Sei brani strumentali per meditare

Se volete seguire le recenti indicazioni in merito al benessere psicologico e quindi isolarvi in qualche minuto di mindfulness, oppure se volete rilassarvi ma come me trovate che quegli inconcludenti brani lounge, ambient o come cazzo si chiamano vi facciano ancor più innervosire, sappiate che non c’è alcun bisogno di rinunciare al vostro amato heavy metal: eccovi qui sei brani strumentali e immersivi con cui potete meditare e allontanare le consuete fantasie di aggressione del prossimo e di conquista del mondo:

1. IN FLAMES – The Jester’s Dance

Dai maestri svedesi della melodia e degli arpeggi, un brano arioso, quasi astratto, con chitarre maideniane, fraseggi misurati, ma che non escludono una certa potenza sottostante. Finale meravigliosamente sfumato. Anche l’album da cui proviene è da riascoltare.

2. RUNNING WILD – Final Gates

I Running Wild avevano un grande bassista, Jens Becker, che è stato con loro fino al 1991, dopodiché si è assestato nei Grave Digger. Prima di andarsene, ha scritto un paio di pregevoli brani strumentali; eccone uno, guidato ovviamente da un fraseggio di basso, rapido e con qualche effetto, ma molto aggraziato.

3. SODOM – Procession to Golgatha

Anche in questo brano si sente bene il bassista, per quanto faccia il suo lavoro e rimanga entro la sezione ritmica, ma il devastante basso distorto di Tom Angelripper riesce sempre a essere in prima linea. Tratto da uno dei migliori dischi del thrash tedesco di fine anni Ottanta, questo brano è un doom cupo e pesante, ma una volta che è entrato in testa, lo si riascolta a ripetizione, perché ha un’atmosfera come pochi sanno creare.

4. SULPHUR AEON – Zombi (Fabio Frizzi cover)

Ecco un altro gruppo di tedeschi appassionati soprattutto di Lovecraft, ma anche di horror in generale, che si sono fatti rispettare per la qualità delle loro proposte e per la loro evoluzione. Nel loro primo disco, Swallowed by the Ocean’s Tide, l’ultimo brano è una versione epica e struggente del celeberrimo tema Zombi 2 di Fabio Frizzi.

5. ACCEPT – Just by my Own

Siamo a quattro tedeschi con questo. Non l’ho fatto apposta, ma è successo. Si vede che sono bravi a fare le canzoni strumentali, ma più probabilmente è un caso e il caso, come sappiamo, è un genio. Comunque sia, vi propongo una canzone che va benissimo anche da guzzo (o, più delicatamente, da rimorchio). Contiene un assolo notevolissimo: facile da ascoltare, ma per nulla banale nella melodia.

6. DOKKEN – Mr. Scary

Lasciamo finalmente la Germania e andiamo negli USA dai Dokken, o più precisamente, da George Lynch, che insieme al bassista Jeff Pilson scrisse questo bellissimo brano, elegante, ben rifinito, ma anche intrigante e misterioso. 

Adesso siete già delle persone migliori. Alla prossima rubrica del sei. (Stefano Mazza)

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