Nel nome del Padre, del Figlio e del tasso alcolemico elevato: POWERWOLF – Preachers Of The Night (Napalm)
barg: Non avevo mai dato troppa attenzione ai Powerwolf: se oggi mi ritrovo a scrivere questa recensione è esclusivamente perché Luca Arioli mi ha detto di ascoltare Preachers of the Night a ogni costo, specificando che – cito testualmente – dopo questo disco “nulla sarà più come prima“. Luca Arioli è una brava persona, amici miei. Solo una brava persona può capire un disco del genere, e anzi: se avete qualche dubbio su qualcuno, fategli sentire i Powerwolf. Se si esalta, potete dargli pure il codice del vostro bancomat. Io ovviamente non sono qua per fare una recensione tecnica (ahuahuahuauh eccetera) di un gruppo che tradotto suona più o meno come lupo del potere e che non ha assolutamente nulla di diverso da altri 1799386547926 gruppi tedeschi usciti da quindici anni a questa parte. Il mio scopo è fondamentalmente introdurre le parole dell’Arioli che trovate qua sotto e cercare di convincervi a scoprire questo gruppo della madonna che io per primo, sbagliando, ho sempre snobbato. I Powerwolf sono un gruppo power metal tetesco fondato dai tizi dei Flowing Tears (no dico, avete presente) e che invece di fare finta di essere satanisti fanno finta di essere ultracattolici devoti ai Santi e alla Sacra Vergine Maria. Si vestono da sacerdoti, brandiscono grossi crocifissi e parlano di come sbudelleranno i demoni grazie alla forza che lo Spirito Santo infonde loro. La gente non sa che si perde a non essere metallari. Specifico che non sono un gruppo white metal eh, sono dei crucchi mangiapatate birraioli che trovano divertente la cosa. Di qui titoli come Lupus Dei, Mother Mary is a Bird of Prey, Sanctified With Dynamite o Ira Sancti (When the Saints Are Going Wild), con allelujah, amen e frasi in latino come se piovesse. Preachers of the Night (grandissimo titolo, en passant) è il loro quinto disco e va difilato nella mia playlist di fine anno, foss’anche solo per il nonsense implicito di un gruppo power metal tamarrissimo in face painting con concept lirico da Santa Inquisizione fondato dai due tizi dei Flowing Tears. I Flowing Tears, cristoddio, avete presente! Il singolo estratto, Amen & Attack, pur simpatico, è uno dei pezzi più deboli del disco; ma qua dentro ci sono delle bombe atomiche come Coleus Sanctus, Lust For Blood o Extatum et Oratum che vi faranno cadere i capelli dalla testa; ma soprattutto Secrets of the Sacristy, esempio di power metal DEFINITIVO che ricorda gli Helloween di Better Than Raw e che in poco più di quattro minuti spiega in maniera inequivocabile perché il metallo tetesco è la cosa più bella che esiste a questo mondo e che qualsiasi cosa succeda, qualsiasi, esso non vi lascerà mai e sarà sempre al vostro fianco, a farvi capire che nonostante tutto la vita è bella e la vita è fatta di braciole, birra, belle compagnie, fischi di chitarra e gente che scapoccia. Seriamente se questo disco non vi piace io sono molto triste per voi, e vi invito a una bella scampagnata insieme al suddetto Arioli e a Cesare Carrozzi (l’altro fiero guerriero del salsiccia metal di MS) a mangiare braciole e ascoltare i Powerwolf finché alla fine non ve li faccio piacere, perché porca puttana è impossibile che non vi piaccia una cosa del genere. Se poi alla fine davvero rimanete insensibili anche dopo quest’ultima ratio allora non so che fare, ma magari è meglio che rimaniate alla larga da me perché forse siete cattive persone. Mi dispiace ma è così. Andate in pace.
