MISERY INDEX – “Heirs To Thievery” (Relapse)
I Misery Index sono la cosa migliore uscita da Baltimora dopo Frank Zappa ed Edgar Allan Poe. Nato da una costola dei Dying Fetus (che, infatti, in seguito non sarebbero stati più gli stessi), il quartetto statunitense, a partire dall’EP di esordio targato 2001, non ha fatto che crescere, stupire ed esaltare. Dopo un album incredibile come “Traitors” era difficile superarsi, ma Netherton e compagni ci sono andati vicini. Il death/grind della band continua a colpire per la capacità di evolversi e accogliere nuove influenze senza mai smettere di suonare deliziosamente classico. Il punto di riferimento più vicino rimangono gli ultimi Napalm Death, ma la micidiale miscela sonora dei Misery Index presenta una ricchezza di sfaccettature tale da sorprendere anche il deathster più scafato. Ci sono la brutalità e l’intransigenza dell’US death metal più glorioso, fatta di riff affilati come mannaie e assalti in doppia cassa mozzafiato. Ci sono l’antagonismo e la virulenza del grind più genuino. Nessun gruppo del genere, però, sarebbe in grado di scrivere un pezzo come la bellissima “The Spectator”, dove emerge un senso della melodia che non cozza mai con un sound che rimane violentissimo e viscerale. Ad esser pignoli, la produzione di Steven Wright a tratti fa rimpiangere il lavoro fatto dal chitarrista dei Converge Kurt Ballou su “Traitors”: c’è sempre la volontà di dare al disco un’impronta old school e di evidenziare l’ottimo lavoro delle chitarre soliste, ma la batteria suona a volte un po’ troppo secca. Nulla di rilevante, ad ogni modo: “Heirs To Thievery” è un acquisto obbligato per tutti gli amanti del genere nonchè l’ennesima, devastante conferma da parte di una delle band più convincenti e personali che la scena estrema americana ci abbia regalato nell’ultimo decennio. (Ciccio Russo)
Ultimamente è anche uscita per l’etichetta della band una raccolta di split ed ep molto bella e dal sound molto radicale, trattandosi di materiale un pò vecchiotto.
i Misery sono una band eccezionale e forse è proprio merito di una vecchia rece di Ciccio se ho amato letteralmente Retaliate, che reputo ancora oggi il loro miglior disco.
Gli ultimi dischi sono forse un pò troppo “muscolari”, ma è tipico di certo grind-death se non cambi sound quasi mai ma hai bisogno di produzioni sempre migliori e rumorose.
Una spanna sopra il resto del grindcore attuale.
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