Frattaglie in saldo #5

Allora, figliuoli, lo sentite il Natale nell’aria? Avete scritto la vostra brava letterina a Belzebù bambino? Noi di Metal Shock siamo ormai da giorni in preda all’atmosfera festiva. Proprio ieri siamo andati tutti al cimitero del Verano per addobbare con luminarie rosse e verdi il mausoleo del “Doom” Socci. Purtroppo abbiamo trovato la tomba scoperchiata in quanto il nostro catacombale beniamino, come vi abbiamo raccontato, è attualmente in fuga dalla Cia. Il grim and frostbitten Michele Romani, invece, non sta più nella pelle da quando si è accorto che la temperatura sta scendendo sotto lo zero anche a Roma. Da una settimana sta appollaiato sul tetto di casa a torso nudo con un’ascia bipenne in mano. E’ arcisicuro che stia arrivando il Fimbulvetr, il “terribile inverno” pluriennale che prelude al Ragnarök, e non vuole farsi trovare impreparato. Quando proviamo a convincerlo a scendere ci risponde recitando versi dell’Edda in screaming. Io, da parte mia, mi stavo arrovellando su quale idea regalo suggerire ai lettori ancora indecisi. Un’ottima opzione potrebbe essere THIS COMP. KILLS FASCISTS 2 (Relapse), secondo capitolo, uscito a due anni di distanza dal primo, della fondamentale antologia curata da quel sant’uomo di Scott Hull, la mente malata dietro ad Agoraphobic Nosebleed e Pig Destroyer, che ci serve un’altra spietata carneficina auricolare a cura delle migliori formazioni della scena grind/powerviolence attuale. Chiunque abbia un sia pur minimo interesse per queste sonorità deve appropriarsi di questo gioiellino e farsi ridurre i timpani in poltiglia dalla violenza inumana e dal corrosivo antagonismo vomitato da gentaglia come – per citarne un paio – i pesantissimi Owen Hart e gli adrenalinici Voetsek, che incrociano il grind con il thrash della loro San Francisco. Tra i migliori del lotto cito gli irresistibili Drugs Of Faith, gli annichilenti Noisear e i paranoici Idiots Parade, autori di un mix di powerviolence e metal estremo reso ancora più disturbante dalla prestazione dietro al microfono della gentil donzella Petra. Da menzionare anche i Population Reduction, che intitolano un pezzo Real Zombies Don’t Run, dando un fondamentale contributo a un dibattito filosofico-teologico importantissimo come quello intorno all’eccessiva velocità dei morti viventi in alcune recenti produzioni cinematografiche. Un autentico massacro, non ne uscirete vivi.

E già che siamo in casa Relapse segnaliamo le ultime opere di quelle altre personcine ammodo di KILL THE CLIENT e PHOBIA. I primi suonano un death/grind dall’impatto moderno ma dai riferimenti piuttosto tradizionali, abbastanza vicino alle ultime cose dei Napalm Death. Nell’ambito del genere ci s0no sicuramente ascolti più stimolanti di Set For Extinction, terzo sigillo di questi stupraorecchie texani, però l’impatto e la cattiveria ci sono tutti e agli adepti dovrebbe bastare. Quanto ai secondi, che condividono con la band di Dallas il batterista Brian Fajardo, sono fuori con un nuovo EP, Unrelenting: nemmeno quindici minuti per diciassette schegge di grindaccio senza compromessi, fatto per massacrarsi nel pogo di qualche fetido squat. I californiani sono tornati su lidi un po’ più hardcoreggianti rispetto alle ultime produzioni, e titoli come If You Used To Be Punk, Then You Never Were fanno subito capire che aria tira. Certo, è il classico prodotto for fans only; se non li avete mai ascoltati fareste meglio a seguire il consiglio di quel lettore che in un commento invitava a procurarsi il loro split, risalente all’estate scorsa, con gli interessantissimi svedesi Gadget, dai quali aspetto invano un nuovo full-lenght da ben quattro anni. Chiudiamo in bellezza questa edizione in salsa grindcore di Frattaglie in saldo con un discone della madonna (anch’esso ottimo come strenna natalizia) che definire indispensabile sarebbe un eufemismo. Si tratta di Frammenti Di Vita (F.O.A.D.), nuova release degli esimi CRIPPLE BASTARDS, una sorta di Leaders Not Followers tricolore dove Giulio e compagni rendono tributo ai mostri sacri della scena hardcore e thrash italiana degli anni ’80. Si va da Mysoginists dei Bulldozer a Mater Tenebrarum dei Necrodeath, da Qualcosa scompare dei Negazione ad Asociale Oi! dei Nabat (io mi sarei aspettato Troia!), da Finirà Mai dei Wretched a Violence At The Morgue degli Schizo, reinterpretate con la furia incontenibile e l’agghiacciante nichilismo del gruppo di Asti. Hit personale la lacerante rilettura di Tutto Uguale degli indimenticabili Nerorgasmo, una band misconosciuta ma assolutamente enorme sulla quale prima o poi vi beccherete un articolo. La conclusione è affidata a due versioni risuonate di due classiconi degli Storpi Bastardi quali Italia Di Merda e Polizia… Una Razza Da Estinguere che da sole valgono il prezzo del biglietto. Che cazzo si può volere di più dalla vita non lo so. Più che un semplice album di cover, un’operazione culturale da supportare incondizionatamente. Frammenti Di Vita dovrebbe stare per legge nelle case di ogni italiano e andrebbe fatto ascoltare in tutte le scuole, punto e basta. Acquisto obbligatorio. (Ciccio Russo)

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