un bel giorno lui le fa una proposta strana: uno scambio di coppia. Lei, candida e pura come un giglio, inizialmente rifiuta, ma poi si lascia convincere dalle insistenze del suo uomo ed accetta. La notte designata i due vanno a prendere un’altra coppia e poi si dirigono verso un isolato casolare di campagna. Durante il tragitto alla pulzella vengono offerti degli alcolici. Le bevande molto probabilmente sono drogate, perché da quel momento in poi lei è in stato confusionale e ricorda vagamente solo di essere stata abusata da un numero imprecisato di uomini in un luogo sconosciuto mentre in sottofondo sono chiaramente udibili terrificanti litanie. Dopo il turpe rituale, la ragazza viene riportata a casa sua e le viene intimato di non raccontare l’accaduto ad anima viva. Il malvagio fidanzato, prima di andare via, precisa inoltre di avere molte amicizie influenti che, in caso di denuncia, lo avrebbero aiutato ad uscire indenne da qualunque iter giudiziario.

Sembra la trama di un filmetto horror di serie zeta degli anni Ottanta e poi, come se non bastasse,  non ci sono nomi, date, riferimenti precisi o luoghi. Persino l’identità della protagonista è sconosciuta. Sostanzialmente si tratta di roba risibile ed impubblicabile, ma il giorno dopo finisce su tantissime prime pagine con titoloni tipo “Ecco come mi hanno offerta a Satana” e simili. Svariate redazioni ricevono decine di chiamate in cui persone palesemente spaventate dicono a gran voce di aver sentito urla femminili o di aver visto persone sospette. Qualunque fatto di cronaca del viterbese da quel momento in poi viene collegato alla pista satanista. I media fanno ipotesi sui nomi dei membri della perversa setta ed intervistano masnade di esorcisti ed espertoni di ogni risma. L’inesistente vergine violentata in nome di Satanasso dagli inesistenti membri di un inesistente culto demoniaco crea un vero e proprio fenomeno di isteria di massa.

L’assurda vicenda della setta satanica viterbese termina ufficialmente il 2 marzo del 1997, il giorno in cui durante Tv7, la rubrica settimanale del Tg1 condotta ai tempi da Gianluca Nicoletti, viene mostrato il video integrale della finta messa nera, inviato pochi giorni prima dai membri del collettivo. Al termine del farsesco rituale, i partecipanti ballano la tarantella e mostrano un poster di Luther Blissett. Con qualche lettera, un video di infima qualità ed una decina di lumini lasciati qua e là – e soprattutto senza alcuna prova – un gruppo di persone riuscì a creare un fenomeno mediatico ed un’emergenza sociale di portata nazionale, con tanto di conseguente isteria di massa, per circa un anno.

Alla fine del 1999 il Luther Blissett Project ha dichiarato di aver terminato il proprio progetto quinquennale tramite un simbolico seppuku (il suicidio rituale dei samurai giapponesi). Attacchi simili si sono verificati in diverse parti del mondo, anche in tempi recenti, ma è impossibile stabilire se siano connessi al collettivo originario o se si tratti di semplici emuli. I nomi del nucleo iniziale non sono mai stati resi noti (qualcuno anni fa ipotizzò che uno dei fondatori fosse Umberto Eco, ma la voce non è mai stata confermata).

Le pubblicazioni su Luther Blissett sono molteplici (libri, fanzine, comunicati, romanzi, siti internet, album musicali). Per ovvi motivi è difficile stabilire quali siano attendibili e quali non lo siano. Probabilmente era proprio questo il loro intento: destabilizzare, creare caos e confondere per spronare le persone a non fermarsi alla copertina, ponendosi sempre nuovi interrogativi ed approfondendo ogni argomento, perché dietro un’apparente verità si può celare un colossale inganno. O forse no. (Il Messicano)

10 commenti

  • Altamente raccomandabile, per espandere parecchio su questo post e mettere l’esperienza di LB in realzione con l’attualità, il recente saggio “La Q di Qomplotto” di Wu Ming 1, alias 1/4 della line-up classica di Luther Blissett.

    Si parla pure di Paul McCartney, dei Judas Priest e di Tipper Gore.

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  • Ahahah, che massa di imbecilli ! Già più di sessanta anni fa Walter Chiari sì inventò il famigerato animale mitologico “sarchiapone” e pare che ci furono idioti che perlustrarono boschi e macchie mediterranee per cercarlo. Del resto ci sarà pure un motivo atavico se la percentuale degli analfabeti funzionali nel nostro paese è così alta.

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    • Credo che di “atavico” ci sia poco e niente. Semmai ci sono 30 anni ormai abbondanti di devastazione dell’istruzione pubblica in funzione del mercato, che sono andati a braccetto con la privatizzazione totale dei media, televisione su tutti.

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      • E pensa che l’epoca in cui i fatti si svolgevano era prima dei titoloni clickbait come unica via all’informazione sul web (e quindi, spesso, unica via all’informazione tout court).

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  • Grazie di averli ricordati.
    Si poteva menzionare anche il povero Marco Dimitri. Inoltre, grave non aver citato il libro “Lasciate che i bimbi. Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe”, uscito per Castelvecchi a firma Luther Blisset. Il testo ricostruisce la storia di Viterbo e contiene altri capitoli interessanti (anche sul caso Dimitri).

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  • Ricordo che poi il collettivo Luther Blissett pubblicò il romanzo pseudo-storico “Q”, e una volta cambiato nome in Wu-Ming continuò a scrivere altri romanzi (a titolo di esempio “Manituana”, “54”, “Altai”). Ne lessi qualcuno e alla fine di ognuno la domanda che si affacciava alla mia mente era sempre la stessa: “E allora?”. Non sono mai riuscito a capire cosa volessero dire con i loro romanzi fanta-storici. La loro spocchia nei confronti di chi non la pensa come loro non aiutava la comprensione del loro messaggio da parte mia.

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    • Per me il loro problema è che sono troppo autoreferenziali. Sta cosa finisce per mettere in ombra anche la validità, spesso notevole, di quel che propongono.

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    • Tutti e 3 o 5 (a seconda del momento storico) i WM sono a mio avviso saggisti, sociologi, semiologi, attivisti, scopritori di talenti(*), traduttori (**) e autori di prefazioni (***) infinitamente migliori di quanto non siano narratori.

      Che non fanno neanche così cagare, eh.

      La spocchia invece davvero non riesco a vederla.

      (*) es. Tomatis, Consigliere, Bukowski
      (**) es. Stephen King
      (***) es. Sunzi su Newton Compton

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  • Minchia che degrado….po’ il ritaglio di giornale col titolo sbagliato è fantastico.

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