Avere vent’anni: KATATONIA – Tonight’s Decision

Edoardo Giardina: Se il passaggio dalle sonorità di Brave Murder Day a quelle di Discouraged Ones fu repentino e inaspettato, Tonight’s Decision è invece un tassello che col senno di poi si incastra alla perfezione nel posticino che è andato ad occupare nella discografia dei Katatonia. Mantiene infatti la vena e l’ispirazione gotica del suo predecessore, ma ne modifica l’impalcatura musicale, avvicinandola ad un rock/metal più ortodosso e andando a puntare nella direzione che li ha portati a diventare quello che sono oggi. Inoltre, ho sempre considerato Discouraged Ones e Tonight’s Decision come due album come strettamente legati tra loro, due facce della stessa medaglia; forse perché espressione di emozioni molto simili e afflitti dagli stessi difetti. Se il primo risulta struggente ma monotono (io ero finito ad ascoltare in loop solo le ultime canzoni più le tracce bonus), anche il secondo risulta a modo suo struggente ma monotono.

Personalmente ero arrivato ad ascoltare all’infinito le prime quattro canzoni – fino a Had To (Leave) per intenderci – saltando quasi sempre tutto il resto a piè pari (le uniche che salverei veramente delle successive tracce sono Strained e Black Session). Il terzetto iniziale For My Demons, I Am Nothing e In Death, A Song sono davvero arrivato ad amarlo alla follia, conoscendone a memoria ogni passaggio e ogni difetto di pronuncia che saltava fuori dal cantato in inglese di Renkse. Forse perché rappresentavano alla perfezione il mio astio adolescenziale verso il genere femminile e in ogni strofa ritrovavo descritta quasi alla perfezione una delle mie delusioni amorose dell’epoca. Tonight’s Decision, insomma, non sarà un album eccezionale, ma sicuramente è la colonna sonora perfetta per l’incel che è in ognuno di noi.

Michele Romani: Quella di Tonight’s Decision penso sia la prima recensione in assoluto che scrissi. La inviai a Metal Shock per l’appunto 20 anni fa, per il concorso writer for a day, in cui i lettori potevano vedersi pubblicati i propri articoli, e non nego la soddisfazione enorme che ebbi ai tempi nel vedermela pubblicata su carta stampata. L’idea originaria era quella di trascriverla qui in toto su Metal Skunk, ma purtroppo non sono riuscito a ritrovarla. Poco male, perché quello che scrissi allora vale ancora oggi, per uno dei dischi forse più sottovalutati della band svedese.

Di solito quando si parla dei Katatonia si distinguono tre fasi temporali ben precise: quella doom-death melodico durata fino al capolavoro Brave Murder Day, quella di mezzo un po’ darkettona fino al 2001, e quella più recente di cui non posso dire molto perché mi fa abbastanza ribrezzo. Tonight’s Decision si pone appieno nella fase centrale: è un disco che per certi versi continua il discorso iniziato con il bellissimo Discouraged Ones, con le sue velleità dark-gothic, ma al tempo stesso se ne distacca grazie ad una componente new wave molto più accentuata e ad un suono sicuramente più duro e d’impatto rispetto al precedente album.

Bisogna anche tener presente la fissa che Anders Nystrom e compagni avevano ai tempi per i Kent, storica band alternative rock svedese che cantava in madrelingua, la cui influenza si sente tantissimo in un brano come This Punishment ma anche in generale nella semplicità delle composizioni che vengono strutturate nel classico schema strofa-ritornello. A proposito di queste ultime, solo il trittico iniziale For My Demons – I am Nothing – In Death a Song (dal punto di vista lirico una sorta di Brave, Murder e Day parte seconda) basterebbe per promuovere appieno questo disco, anche perché diciamoci la verità: i Katatonia, all’epoca, avevano seria difficoltà a scrivere pezzi brutti. Per il resto l’atmosfera è sempre quella dei Katatonia dei vecchi tempi, una sorta di rassegnazione mista ad apatia decantata dalla splendida voce di Jonas Renkse (ancora lontana comunque dalla versatilità dei dischi successivi) che solo loro riuscivano ad infondere nell’ascoltatore. Tonight’s Decision non è sicuramente il punto più alto raggiunto dalla band di Stoccolma, ma rimane comunque un grandissimo disco che merita di essere rivalutato. Anche perché, a pensare ai Katatonia di adesso, non è che ci sia da stare molto allegri.

8 commenti

  • saturnalialuna

    La carriera musicale dei Katatonia rappresenta, esattamente, il mio rapporto con la musica. Sino al 1999 era tutto magico e fatato, emozioni a go go ed esaltazione totale. Dal 2000 in poi il cambiamento, tutto un po’ più freddo, qualche emozione forte ma rare esaltazioni.
    La prima e la seconda parte della loro carriera hanno un mood ispiratissimo, la terza è noiosissima, anche se in sindrome premestruale My Twin non me la toglie nessuno.
    Questo è l’ultimo loro album che ho amato, davvero, sino in fondo.

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  • Fantastico, forse il mio preferito o comunque quello a cui sono più legato. Se penso alla merda che sono ora..

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  • In questo disco la componente dark-wave è praticamente azzerata, rispetto all’album precedente. È tutto molto più ordinario e l’unico pezzo veramente memorabile è I am nothing. Last fair deal gone down è di un livello enormemente superiore, seppure qualitativamente si ferma alla splendida traccia numero 6, Tonight’s music.
    I Katatonia attuali non li trovo così terribili, c’è chi è ridotto molto, molto peggio. Gli Opeth fanno pena, per esempio.

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  • Album semplicemnte superlativo per me.

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  • Mi spiace ma da “Discourage Ones ” in poi il mio interesse per loro si è andato affievolendo. Adoro “Dance of december souls”, “For funerals to come”, “Brave murder day” e “Discouraged Ones” ma purtroppo da lì in poi mi annoiano a morte, non che non si noti la classe innata ma, secondo me, perdono drasticamente in intensità e coinvolgimento.

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  • a me della loro discografia annoia parecchio solo Dance of december souls e Dead End Kings,. ciò detto, mi riesce difficile pensare che gran parte di chi dice che i Katatonia odierni fanno cacare non lo faccia per partito preso e perché si sono rifiutati di fare una serie di album fotocopia. Tra l’altro le idee espresse nei dischi successivi dimostrano che, se avessero voluto, di Brave Murder Day ne avrebbero potuti far uscire 5-6 come minimo. in fall of hearts e night in the new day ci sono diversi pezzi riempimento, ma pezzi bomba ce ne sono eccome.

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  • per me “the great cold distance” è ancora un discone della madonna, dopodichè niente di clamoroso, qualche bel pezzo qua e là nel nulla odierno (odierno da almeno quindici anni).
    “tonight’s decision” è bellissimo anche se discontinuo, ed anche io, in preda ad una qualche crisi amorosa adolescienziale l’ho passato (ai tempi “masterizzato”) ad una ragazza. Ovviamente mai più neanche vagamente sentita, suppongo abbia letto i testi.

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