I mostri all’angolo della strada: viaggio nella musica ispirata a Lovecraft #2

LE PRIME COMPOSIZIONI ISPIRATE A LOVECRAFT: ANNI TRENTA E QUARANTA
Nel primo episodio ho parlato della musica dei tempi di Lovecraft e di quanto lo scrittore amasse cantare sguaiatamente arie popolari, o anche suonare lo zobo e strumenti idiofoni quali piatti e triangolo. Adesso è arrivato il momento di raccontare la storia dei musicisti che hanno trovato in H.P. Lovecraft una qualche fonte di ispirazione. Prima però occorre indicare quando le opere dello scrittore arrivarono ad essere conosciute al pubblico e, successivamente, quando si possano notare le prime influenze lovecraftiane in ambito musicale. Durante la propria vita, Lovecraft era noto soltanto presso una ristretta cerchia di appassionati e di colleghi scrittori, mentre rimase sconosciuto come autore al pubblico generale: i suoi racconti e le sue occasionali poesie vennero pubblicate sulle riviste specializzate in letteratura di genere, i cosiddetti pulp magazine, e la sua reputazione, pur ottima, restò confinata ai ristretti circoli di autori weird, che lui stesso contribuì a creare. Soltanto due racconti furono pubblicati a stampa durante la vita di Lovecraft: il primo fu La casa sfuggita (The shunned house, 1924), che venne stampato in 300 copie nel 1928 dalla Recluse Press di W. Paul Cook, però non venne mai rilegato per problemi economici dell’editore. Il secondo fu L’ombra su Innsmouth (The Shadow over Innsmouth, 1931), che venne pubblicato in edizione cartonata nel 1936 dalla Visionary Publishing Company di William L. Crawford, ma il libro si rivelò pieno di errori tipografici e con una pessima qualità della legatura, per cui il risultato fu molto deludente per Lovecraft.
Esemplare della prima pubblicazione a stampa di La casa sfuggita, edizione Recluse Press, 1928. Da un’asta di eBay, 2022
In realtà dobbiamo la sopravvivenza delle sue opere proprio alla cerchia dei suoi amici, i quali ebbero la lungimiranza e la premura di raccogliere tutti i suoi scritti, bozze e lettere comprese, e nobilitarle con edizioni di alto livello. Queste iniziative hanno avuto l’immenso pregio di salvare il materiale lovecraftiano e tramandarlo fino ai giorni nostri. In particolare, August Derleth e Donald Wandrei, anche loro scrittori weird, fondarono nel 1939 la Arkham House, casa editrice dedicata alla pubblicazione delle opere di H.P. Lovecraft e, solo successivamente, di altri autori. Nello stesso 1939 pubblicarono The Outsider and Others, una raccolta di 35 racconti in edizione cartonata con sovraccoperta illustrata da Virgil Finlay, un’introduzione scritta da Derleth e Wandrei e il saggio L’orrore soprannaturale in letteratura (Supernatural Horror in Literature, 1927). Da questo momento in poi Lovecraft esce dal sottobosco degli autori amatoriali per arrivare alle librerie degli Stati Uniti e, con gli anni, di tutto il mondo. Possiamo dunque considerare il 1939 l’anno in cui Lovecraft apparve per la prima volta nell’editoria libraria ufficiale, dopo il quale i suoi racconti, lentamente, iniziarono a diffondersi nel mondo.
Partitura della sonata Elegy for H.P. Lovecraft, Harold S. Farnese, 1927
Lovecraft arriverà in Italia nel 1960, grazie a una prima traduzione del racconto I topi nei muri (The rats in the walls, 1923), pubblicata nell’antologia Un secolo di terrore. I diciassette più famosi racconti dell’orrore (cura e traduzione di Bruno Tasso, Sugar, Milano, 1960), mentre il primo libro a lui integralmente dedicato uscirà nel 1963 e sarà l’Urania n. 310 Colui che sussurrava nel buio, a cura di Fruttero e Lucentini.
Mentre HPL era in vita, lui e le sue opere ispirarono due musicisti classici. Il primo da ricordare fu un americano di origine italiana, Harold S. Farnese (1885 – 1945), che lavorava presso l’Institute of Musical Arts di Los Angeles. Farnese adattò in musica due poesie di Lovecraft, con il permesso dello stesso autore: Mirage e The Elder Pharos, entrambe appartenenti alla raccolta Fungi from Yuggoth. Si trattava di composizioni per piano e voce soprano, che vennero eseguite nel 1932, ma Lovecraft non ebbe mai occasione né di ascoltarle né di vederne gli spartiti, i quali vennero pubblicati soltanto dopo la sua morte. L’unica incisione oggi nota dei due brani è della Fedogan & Bremer, pubblicata per la prima volta in CD nel 1987 e successivamente rimasterizzata nel 2015 con materiale aggiuntivo.
Fungi from Yuggoth – A sonnet cycle, l’edizione Fedogan & Bremer che contiene un secondo CD con Mirage, The Elder Pharos e Elegy for H.P. Lovecraft di Harold S. Farnese
Farnese chiese poi a Lovecraft di scrivere un libretto per un’opera basata sulle sue opere, ma lo scrittore rifiutò, indicando l’amico e collega Clark Ashton Smith come miglior librettista da candidare. In occasione della morte di Lovecraft, avvenuta nel 1937, ancora Farnese compose Elegy for H.P. Lovecraft, una sonata per solo pianoforte che omaggiava lo scrittore.
Il secondo musicista contemporaneo a Lovecraft da ricordare era un suo amico e corrispondente, ovvero Alfred Galpin, che ne omaggiò la scomparsa con un altro brano per solo pianoforte: Lament for H.P.L. Lo spartito di questa composizione fu pubblicato nel volume Marginalia, edito dalla Arkham House nel 1944. Galpin in persona, che nel frattempo si era trasferito in Italia, suonò il brano nel 1977 a Trieste, durante una conferenza dedicata a Lovecraft in occasione del quarantennale dalla morte. Non ne risultano incisioni d’epoca, ma la H.P. Lovecraft Historical Society ne ha realizzato una versione per orchestra, che potete trovare qui.
Alfred Galpin a Parma nel maggio del 1967, con una certa Isabella. Cartolina inviata a Frank Belknap Long
Dopo queste composizioni contemporanee a HPL ci vorranno più di vent’anni prima che si possano vedere altri segni dell’influenza dello scrittore di Providence sulla musica. Sarà infatti a partire dalla fine degli anni Sessanta che le creazioni lovecraftiane entreranno gradualmente nell’immaginario giovanile di tutto il mondo e da qui arriveranno nel rock, specialmente quello più di frontiera. Da quel momento in avanti Lovecraft diventerà un grandissimo ispiratore per la musica dura e lo ritroveremo sempre più spesso, in un lungo viaggio attraverso i decenni, che non si è mai fermato e non sembra volersi mai fermare. (Stefano Mazza)
BIBLIOGRAFIA
Pietro Guarriello, Collezionare Lovecraft: guida alle rarità bibliografiche, in Studi Lovecraftiani n. 21, Dagon Press, autunno 2022.
S.T. Joshi, D.E. Schultz, An H. P. Lovecraft Encyclopedia, Hippocampus Press, 2004.
S.T. Joshi, H. P. Lovecraft’s “Sunset”, Lovecraft Annual No. 13 (2019), pp. 102-110, Hippocampus Press.
Bellissimo, complimenti.
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Davvero interessante, Stefano. Da lettore curioso dell’opera di HPL, conoscevo alcune delle circostanze da te narrate, ma ignoravo le questioni musicali.
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Complimenti all’autore.
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