Picnic sui Carpazi: MALOKARPATAN – Krupinské Ohne

Ah, i miti dei Carpazi! Non c’è forse altro posto al mondo che abbia generato la stessa mole di racconti, folklore e leggende. Le menti più fertili della storia della letteratura moderna, come Bram Stoker e Jules Verne, vi hanno ambientato alcune delle loro più meravigliose storie. Questo arco montuoso, fitto di foreste, che si estende dall’est al centro dell’Europa attraversando Romania, Ucraina, Polonia, Slovacchia e Cechia, è sicuramente l’ambientazione ideale per chi ha la passione del gotico e del occulto. Non solo, fu anche terra di ribelli ed eroi romatici come il bandito Juraj Jánošík, noto nella regione dei monti Tatra tra Slovacchia e Polonia anche col nome polacco di Jerzy Janoszik, sulla cui fama si costruì un popolarissimo personaggio in stile Robin Hood, che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Una figura che fu adottata anche dai partigiani locali durante l’occupazione del Terzo Reich e che finì coll’essere protagonista di serie televisive in costume.
Gli slovacchi, in particolare, non furono certo graziati dalla descrizione che Stoker ne faceva in quanto servitori del Conte Dracula: descritti come esseri dediti alla depravazione più totale e con la fama di tagliagole selvaggi, vengono in qualche modo bistrattati ancora oggi, specialmente dagli ungheresi che, con disprezzo e non senza una certa arroganza, si riferiscono non solo alle montagne, ma per estensione a tutto il paese considerando quella terra “provincia” e gli abitanti “bifolchi”, come da retaggio dell’antica gloria dell’impero che fu.
Mi è capitato di visitare quei posti, e vi posso dire che località come la regione di Orava, con l’omonimo castello, sono tra i luoghi più tetri e affascinanti d’Europa. Non a caso il castello fu scelto come ambientazione da Murnau per il celebre Nosferatu, uno degli atti di nascita del cinema horror.
Tutto questo preambolo per farvi capire da dove pesca una delle bande più interessanti degli ultimi anni, gli slovacchi Malokarpatan, che tra folklore e riff old school vi conquisteranno con i loro concept infarciti di miti, saghe e leggende, il tutto in bilico tra un black metal atmosferico e cadenzato e qualche accelerazione in stile heavy/speed metal ottantiano. Un ibrido interessante e suggestivo.
Anche se quello che oggi si intende come “folk metal” vi fa vomitare, come accade a me, provate a dare un ascolto a questo Krupinské Ohne, che recensisco con colpevolissimo ritardo (è infatti uscito a marzo) ma su cui mi sono soffermato per parecchi mesi ormai, scoprendone le sfaccettature e le sfumature. Quelli che mi erano all’inizio sembrati come una sorta di Mortuary Drape di Oltrecortina sono invece un’entità a sé, musicalmente e concettualmente, con testi molto suggestivi che parlano di epica e mitologia slava e non senza un tocco di filosofia e occultismo. Come una sorta di reincarnazione dei migliori Master’s Hammer, gruppo mai abbastanza celebrato quando si parla di black metal europeo e avantgarde. Ma senza l’ironia di questi, che faceva dei Master’s Hammer una vera mosca bianca in una scena che si prendeva eccessivamente sul serio.
I Malokarpatan non devono temere paragoni illustri come quello appena fatto o come quello coi grandi nomi degli anni Novanta (la parte col l’assolo dopo l’inserto folk verso la fine dell’iniziale V brezových hájech poblíž Babinej zjavoval sa nám podsvetný velmož mi ha ricordato parecchio gli Amorphis di Tales from the Thousand Lakes). Il futuro è loro, tra miriadi di gruppi che copiano questo o quel riff che Mayhem e altri ci hanno già fatto sentire (vero, Mgła?). Non che ci sia niente di male nel rivisitare, ma è chiaro che qua ci troviamo davanti ad un gruppo con una forte identità e personalità, e questo è bene.
Krupinské Ohne è un racconto affascinante di terre antiche e leggende perdute che se avete gusto per le cose epiche, il sapore della mandragola e del fico sacro, vi conquisterà sicuramente. Fidatevi. (Piero Tola)
grandiosi
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Brutti son brutti, speriamo siano altrettanto bravi
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