MACHINE HEAD – Of Kingdom and Crown

Coi Machine Head mi sono fermato a Unto The Locust e non sono più andato avanti, saltando quindi a piè pari sia Bloodstone & Diamonds che Catharsis (e pare non mi sia perso nulla). Il problema è che Robb Flynn mi sta tanto sul cazzo da farmi passare proprio la voglia di ascoltarli, i Machine Head dico, al di là di quanto potrebbero poi piacermi oppure no. Non so, voialtri fresconi sarete sicuramente in grado di scindere l’uomo dall’artista, io personalmente affatto e se uno mi sta sui coglioni mi passa l’estro di ascoltarlo/leggerlo/vederlo. Tipo quello che mi è capitato con Stephen King; cioè, non che mi facesse proprio gola leggere quello che scrive (diciamo non negli ultimi trent’anni abbondanti, anche se mi sono dovuto ricredere giusto in un caso – The Revival. Prima era ovviamente un’altra storia), però almeno non avevo un’opinione precisa su di lui come persona, o meglio: mi ero fatto l’idea di uno che nella vita ne aveva passate così tante, tra lavori mal pagati in lavanderia, alcol, droghe e investimenti assortiti, da poter ritenere che tutto sommato si trattasse di uno in gamba, magari un po’ invecchiato e senza più la verve giovanile, però ok, ecco. Invece tempo fa apro un account Twitter alla cazzo di cane per stare appresso a chitarre e affini, mi piglia la sventurata idea di seguirlo ed era meglio non averlo fatto: tweet dopo tweet scopro un incattivito asino incapace di qualsivoglia obiettività, un vecchio ultrà decerebrato, che si tratti di politica o baseball o qualsiasi cosa gli venga in capa di scrivere. E quindi per quanto mi riguarda vaffanculo e muori, Stefano. Chissà che cazzo ti sarà capitato, forse hai battuto male il cranio quando quel camper ti è venuto addosso qualche anno fa, o magari sei sempre stato così e la droga ti rendeva migliore (la droga dà, la droga toglie). Boh. Però è così che va.
Con Flynn invece il discorso è stato assai più semplice: mi stanno sul cazzo gli opportunisti >>> mi sta sul cazzo Robb Flynn. E perché Robb Flynn è un’opportunista? Ma prendete per esempio le sparate su quell’altro bolso di Phil Anselmo di qualche tempo fa, totalmente gratuite e manco dietro invito a commentare da parte di qualche cronista, no, in diretta internet perché DOVEVA dire la sua. E perché doveva dire la sua? Ma perché sparare sulla croce rossa di un povero stronzo che, marcio di roba, dice un cumulo di fesserie da un palco senza sapere (o rendersi conto, meglio) di essere ripreso è utilissimo se vuoi passare per quello politicamente corretto che vuole piacere a tutti. Che poi è quello che succede con l’ultimo album Of Kingdom and Crown, che non è male, ma risulta dispersivo e poco coeso e proprio per cerchiobottisimo, per piacere a tutti senza scontentare nessuno. Ed è chiaro che quando scrivo “non è male” è perché quando spari nel mucchio qualcosa la cogli per forza, quindi i pezzi carini ci sono (Choke on the Ashes of your Hate, No Gods, No Masters e pure Arrows in Words from the Sky), ma poi c’è anche un sacco di merda tirata fuori perché c’è anche il pubblico che ama i ritornelli al cioccolato al latte e che fai, non li vuoi accontentare quelli? E allora dagli con le varie Become the Firestorm, My Hands are Empty (Madonna me), Unhallowed e compagnia triste. Bah. Almeno è prodotto bene, che non è una consolazione ma se non altro da quel punto di vista il disco è piacevole da ascoltare (se pensate, peraltro, che i suoni di chitarre e basso sono con ogni probabilità plug-in e di certo non amplificatori microfonati, magari capirete pure il discorso che facevo su Malmsteen e l’idea che se si facesse aiutare a registrare da qualcuno con un pc da milleeduecentolire sarebbe molto meglio per tutti, sicuramente per lui).
Rimane che vi starete chiedendo che cazzo ci ho perso tempo a fare, allora. Giusta osservazione. È che latito su Metal Skunk da un po’ di tempo, mi sento vagamente in colpa coi sodali della redazione e non c’era molto altro da ascoltare, almeno per la roba che potrebbe piacermi. Poi boh. Magari scriverò qualcosa per Black Adam, sperando che non sia una cagata mortale. Vedremo. Non trattenete il fiato, mi raccomando. (Cesare Carrozzi)
“Become the Firestorm” è un titolo che mi aspetterei dai Dragonforce o da dei teenager… Ma poi dai, che cafonata “No Gods, No Masters” con le O barrate. Cafonata brutta, intendo. Ah del disco non mi importa nulla, totalmente dimenticati dopo l’accanimento su Anselmo.
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Io fossi Flynn mi comprerei un Esselunga e mi ritirerei dietro al bancone delle caciotte , passerebbe inosservato .
Il recensore una volta tanto m’è simpatico perché anche io odio questo tizio , sparito nel nulla dopo la lezione sulla resistenza Boliviana contro le squadre della morte di Phil Anselmo .
Perlomeno Anselmo c’ha dato i Pantera , Flynn a parte Burn My Eyes che senza Kris Kontra sarebbe una minchiata di pasticci scopiazzati dai Clawfinger , Body Count , Suicidal Tendencies e Pupo . Ma va’ va’ .
Copertina decente per una volta ma probabilmente ora vanno di moda così sennò i MH non avrebbero manco avuto un artwork decente .
Son come le bandiere , si muovono dove fischia il vento , o come i pavoni che alla fine ti mostrano il culo soddisfatti .
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Kontos so chiama scusate dovevo controllare prima del bianchetto col campari .
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