No, non vogliamo sentire il nuovo gruppo di Kerry King

Precisamente un anno fa Kerry King rifletteva su come i Machine Head avessero tagliato il bel traguardo dei trent’anni di carriera, e che, contrariamente, gli Slayer si fossero sciolti troppo presto. Tradotto: qualcuno mi dia considerazione e spinga affinché gli Slayer si riformino, tipo, domani. Perché ho bisogno di soldi.
All’epoca dell’ultimo concerto degli Slayer il membro più anziano, Tom Araya, aveva 58 anni. Oggi ne ha sessantuno spaccati e, qualora riprendesse servizio, s’accingerebbe a salire su un palco per eseguire roba a duecentotrenta di metronomo ove è previsto che si urlino i seguenti anatema:
Murder, mayhem, anarchy
Now are all done legally
Mastermind your killing spree
Unafraid of punishment
With a passive government
There’s nothing for you to regret
Il tutto con una palla di zucchero filato appesa alla faccia e un tasso di mobilità del collo ridotto dell’85%. Cui si sommano problemi passati con la cocaina e una voglia, una volontà, una passione prossime allo zero. Perché Tom Araya l’ha sempre detto di voler smettere.
Avete mai pensato a quando si cessa di essere metallari? Se mai accadrà, e se mai sarà transitorio o definitivo. Se sarà uno di quegli aspetti da tramandare ai nipoti, “sai, stronzo, io ascoltavo i Corpsefucking Art; tu, Blanco”. Tanto sia lui sia la mamma avranno uno smartphone in mano e non potranno sentirti.
Ho rimuginato spesso su aspetti del genere, senza giungere a granché. Insomma, in vecchiaia una porzione significativa se non prevalente della tua vita giovanile può andarsene oppure restare annidata da qualche parte nel tuo cuore e nella tua mente; non credo ci sia una regola scritta. Sarà un momento della vita assai personale; e, sempre personalmente, non avrò certo da biasimare il settantenne amico d’infanzia cui non fregherà affatto di tramandare, o anche solo ricordare ai posteri, quanto spingessero i Death Angel nel debutto. Alcuni di noi parranno ottantenni grinzosi, i cui loghi tatuati su braccia e caviglie assomiglieranno alla planimetria d’un edificio coi punti d’evacuazione in caso di incendio: non biasimerò neppure loro, ognuno invecchia come vuole, conservando o meno gli aspetti cruciali del proprio passato. Ognuno si gestisca come meglio ritiene ma, se lo fa Kerry King, ecco che incombono conseguenze fatali su tutti coloro che per mezzo della sua figura si sono accresciuti, appassionati, nutriti.
L’importante ora è che Kerry King si metta seduto, si calmi e si faccia un’altra piadina. Perché il nesso fra quella frase sui Machine Head, quel per nulla ingenuo e bonario “troppo presto” e quei plettri con su scritto Reborn in 2020 è a me chiaro. Kerry King si sta rompendo i coglioni, come il Melandri che in Amici Miei s’alzava presto per andare a bussare alla saracinesca srotolata di un bar chiuso. Kerry King è iperattivo, come lo dimostra il fatto che Christ Illusion l’avesse composto quasi da sé, e non solo quello. Jeff Hanneman degli ultimi lustri e Tom Araya sono stati il freno motore; Kerry King il pistone che schizza fuori dal cofano come se si fosse ingranata di colpo la prima marcia in autostrada a 130 orari.