Luca ‘Acey’ Arioli: Quando si parla di power metal non posso certo tirarmi indietro, soprattutto se la band mi fa tornare indietro di almeno 13 anni, quando ero un ventenne fomentato dal metallo classico in pieno stile teutonico. Il nuovo disco dei Powerwolf è proprio quel tipo di disco che ti fa nuovamente apprezzare la cafonaggine dei crucchi dediti al power metal, quella cafonaggine che ti fa muovere la testolina, battere il piedino, suonare come una batteria il volante della macchina, cantare ritornelli, cori, riff e chi più ne ha più ne metta.
Se devo essere onesto, quando nel 2003 mi capitò tra le mani il primo lavoro della band, lo snobbai perché non mi diceva nulla di nuovo, tutto già sentito e risentito, e, a parte le liriche inneggianti ai testi sacri, il tutto era passato inosservato. Ma a distanza di 10 anni questi ragazzoni truccatissimi e vestiti con sacchi da frate hanno tirato fuori dal cilindro una vera e propria chicca. Veramente difficile trovare il pelo nell’uovo in questo disco. Le canzoni sono veramente valide con riff accattivanti e melodie paracule che ti si ficcano subito in testa e non ti lasciano più. Canzoni che in sede live faranno sicuramente la gioia del power metaller più sfegatato. Si passa dall’ottima opener Amen & Attack alle splendide Secrets Of The Sacristy e Coleus Sanctus. Impossibile rimanere impassibili di fronte a cotanta roba.
Sarò pure di parte, il power metal l’ho sempre amato, ma sfido chiunque a non canticchiare o fischiettare i ritornelli di Preachers Of The Night. Secret And Wild si apre con un riff talmente melodico da far impallidire gli stessi Helloween, così come la incessante Cardinal Sin e le seguenti mitragliate. Io credo che nel corso degli anni i Powerwolf si siano tolti un sacco di sassolini dalle scarpe, e ora, nel 2013, ci regalano quello che senza ombra di dubbio è uno tra i più bei dischi power metal dal 2000 ad oggi. Riportando un genere ormai abbastanza snobbato in auge. Sarà un vero piacere ascoltarli live il prima possibile perché questi tizi sono diventati i miei nuovi eroi. Personificazione di tutto ciò che un amante del power vuole ascoltare in un disco. Dopo Federico Balzaretti ed il suo gol nel derby appena passato, Attila Dom e compagni entrano ufficialmente nella top 10 delle cose più belle ed emozionanti del 2013.
vorrei parlare a nome di tutti quelli che hanno letto questo articolo: è stato tremendo dover tenere quell’immagine sotto per tutto il tempo.
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finalmente anche voi di metal skunk vi siete convertiti al credo powerwolf. era ora, ma non è mai troppo tardi. se avessi non so quanti euro da buttare mi comprerei il disco con l’altare, che è di un kitch mostruoso.
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Questo ascolto mi ha messo proprio voglia di braciole e salsiccia alla griglia :-P colonna sonora perfetta per un barbecue metal :-P
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Confermo: Secrets of the Sacristy è power metal DEFINITIVO
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io i dischi passati li ho ascoltati,ci ho scapocciato due settimane esaltatissimo, poi non so perchè mi hanno perso tutta la verve iniziale, mi sono sembrati di un finto che piu finto non si può…ma darò loro un altra occasione lo prometto!!
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Derivativi, pacchiani oltre ogni ragionevole senso del pudore ed ignorantissimi… Per mia fortuna sono ancora una persona meglio e nonostante (o forse a causa di) tutto ciò il disco mi ha esaltato! Dalla prima alla quarta è veramente una bomba, poi cala un po’ il tiro ma si mantiene su livelli più che dignitosi ed ha un colpo di coda impressionante con Extatum et Oratum. Nota di merito, nonché elemento cardine del godimento dato dal disco, aver tenuto tutti i pezzi tranne l’ultimo sotto i 4 minuti, e il disco sui 40, senza sbrodolare e senza permettere che la cosa venisse a noia
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