Detto questo non credo rivedremo gli Slayer sul palco sotto qualche forma da sanatorio, come accadrà invece ai Pantera gestiti dai due ex membri più instabili che presero parte in quella formazione. Kerry King sta imbastendo una formazione tutta sua – confermata peraltro la presenza del solito Bostaph dietro le pelli – e le prime indiscrezioni parlano di un moniker già registrato a nome Blood Reign. Nulla di ufficiale, al momento. Lui aggiunge che ben presto sentiremo nuova musica, la sua. Come al solito, da quando Hanneman ebbe tirato i remi in barca. Rifletto: Repentless fu di una bruttezza disarmante e ha lasciato il segno coi soli videoclip. World Painted Blood lo adoro per metà, e quella metà l’ha praticamente scritta Hanneman. La prima, Psychopathy Red, Beauty Through Order, Playing With Dolls, tutte sue. Non che andando a ritroso la situazione sia poi così differente. La stessa Disciple, il pezzo più significativo scritto dagli Slayer da non so quanto, è di Jeff Hanneman. Insomma, è bene che Kerry King capisca che negli Slayer il suo impegno, la sua costanza, la sua volontà di rattoppare laddove la voglia era scemata, erano graditi. Ma basta così, Kerry. Jeff Hanneman era palesemente gli Slayer e Jeff Hanneman è morto.
All’idea di vederli andare avanti sino al compimento dei settanta anni d’età rabbrividisco, con o senza il gravare del moniker. Che ognuno si gestisca come meglio crede, ma, quando l’Arte si traduce in marchette pur di mantenere la villa su una stracazzo di baia californiana dominata dalla vegetazione, dal sole che risplende e dalle puttane in shorts, si ha il dovere morale di farla finita per motivi che risiedono nell’Onore, nella Decenza, nell’Etica e nel risparmiarci dal dover tirare qualche decina di bestemmie di troppo, cosa che già facciamo e che rischia di tracimare come bile. Morire strozzati imprecando; è questo che vuoi farci, Kerry?
Meriteresti ora che qualcuno ti dia noia. Che si comincino a registrare i più insensati e disparati moniker solo per confonderti le idee e per confondere chi su Spotify andrà cercando la tua “nuova musica”, come vai definendola. I Reign of Blood. I The Blood in the Reign. I Blood’s Reign. Tutta roba che ti manderebbe nei pazzi, e giù piadine, tigelle, borlenghi, strutto mangiato a manciate. Non reggeresti a tutto questo. Torneresti da Tom Araya e torneresti a essere la parte umiliante, e umiliata, degli Slayer. Quella parte che fa finta di non capire come stanno le cose, che deve spremere la spugna ancora un po’. Quella parte che fa finta di non comprendere chi è effettivamente morto nel 2013 e cosa si è portato via. Salvateci da tutto questo, altrimenti ai nipoti sarà davvero dura tramandare qualcosa. (Marco Belardi)
Barrista Necchi
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D’accordo sul futuro, ma idealizzi troppo Hannemann.
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Ma possibile che tutta sta gente rimanga sempre senza soldi? Phil Anselmo, Rex Brown, Kerry King… è tutta gente che di soldi ne dovrebbe avere… se ste cose le fa un Matt Pike (vedi il disco che nessuno si è cagato di quest’anno) lo posso anche capire ma loro?
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Non credo King abbia problemi di soldi, ha ancora voglia di girare e non ha avuto i guai fisici di Araya. Quanto ad Anselmo e Brown, la vacca grassa è stata scannata vent’anni fa e i due a occhio non mi sembrano tizi che si sanno gestire benissimo…
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Se Kerry , vuol continuare a suonare faccia pure. Sono curioso di sentire cosa ne uscirà , poi da qua a comprare un eventuale album , c’è ne passa.
Io invece concordi su Hannemann , i pezzi migliori li ha scritti lui. Anche se Christ Illusioni , che secondo me è l ultimo album valido degli Slayer è quasi tutto a firma King
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Stai scherzando?!
Se tu sapessi scrivere come Kerry King sa suonare la chitarra, saresti un gran giornalista.
Invece il tuo articolo è patetico e privo di significato. “Sembra “ scritto da una persona frustrata e fallita.
Kerry è un eccellente chitarrista, a casa propria ognuno è libero di fare quel c@zio che vuole!!!
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Non sono d’accordo. Se c’è ancora voglia ed energia avanti con chi vuole continuare a farci godere con l’arte, la vera Arte del metal. Long Life kerry
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